Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 18 febbraio 2013

Un trekking nella neve di febbraio





Il mondo visto da Bolano

Da Bolano a Gamberaldi
di Claudio Mercatali



Oggi è il 14 febbraio, San Valentino. Per amore dei miei monti mi sono dato al trekking sulla neve. Il pulmino di Palazzuolo mi aspetta alla stazione di Marradi, alle 15,00 per portarmi alla Colla di S.Ilario. I puristi dei trekking con le ciaspole disdegnano un po' questo modo di scansare la salita, ma io abito qui, la marcia di avvicinamento l'ho fatta tante volte e non mi interessa più. Il nocciolo della questione è il podere di Bolàno, in cima al monte, perché la parte topica del trekking comincia qui.

Il vento è a scirocco e dunque il cielo è nuvoloso dalla parte della Toscana e la temperatura è mite. Questo vento, che a Marradii si chiama Corìna, rende bello il cielo, come si vede nelle foto qui accanto. Non sono il primo che passa di qui, perché nella neve ci sono le tracce di un altro ciaspolatore solitario, vecchie di un paio di giorni. Molto bene perché così ricalcando le sue orme posso andare senza ciaspole, senza sprofondare. La neve è compatta sopra ma bagnata e scivolosa sotto, dùica, come si dice nel dialetto locale.





Il monte Lavane 
visto da Caselle


In cima alla Colla di Bolano il mio sconosciuto compagno di viaggio prende la strada di Mondéra, quella che avevo intenzione di fare. Non lo seguirò perché a sinistra, nella campestre per Gruffieto non è passato nessuno e il manto intatto mi attira. Quindi tornerò a casa passando da Gamberaldi. Non è la stessa cosa, perché in questo modo il cammino si allunga di quattro o cinque chilometri e praticamente devo percorrere una vecchia via fino ai campi del podere della Perdolina, che si vede sullo sfondo, nella foto qui sotto.


Dal crinale sopra Mondéra 
c'è la visuale completa 
del cammino da fare.



La strada per Gruffieto oggi mi piace poco, perché mi danno noia i tonfi sordi delle mine nella cava d'arenaria che c'è più avanti, però il panorama è fantastico. Il sole al tramonto ogni tanto sbuca dalle nuvole portate dallo scirocco e conviene fare sosta in attesa di qualche bello scorcio da fotografare. Nell'attesa approfitto per mangiare, seguendo il consiglio degli esperti che raccomandano di mandare giù qualcosa di dolce e di bere tanta acqua prima di avere fame o sete.



Il panorama "giusto" capita dopo un po', quando il sole trova un varco fra le nuvole. Sembra il giorno del Giudizio là, sul Passo della Sambuca.

L'attesa mi è costata cara perché la nuvola che ho sul capo scarica una pioggerellina gelata. Sta voltando il vento a tramontana e in più se non mi affretto il buio mi coglierà per strada.



Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire


Nel crinale la via è stata ben segnata dal CAI e anche da quelli delle mountain bike, che usano degli efficaci cartellini di legno con la scritta MTB2 e 5.



  

La segnaletica MTB5 permette di imboccare la campestre per Gamberaldi, dentro la faggeta qui accanto. E' un punto delicato, in cui si può sbagliare. Dopo cento metri il cartellino MTB5 invita ad andare a sinistra, verso Gruffieto, ma la mia meta è avanti e per diritto. Tutti questi percorsi laterali sarebbero degli anelli di trekking interessanti, ma non sono per oggi. Chi vuole saperne di più può informarsi al sito www.seniobike.

 L'arrivo a Valsorbo segna l'entrata nelle terre della fattoria di Gamberaldi, da secoli di proprietà della famiglia Pratesi. La tramontana ha preso il sopravvento sullo scirocco e la temperatura è crollata. Però il cielo si è rasserenato.




 
 La casa poderale 
di Valsorbo

 

 

A destra: la quercia 
di Pianello
e il tabernacolo.



 











Dal podere successivo chiamato Pianello, si vede finalmente Gamberaldi.







   
In questo sito antico c'è una bella villa padronale e la via è comoda. Volendo si potrebbe scendere a Marradi lungo una strada asfaltata ma la regola generale del trekking dice di praticare sempre e solo dei sentieri e la devo rispettare.

  

La villa di Gamberaldi e il tabernacolo 
al bivio della Perdolina.


Un tempo da questo tabernacolo partiva una processione, nel giorno dell' Ascensione, che andava fino al tabernacolo della quercia, a Pianello, che si vede in una delle foto precedenti.
 
Per evitare l'asfalto percorrerò la vecchia strada comunale, che per tanti secoli è servita per arrivare qui da Marradi. Fu dismessa nei primi anni Cinquanta, quando il Consorzio di bonifica di Brisighella costruì quella attuale. Ora mancano sei chilometri per arrivare a casa.






E' una delle tante vie dei passi perduti, quelle che ormai nessuno percorre più. Si imbocca dalla chiesa e scende a rotta di collo lungo il borro di Gamberaldi, fino al podere Il Corno.
D'inverno il passaggio alla notte è più breve e in fondo al borro il buio arriva ancora più rapidamente. In alto è sorta la luna.




 











2 commenti:

  1. Spettacolo! Lettura cinematografica!Fotografia al "Top!", collagesvari stratosferici degni dei libri degli Astronomi e degli Archeologi! compliments!

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  2. Interessante la strada vecchia di Gamberaldi, non l' ho mai percorsa. Grazie per l'idea.

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