per vedere le stelle
resoconto di Claudio
Mercatali
Oggi è il 19 luglio, è una serata
calda e siamo diretti all' osservatorio astronomico di Monte Romano, che
raggiungeremo con un trekking notturno di cinque o sei chilometri, lungo un
crinale alto e panoramico. Siamo in 137 questa sera a
Gamberaldi. I pulmini del servizio di navetta hanno finito il loro andirivieni
e si può partire.
Si sale per una vecchia strada
campestre e si passa subito accanto alla Perdolina, che si vede a destra nella foto qui accanto. E' un elegante agriturismo che
prima era un podere e prima ancora un edificio doganale del Granducato di
Toscana.
La strada è ripida e c'è da
patire per almeno un chilometro, Però consola il fatto che dopo saremo in un
crinale e della salita non ce ne sarà più.
Ed eccoci a Orticaia, una casa
che all'inizio del Novecento era dei Pescetti, vicini di casa della famiglia
Campana, a Marradi. I genitori del poeta la presero in affitto nell'ottobre del
1910 per Dino Campana, che era tornato agitato dal viaggio a La Verna. E qui
appunto è stata scritta la prima bozza di quel passo dei Canti Orfici.
Il confine di regione, che per tanti secoli è
stato un confine di stato, si vede bene nelle carte del Catasto del Granduca
Leopoldo. Alla Casa Bianca la carta finisce: dopo c'erano le terre del Papa,
toccava a lui cartografarle e infatti sono nel Catasto Pontificio Gregoriano.
Tutto ciò venne superato nel
1860, con l'unità d'Italia e lo sviluppo del nostro trekking per intero è nella
carta IGM qui accanto.
All'osservatorio di Monte Romano ci aspettano gli organizzatori di questo trekking e gli astrofili del Gruppo Antares, che gestiscono questa struttura.
Dopo il necessario ristoro un astronomo ci descrive le costellazioni, spiega come si fa a trovarle e le indica con un laser.
L'Orsa Maggiore, la stella Polare, la costellazione di Boote, Spica ...
Una carrellata anche lungo lo Zodiaco: il Leone, i Gemelli, lo Scorpione, il Sagittario...
Il cielo velato disturba un po' ma le nubi si aprono spesso e le costellazioni si mostrano per intero proprio come l'astronomo le aveva descritte quando si intravedevano a stento. E' proprio il caso di dire che il tempo vola quando si guardano le stelle e senza accorgercene siamo arrivati a mezzanotte. I pulmini ci aspettano per tornare.
Come si fa a ricordare le cose
dette dall' astronomo dell' osservatorio? L'astronomia è una scienza pratica e
se non osservate il cielo altre volte nelle sere successive il ricordo del nome
delle costellazioni svanirà ben presto.
Però una cosa si può fare: troviamo
un punto del cielo, lo zenit, che rimane impresso perché è esattamente
sopra di noi. In luglio e agosto allo zenit c’è la costellazione della Lira.
Distendete un braccio sopra la testa,
puntate il dito e guardate: quasi di sicuro avete centrato Vega. Questa stella
brilla in cielo come poche altre ma le sue compagne sono deboli e per vederle
bene serve un binocolo. E’ fastidioso puntare il binocolo verso l’alto e
tenerlo fermo, perché bisogna stare a collo torto e quindi conviene sdraiarsi a
terra con la testa su un cuscino, il che d’estate è anche piacevole. Così messi
si vedrà che Vega è una stella blu.
Accanto a Vega ci sono tre stelline che nelle carte celesti sono segnate con le lettere beta ( b ) gamma ( g ) delta ( d ). Queste danno forma
alla costellazione della Lira, intesa come strumento musicale, però la forma
non assomiglia a nessun oggetto.
Beta è una variabile a eclisse, cioè la sua luminosità cresce e cala regolarmente nel giro di due settimane. Qualche astronomo pensa che i minimi siano dovuti a un pianeta che percorrendo l’orbita le passa di fronte oscurandola un po’. Un’altra stella interessante è R Lirae, che è rossa. Se avete un binocolo 7x50 forse riuscirete a inquadrarla assieme a Vega e vi accorgerete meglio della differenza di colore fra le due.
Beta è una variabile a eclisse, cioè la sua luminosità cresce e cala regolarmente nel giro di due settimane. Qualche astronomo pensa che i minimi siano dovuti a un pianeta che percorrendo l’orbita le passa di fronte oscurandola un po’. Un’altra stella interessante è R Lirae, che è rossa. Se avete un binocolo 7x50 forse riuscirete a inquadrarla assieme a Vega e vi accorgerete meglio della differenza di colore fra le due.
Ora cercate Epsilon Lirae ( ɛ
) una stellina vicinissima a Vega, puntatela con il binocolo e vi accorgerete
che è doppia, cioè si tratta di due stelline una accanto all’ altra.
Se siete al buio da almeno dieci
minuti la vostra pupilla è dilatata al massimo e raccoglie tutta la luce che
c’è.
Se avete undici decimi di vista
potrete vedere le due stelline Epsilon separate anche senza il binocolo. Ci
siete riusciti? Potete essere contenti dei vostri occhi, perché le due stelle
distano da noi 180 anni luce, cioè circa 170.280 miliardi di chilometri.
E così tutto questo forse potrà
fissare in voi il ricordo di questa passeggiata di notte, nei monti di Marradi.
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