Ricerca di Claudio Mercatali
Ci sono certe stelle che per diversi motivi cambiano la
loro luminosità ad intervalli fissi. Chi abita in campagna può approfittare del
cielo senza il riverbero dei lampioni, con poche polveri e verificare, ma è un’osservazione
sofisticata, non facile.
E’ il caso di Algol, della costellazione di Perseo, che
varia la sua brillantezza una volta ogni due o tre giorni, per un motivo
sconosciuto agli antichi ma chiaro per noi oggi. Infatti questa è una binaria,
una stella doppia, formata da due corpi che orbitano uno attorno all’altro e quando
il più piccolo passa davanti al più grande provoca un calo della sua
luminosità, diciamo un parziale oscuramento, anche se la stellina passante non
è un corpo nero. Questa spiegazione
venne data per la prima volta dall’ astronomo John Goodricke nel 1782.
La debole costellazione di Perseo raggiunge il punto più
alto sull’orizzonte ai primi di gennaio. Conviene partire da Cassiopea, una
costellazione più facile da trovare, e seguire il percorso indicato in questa
figura. Oppure individuare le Pleiadi e Capella e tracciare idealmente un triangolo equilatero del quale Algol sarà il vertice.
Il Perseo di Benvenuto Cellini, Loggia dei Lanzi,
Piazza della Signoria, Firenze
Naturalmente la variabilità di Algol non era sfuggita ai
Greci che la inserirono nel mito di Perseo, che si può riassumere così: la
vanitosa regina Cassiopèa si vantava di essere più bella delle Nereidi, le
stizzose ninfe marine, che protestarono con Poseidone, il dio del mare. Costui
mandò un mostro a devastare il regno di Cassiopèa e il re Cefèo, per venire a capo del pasticcio provocato da sua moglie, si rivolse all’oracolo. I sacerdoti del
tempio gli dissero di sacrificare la figlia Andromeda, che c’entrava niente, per placare il drago. All’ultimo momento passò l’eroe Perseo e salvò la
sventurata appena in tempo, se ne innamorò, la sposò e fecero tanti figli.
Perseo era già famoso per aver ucciso Medusa, il mostro
che trasformava in una statua di pietra chiunque lo guardasse. Per non essere pietrificato le mozzò il capo
con un colpo di spada guardando la sua immagine riflessa in uno specchio.
L’eroe quando morì fu messo in cielo da Atena, come
costellazione, e la testa di Medusa nelle mani di Perseo è appunto Algol, che
pulsa intermittente. A Firenze c’è anche una famosa statua di bronzo di
Benvenuto Cellini che celebra questo mito, noto anche agli Arabi.
Ecco qui un articolo del settimanale faentino Il Piccolo,
del 1927, che dice più o meno le stesse cose che avete letto qui sopra.
Clicca sulle immagini
per avere
una comoda lettura
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