di Claudio Mercatali
I proprietari di una torretta
medioevale con un oratorio affrescato nel Cinquecento non sono molti. Due di questi
sono il signor Benito Briccolani e sua moglie Lorenzina Bravi, della Badia del
Borgo, e la loro figlia Barbara valente restauratrice di dipinti antichi, mi ha
invitato a visitarla.
La torretta di Imo il Borgo
Già diversi anni orsono il
maestro Giuseppe Biagi, passando di qui nel corso di un trekking rimase
meravigliato e scrisse questo articolo per il settimanale Il Piccolo, di
Faenza.
Il posto preciso si chiama Imo il
Borgo, antichissimo sito accanto alla Badia omonima, che appunto in rapporto a
quella era "humilis, humus" ossia "jum" nel
dialetto del profondo medioevo.
Dietro queste case, per mille
anni sono passati i contadini che scendevano in paese e solo nel Novecento la
via è stata dismessa e sostituita dalla attuale strada Marradi - S.Benedetto.
La carta topografica del Catasto Leopoldino (1830) è molto chiara in questo. Dunque le torretta era sulla via
principale e da una porticina al piano superiore si entrava nell' oratorio.
Estratto dal Catasto Leopoldino.
Qui siamo nel cuore del Comune di
Marradi, perché i monaci vallombrosani della Badia sono stati per tanti secoli
i veri padroni del paese.
A loro si doveva una parte del
raccolto, un buon numero di tasse e balzelli e i primi documenti che parlano di
Marradi sono proprio dei contratti di vendita, affitto o concessione di terre
fatti presso il monastero.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
All'esterno della torretta in una
pietra d'angolo c'è una vecchia iscrizione scolpita.
Forse la lapide era a ricordo di
un bambino annegato o caduto di sotto: Girolamo (il
bambino) di Sandro (il padre), di Bartolo (il nonno) cadde (demengi = demersit). La
data è sottrattiva, MD = millecinquecento, XIIIIC = cento meno quattordici =
ottantasei e quindi era l'anno 1586.
La Lapide
nella pietra d'angolo
Dentro l'oratorio l'ambiente è
spartano, con il muro di sinistra affrescato. Un delicato lavoro di restauro ha
fatto comparire la figura di un santo o di un monaco benedicente, con la croce
in mano.
Non si sa quale santo sia, forse
san Giovanni Gualberto, monaco benedettino secondo la Regola Vallombrosana, ma
può anche darsi che sia un Abate della Badia del Borgo.
Un affresco antico
restaurato
da Barbara Briccolani
Sulla parete destra c'è una
Annunciazione di pregevole fattura dipinta da Barbara Briccolani e in alto la
scritta "Questa maestà è stata restaurata negli anni 1992 - 1995 per
volere dei proprietari Benito Briccolani e Lorenzina Bravi. Il restauro
dell'opera pittorica originale è stato eseguito dalla figlia Barbara autrice
dell' Annunciazione voluta dal padre Benito in ricordo della madre Annunziata".
L'Annunciazione
All'interno il tetto si presenta
a volte di mattoni mezzanini, murati con cura e di sicuro fu messo in opera da
un capomastro che sapeva il fatto suo.
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