di Claudio Mercatali
La malva qui da noi si trova in
mezzo ad altre erbe, un po’ dappertutto, ai bordi dei campi e nei prati. Fiorisce da giugno a settembre. E' una pianta della famiglia
delle malvacee, che comprende diverse specie: quella che ci interessa è la
malva sylvestris, ma le sue sorelle sono tante: alcea, aegiptia, cretica,
neglecta, parviflora, pusilla, verticillata ...
Si riconosce bene dal fiore,
pentamero (5 petali), che ha una tonalità pallida fra il lilla e il lavanda, detto
appunto color malva, una delle tante
gradazioni del viola.
E' forse la piantina più venduta
in erboristeria, per la preparazione di infusi.
Per preparare una teiera di
tisana si mettono 15 grammi di foglie e fiori essiccati in mezzo litro di acqua
bollente per almeno cinque minuti, la dose giornaliera è di 2 o 3 bicchieri.
Per preparare il decotto: si
fanno bollire 25 grammi di fiori e foglie in mezzo litro di acqua per 10
minuti, si filtra, si strizzano con accortezza fiori e foglie per non sprecarne
il contenuto, 2 tazze al giorno. In tutti e due i casi si dolcifica a piacere,
meglio se con il miele.
A che servono questi preparati?
Secondo il detto popolare "La malva da tutti i mali
salva". Gli erboristi sono più
sofisticati e dicono che è una pianta omnimorbia, ma il significato è lo
stesso. Qui da noi era il rimedio tradizionale per il mal di gola (si facevano
i gargarismi) e si usava anche per disinfettare la bocca, facendo dei
risciacqui.
E' eliotropica, cioè nel corso
della giornata i fiori girano seguendo il sole. Secondo i puristi dell'
erboristeria i fiori vanno colti appena schiusi, la mattina presto, e
conservati in vasi di vetro, sigillati. Prima di coglierli bisogna lavarsi le
mani e stropicciarle in alcune foglie di malva.
A
fianco: è mattina e questa malva ha i fiori appena schiusi rivolti
a est (a destra nella foto). Nel primo pomeriggio i fiori sono voltati a ovest
(a sinistra) perché hanno seguito il sole.
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