di Prestiti, Risparmi e Depositi
di Marradi
ricerca di Claudio Mercatali
Una azione nominale
da 200 lire del 1929
Nel 1861 a Marradi fu fondata una
banca, la Cassa di Prestiti, Risparmi e Depositi che poi nel 1890 cambiò nome in Cassa di Deposito e Sconto. Era un Istituto con una sola
agenzia, nel centro del paese.
La prima sede era al piano terra dell’Ospedale
poi nel 1870 circa, si trasferì dove ora c’è il Bar Sport, perché la
Congregazione di Carità, Ente che amministrava l’Ospedale, aveva bisogno di aumentare
la capienza del nosocomio. Nei primi anni del Novecento la sede era dove ora
c'è la Cassa di Risparmio di Firenze.
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1906
Nell' insegna che si intravede appena sulla facciata di via Talenti dove oggi c'è la filiale della banca Intesa Sanpaolo c'è scritto Banca di credito e sconto.
Nell' insegna che si intravede appena sulla facciata di via Talenti dove oggi c'è la filiale della banca Intesa Sanpaolo c'è scritto Banca di credito e sconto.
Attiva fino al 1934, fu
coinvolta nella crisi bancaria mondiale di quegli anni. Fallì e fu rilevata
dalla Cassa di Risparmio di Firenze, che ora è stata inglobata in Banca Intesa. Invece il Credito Romagnolo, detto “e Bànc di prit” perché amministrava i
soldi della Chiesa in Romagna, aprì la sua Agenzia nel 1921 nella strettoia
vicino al palazzo Torriani e poi nel 1928 costruì la sede in piazza Scalelle,
dove ora c'è l'Unicredit.
Lo storico
Giovanni Mini, nello Studio storico araldico di Marradi (1892) dice che era:
“ … una Cassa di Prestiti
Risparmi e Depositi, promossa nel 1860 dal Cav, Evaristo Piani e dal sig.
Giovanni Bandini, accolta assai favorevolmente dai loro conterranei, approvata
con Regio Decreto del 9 giugno 1861 e aperta al pubblico esercizio il 16
febbraio 1862 e oggi diretta da un Consiglio di Amministrazione, la quale ha un
giro annuo di capitali pressoché di 3.000.000 di lire”
Quanti erano tre milioni di lire? Per averne un'idea consideriamo che questi erano gli stipendi annui dei dipendenti comunali nel 1884: segretario 1250, aiuto segretario 750, scrivano 650, capo cantoniere 550, spazzino, 400, becchino, 360
Quanti erano tre milioni di lire? Per averne un'idea consideriamo che questi erano gli stipendi annui dei dipendenti comunali nel 1884: segretario 1250, aiuto segretario 750, scrivano 650, capo cantoniere 550, spazzino, 400, becchino, 360
Sempre dal Mini apprendiamo
che:
“Il Minghetti, Ministro dell’Interno, all’approvazione del
suddetto Regio Decreto, che attribuiva a codesta Società la condizione
giuridica di Corpo Morale, si compiacque encomiare tale filantropico concorso
diretto a favorire una Istituzione, Egli dice, che versa la sua azione
senz’altro corrispettivo che quello di fare cosa utile al proprio paese, e
assume poi nelle sue operazioni il carattere, forse imperfetto, di Istituto di
Credito in quanto mira a favorire il piccolo commercio e l’industria e intende
uniformarsi in molte parti alle leggi commerciali. Essa riveste un carattere
del tutto speciale per non essere soggetta alle leggi delle Opere Pie e per non
doversi riguardare come un vero e proprio Istituto di Credito …”
Regio Decreto di modifica dello Statuto
della Cassa di prestiti, risparmi e depositi in Marradi
Vittorio Emanuele II per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia:
· Visto il R.D. del 9 giugno 1865, che approva l’istituzione nel Comune di Marradi, provincia di Firenze di una Cassa di prestiti, risparmi e depositi.
· Veduta la delibera del 25 marzo 1866 dell’ adunanza generale di detta Cassa e udito il Consiglio di Stato. Su proposta del Ministro dell’agricoltura, Industria e Commercio abbiamo decretato e decretiamo:
Articolo unico
Articolo unico
Le nuove “Costituzioni” della Cassa di prestiti, risparmi e depositi in Marradi, viste d’ordine nostro dal Ministro predetto, sono approvate, con che si intendano aggiunte all’ art.3 le seguenti parole: “e l’approvazione governativa” Ordiniamo che il presente Decreto, munito del sigillo di Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Firenze addì 18 luglio 1866 Registrato alla Corte dei Conti il 4.08.1866
Gaspare Finali, (nella foto) nel 1875 era Presidente della Corte dei Conti e perciò firmatario del Regio Decreto qui accanto. Da giovane era stato patriota e rivoluzionario. Sorvegliato dalle Guardie Pontificie in Romagna, si rifugiò a Marradi, dove era al sicuro. Pò piano piano divenne un marradese d’adozione, e morì qui da noi nel 1914.
Dunque era un Istituto un po’ ibrido, però su questa
natura bisognerebbe approfondire, perché in quasi tutti gli atti costitutivi
della banche dell’Ottocento c’era la motivazione benefica ad
agire “senza scopo di lucro” che poi magari si perdeva con il trascorrere degli
anni.
Sta il fatto che i documenti della nostra Banchina sono conservati nell’ Archivio storico della Banca d’Italia nei rendiconti degli istituti di credito ordinario. La Cassa di Marradi era una società per azioni, con un capitale di 10.000 lire, controllata da azionisti locali, che erano gli immancabili Fabroni e i proprietari terrieri più ricchi: Torriani, Strigelli, Ceroni, Piani, Nati e altri. Il Regio Decreto del 18 luglio 1866 portò anche l’approvazione del Governo e della Corte dei Conti e così l’attività cominciò e andò a gonfie vele fino agli anni Trenta.
Il mercato creditizio dell’epoca,
soprattutto nel contesto del nostro paese era semplice, adatto a un istituto
di credito piccolo, con forte radicamento sociale e locale. La gente si fidava
e depositava i soldi nel libretto di risparmio.
Dobbiamo immaginare i marradesi dell’ Ottocento, il lunedì giorno di mercato, che andavano alla banca con il Libretto a versare o ritirare un po’ di denaro. Oppure pagavano le tasse e le bollette perché qui c’era l’esattoria comunale. Il bravo impiegato della Cassa scriveva in bella calligrafia gli importi, timbrava a inchiostro l’operazione, faceva una firma con lo svolazzo e riconsegnava la ricevuta al cliente. Qui da noi e altrove, molti libretti erano al portatore, cioè si dava il denaro a chi li presentava e quindi in teoria se andavano persi non si poteva ritirare più niente. Perciò tutti li conservavano con somma cura nel cassettone.
L’operazione finanziaria più
importante era lo sconto delle cambiali, un classico per una banca. Il Codice Civile lo disciplina così all' art. 1858: "il contratto con il quale la banca, dedotti gli interessi, anticipa al
cliente l'importo di un credito non ancora scaduto, vantato dal cliente verso
un terzo, ed egli cede alla banca, salvo buon fine, il credito stesso".
Questo era importante per il commercio e
anche chi non si intende di circolazione monetaria sa che i soldi contano
di più se circolano in fretta, soprattutto quando ce ne sono pochi.
Lo sconto delle cambiali era importante per la nostra banca, tanto che nel 1890 cambiò nome e si chiamò Cassa di Deposito e Sconto. I libretti si potevano fare a prelievo libero o vincolato, che davano un interesse più alto. La gente aveva pochi soldi, gli importi delle singole operazioni erano minimi e si lavorava “a formichina” cioè la raccolta avveniva un chicco alla volta. Nel 1874 l’importo medio delle operazioni era così basso che si dovette cambiare lo Statuto per stabilire un limite minimo all'importo delle operazioni.
La banca nei primi anni Trenta, al tempo della crisi. C'è già il palazzo del Credito Romagnolo (1929), è un giorno festivo di primavera, perché ci sono i fiori nel terrazzo...
Come andò a finire questa Cassa?
Perché fallì? Ci sono diverse risposte a queste domande: la responsabilità
principale a quel tempo venne addossata al direttore Odoardo Bandini, che era
un accanito giocatore di borsa e aveva fatto degli ammanchi di cassa, ma in
seguito si capì che non erano gravi, tanto che vennero risarciti dalla sua
famiglia.
Bandini scosso dal fallimento della banca e indebitato si suicidò nella Casa del Fascio con una revolverata alla tempia. Secondo
altri il fallimento avvenne perché la banca si era esposta troppo con dei
prestiti alla Fornace di laterizi Marcianella, che era dopo il vivaio
forestale.
Però è più probabile che i veri motivi del dissesto siano stati la
crisi del 1929, la recessione dei primi anni Trenta e la difficoltà a passare
da una imprenditoria agricola a una industriale. La Cassa fu comprata dalla
Cassa di Risparmio di Firenze. Forse era inevitabile che finisse così, perché
il mercato del denaro nel Novecento era del tutto diverso da quello del secolo
precedente e difficilmente un istituto così piccolo avrebbe potuto
sopravvivere. Però è importante che ci sia stato e soprattutto che sia stato
fondato e gestito da marradesi.
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