Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 20 marzo 2013

Gli affreschi di Palazzo Fabroni



all'interno del " Bar Bianco"
di Claudio Mercatali



Palazzo Fabroni


Palazzo Fabroni, quello in Piazza Scalelle, è un elegante edificio del Cinquecento, modificato nel Seicento e soprelevato nel Settecento, come ci dice Felice Antonio Fabroni nelle sue Memorie:


A dì 10 9bre 1777  "Ricordo come Jacopo e Luca e Francesco, fratelli Fabroni rinnovarono e alzarono la loro casa che hanno in Piazza con farci un altro piano di sopra, tutte le finestre nove di pietra nova con l'arme e di dentro buttarono giù tutti i palchi e fecero tutte volte alla volterrana. Vi principiarono a lavorare il dì 14 marzo 1777 e in un anno la resero abitabile, circa spesero da due milla scudi e perché non li avevano gli trovarono scambio in qua e in là, e di già ne avevano altri tre o 4 milla tolti avanti da' Cantoni di Faenza".

Probabilmente è in questa occasione che vennero dipinti e decorati a stucco i soffitti dei locali dove ora c'è il Bar Bianco.

Il pappagallo pitturato nella saletta più elegante era già un po' scolorito quando il capitano Giacomo Fabroni, nel 1847, fece un infervorato discorso, dal balcone soprastante, per festeggiare la concessione della Guardia Civica, fatta dal Granduca Leopoldo. Probabilmente la pittura era già stata imbiancata quando, nel 1906, i Socialisti fecero, sempre dal terrazzo soprastante, uno dei primi comizi a Marradi.
Nel 1946 quando il prof. Antonio Cassigoli fece il primo comizio dopo la guerra quasi nessuno dava importanza agli affreschi, affumicati dal camino e quasi tutti coperti da mani di calce.



Sopra:
la parete
"del pappagallo".

A destra:
un comizio del Circolo Unione (1906)
(da Tarabusi)




Poi, nel 1995, la famiglia Lombardi trasferì qui il bar latteria che era dalla parte opposta della piazza e con una certa sorpresa, durante i lavori, cominciarono a ricomparire le pitture. Il fatto non fu del tutto inaspettato, perché dai muri scrostati se ne intravedeva la presenza, però l'entità e la finezza dei manufatti stupì.


Servivano mani esperte e i lavori furono condotti da Francesco Graziani e Barbara Briccolani.


 













Da ora in poi parleranno le immagini ...

 


Tre viste della sala bar, che è
una delle due stanze affrescate.

 
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire


 





  

Tre particolari
delle decorazioni
del soffitto


 
Il restauro degli affreschi richiede diverse tecniche di intervento. Se il disegno è ancora abbastanza leggibile si procede al ritocco e soprattutto al ripristino dei colori originali, rimuovendo la patina di polvere e di ossido che lo ricopre.

Le fotografie qui di seguito sono tutte "doppie" e mostrano gli affreschi prima e dopo il restauro.


 

 











Le pareti accanto ai camini sono in genere difficili da restaurare, a causa della fuligine che ricopre e danneggia le pitture.
 In questa sala l'intervento sulle decorazioni è andato avanti praticamente un centimetro quadro alla volta.



 




 














 Nelle pareti lontano dai camini e soprattutto vicino alle finestre e alle porte, dove non era necessario accendere le candele le cose andarono meglio.

Occorre però una tecnica particolare per rimuovere l'imbiancatura senza staccare l'affresco e un'arte nella ripulitura e nel  ritocco.












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