Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 21 gennaio 2020

Da Rugginara a Modigliana per una via antica

In giro nei siti abitati dai Galli 
duemila anni fa
Resoconto di Claudio Mercatali


Brenno, re dei Galli

Ci sono diverse vie per andare dalla media valle del Lamone a Modigliana. A Sant’ Eufemia la campestre che comincia dal podere Il Palazzo (al magazzino Travi Lamone) sale al podere Rovina, scende nella valletta di Bago, risale fino a Lago e riscende proprio a Modigliana. E’ un noto percorso di allenamento per quelli delle mountain bike. Oppure da San Cassiano si può salire a Scampelluccio, fino al Monte del Tesoro (all’impianto del Metanodotto di Campo Piano) e poi scendere a Galliata e alla chiesa di Santa Reparata. Strada ottima per i ciclisti agili e con il cuore buono. Ci sono anche dei percorsi da trekking verso il Monte Budrialto: da Marignano o da Scorzolino fino a Galliana lungo strade bianche di antica memoria, ammodernate negli anni Sessanta dal Consorzio di Bonifica di Brisighella.

Adesso però interessa un’ altra via antica che sale al Budrialto da Rugginara a Galliana e scende nell’ Acerreta. Nelle carte granducali del Settecento e del primo Ottocento è segnata questa e non le altre. Questo percorso nel tratto dentro la fattoria di Galliana non è di libero transito perché il sito è una riserva di caccia e anche nei periodi in cui non c'è esercizio venatorio il fondo è chiuso. Perciò prima di passare occorre chiedere il permesso alla azienda. 



A destra, sopra: il versante del Monte Budrialto, da salire, visto da S.Adriano. Sotto, lo stesso monte nel versante da scendere visto dalla valle Acerreta.


Si parte da Rugginara, dove nel 1841 venne aperta la nuova dogana granducale. La via gira dietro le case e sale subito ripida. Questo è un tipico trekking invernale, perché già dall’ inizio si capisce che ci sono tante cose da vedere ed è meglio se gli alberi non hanno la foglia. Qui le terre sono fertili ma fangose e serve una decina di giorni per asciugare i suoli e camminare agili. Queste per me sono le condizioni ideali, però le vostre preferenze potrebbero essere diverse.

Dopo una ripida salita si arriva alla casa del podere Monte di Sotto, riconvertita in agriturismo. Siamo in una zona di insediamenti antichissimi, dove si arroccarono i Galli Boi per sottrarsi il più possibile all’ espansione inarrestabile dei Romani. La loro presenza è rimasta impressa nella toponomastica: Boesimo, Galliana, Galligata o Galliata. La prossima meta è Casa Checchi che si può raggiungere seguendo la strada moderna che sale serpeggiando. Però lo scopo ora è di percorrere la vecchia viabilità e quindi tiriamo diritto, a l’érta.

Si arriva così a Galliana di Sotto, dove ci sono le stalle e i fienili della fattoria. Dopo qualche centinaio di metri si arriva alla villa di Galliana. Lì accanto c’è la vecchia chiesa di San Rufillo, che compare già nelle carte del Cinquecento.







In cima al Monte Budrialto convergono i confini di Brisighella, Marradi e Modigliana. Il nome butrium è addirittura pre latino, celtico e significa luogo scosceso, o sito dal quale si dipartono molti fossi. Ci sono quattro esempi di questa parola anche a Palazzuolo (due a Mantigno, uno a Misileo e al Monte Carnevale).





Al centro della foto, 
sullo sfondo: Pian di Laguna


Mi piace Pian di Laguna, un podere con una casa in mezzo a un boschetto circondato da campi arati. E’ un riferimento perché si vede da tutti i lati del Monte Budrialto. Il nome è insolito per un podere in cima a un monte ma in realtà la lagǒna in questo caso è “la lacuna nel bosco” ossia l’area disboscata.
Il campo in primo piano è vicino al podere Valcula, ossia Vacùola, piccola valletta vucua, vuota, disboscata. Ci sono altri tre casi nella zona di Marradi, ne riparleremo.



Il versante di Galliata

Quando si scende verso l'Acerreta là di fronte si vede la fattoria di Galligata o Galliata, l’ennesimo toponimo gallico che si incontra in questa zona. Se fossi salito da Scampelluccio adesso sarei là: lo farò un’altra volta.

Ecco laggiù Campolasso, uno degli ultimi poderi del comune di Marradi prima di Modigliana. Oggi c'è una enorme piantagione di kiwi e il terreno è proprio adatto per questo, perché lasso in agricoltura indica un terreno molle, umido. Il fondovalle dell’ Acerreta è fertile e non c'è nemmeno un metro di incolto. Si vede anche il Molino di Bedronico: bedo in celtico significava canale. Le pendici qui sono scoscese. Luogo ottimo per un’imboscata … fra un po’ ne riparleremo.




Ai primi dell’ Ottocento in queste colline si aggiravano i briganti guidati da tal Giovanni Montanari, detto Burìga, originario di Bagnacavallo. I suoi compari erano gente della zona, cinque contadini, un bracciante, due vetturali e un mercante di pentole. Le loro malefatte durarono dall’ ottobre 1809 al 21 febbraio 1811. In questo giorno un benestante di Tredozio, rapinato, diede l’allarme suonando una campana. Buriga e i suoi furono inseguiti dalla gente e poi dai gendarmi di Marradi, e rimasero bloccati vicino alla chiesa di Santa Reparata. All’Osteria de vdòc (l’Osteria del pidocchio) ci fu uno scontro a fuoco, morirono una guardia e due banditi mentre gli altri furono catturati. 
Burìga il 12 settembre 1811 fu fucilato a Firenze. Dov’ era questa osteria? Nella vecchia carta del geometra Morozzi (1780 circa), si vede che il Poggiolo dell’ Osteria del pidocchio è proprio lungo la vecchia via da Marradi a Modigliana. Vdòc in romagnolo significa anche “avaro” e forse qui c’era un oste che lesinava nella mescita, oppure il posto non era il massimo per l’igiene.



Ecco la chiesa di Santa Reparata. Alla fine degli anni Settanta don Becattini, rimasto ormai senza parrocchiani a causa dello spopolamento delle campagne, le ridiede vita organizzando di continuo matrimoni e battesimi con rinfresco e grigliata nel parco attorno, allestito apposta. Anch’io ne approfittai. E’curatissima anche oggi perché questa attività ha avuto un seguito.







Il mio trekking prosegue verso Modigliana: il podere Linato, un tempo Linare, è nel sito dove sorgeva il castellare di Rocco Guerrini, architetto di fortezze e capitano emigrato in Germania al servizio del re Giovanni Giorgio di Brandeburgo, che lo nominò Graf zu Lynar (conte di Linare). Ecco qui accanto le notizie sulla sua famiglia scritte da Jacopo Fabbroni a metà dell’ Ottocento. Nel blog c’è  dell’altro su di lui e quindi andiamo avanti.




Fiumane

Sono a Fiumane, ormai alla fine della valle dell’Acerreta, che fra un po’ confluirà con l’Ibola e il Tramazzo per dare origine al torrente Marzeno. Alla confluenza dei tre corsi sorge Modigliana e la sua Roccaccia. Il fondovalle è sempre pianeggiante e rigoglioso, ricco dal punto di vista agricolo.

Come ho detto prima in questi siti avvenne probabilmente un’imboscata storica:
In un anno imprecisato alla fine del III secolo avanti Cristo, due legioni romane giunte qui per reprimere l’ennesima rivolta dei Galli si accamparono nei pressi di Castrum Mutilum, che forse era Modigliana. Essendo luglio il prefetto Caio Ampio mandò i suoi uomini a mietere per sé il grano dei Galli abitanti nei monti attorno e loro, provocati in questo modo e con una prospettiva di fame nell’ inverno seguente, si fecero coraggio e successe che …

Leggiamo il racconto dello storico Romano Tito Livio, che in Ab Urbe còndita scrisse così:


Eccoci alla meta finale, a Modigliana. Questo paese ha una storia medioevale insigne, perché fu per quattro secoli la sede del feudo dei Conti Guidi di Romagna. Alla caduta di questi dinasti (1377) il Comune si resse in autonomia sotto la protezione di Firenze ma poi nel ‘400 si diede alla sovranità piena dei Fiorentini e rimase parte del Granducato di Toscana fino al 1923 quando Mussolini lo passò alla provincia di Forlì assieme agli altri tredici comuni della Romana Toscana.





Per approfondire puoi cercare questi post 
nell’ Archivio tematico del blog:


22 luglio 2010   Briganti e malandrini nell’ Ottocento (voce Comunità di Lutirano)
18 agosto 2012   La scoperta della necropoli dei Galli (voce Archeologia)
15 aprile 2013   Rocco Guerrini (voce I Marradesi del Cinquecento)
26 maggio 2017   La necropoli di San Martino in Gattara (voce Archeologia)
10 gennaio 2018   Il passaggio della Romagna Toscana all’ Emilia  (voce La Romagna Toscana)

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