Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

giovedì 30 settembre 2021

Il castello di San Cassiano

A guardia dell'accesso 
all'alta valle del Lamone
ricerca di Claudio Mercatali


Il castello di San Cassiano era un fortilizio importante, con una storia documentabile. E' al Passo delle Pendici e controllava l’accesso all'alta valle del Lamone. Faceva parte di un sistema di difesa ampio e ben strutturato, e non a caso da Loiano, un podere distante 2 Km che ha una torretta circolare, si vede bene anche il Castellone di Marradi. Dunque nell’ Alto Medioevo da qui si poteva segnalare un nemico in arrivo dalla Romagna o dalla Toscana. 


Dov'è il castello? Dalla strada statale non si vede ma è proprio sopra al paese, in posizione dominante. La foto satellitare di Google maps qui accanto chiarisce tutto.



Chi costruì questa difesa? Non lo sappiamo ma l’organizzazione civile dell’ alta valle in corti e castellari segna un punto a favore dei signori locali discendenti dai Longobardi. Le nebbie del Medioevo si diradano nel XIII secolo quando ormai da secoli non c’erano più i fondatori e prendono forma alcuni personaggi ...


Ugolino de’ Fantolini, Purgatorio XIX, 121 – 123 

Era un signorotto della zona, padrone del castello e di tante terre attorno. Guido del Duca, incontrato da Dante nel Purgatorio, parla dei romagnoli del suo tempo retti e prudenti e dice che essendo morti anzi tempo i suoi figli il nome di Ugolino non sarà macchiato dai discendenti (una ben magra soddisfazione …).

O Ugolin de Fantolin, sicuro
è’l nome tuo da che più non s’aspetta
chi far lo possa, tralignando, scuro
 

Alessandro Guidi da Romèna, Inferno XXX, 73 – 78 
Era il marito di Caterina Fantolini, figlia di Ugolino, erede del castello di San Cassiano. Alessandro era un capo dei Bianchi fuoriusciti da Firenze nel 1303, fra i quali c’era anche Dante. Condannato e graziato nel 1286 per aver fatto coniare dal fonditore Adamo il Falzario dei soldi falsi. Invece Mastro Adamo fu condannato al rogo e nell’Inferno dantesco è alle Malebolge, condannato a patire la sete in eterno. Dice che pur di vedere qui anche i conti Guidi rinuncerebbe all’ acqua di Fonte Branda (una nota sorgente del Casentino).

Ivi è Romèna là dov’ io falsai
la lega suggellata del Batista;
per ch’io il corpo su arso lasciai
 
Ma s’io vedessi qui l’anima trista
di Guido o d’Alessandro o di lor fratre,
per fonte Branda non darei la vista.
 

Maghinardo Pagani da Susinana, Inferno XXVII, 49 - 51

Feudatario, abile condottiero e politico. Dante lo descrive mutevole fra Guelfi e Ghibellini (muta parte da la state al verno). Il nido bianco nella terzina dantesca che state per leggere sarebbe il sito più alto di Susinana, o forse lo sfondo del suo stemma con il leone rampante.
 
Le città di Lamone e di Santerno
Conduce il lioncel dal nido bianco
Che muta parte da la state al verno



Questi personaggi si alternarono nella signoria del castello di San Cassiano alla fine del Duecento, dopo essersi combattuti duramente.

Come in ogni castello che si rispetti ad un certo punto ci fu un assedio, una capitolazione e la distruzione delle mura. Infatti alla fine del Duecento era sorta una disputa fra Alessandro da Romèna e Maghinardo Pagani, che si contendevano il predominio sulla zona. Le cose andarono come ci racconta lo storico dell'Ottocento Antonio Metelli, che vediamo qui sopra.  


Poi alla metà del Quattrocento cominciò il declino. La valle era stata spartita fra lo Stato Pontificio e la Signoria di Firenze con un accordo politico forte e i castelli non servivano più. All'inizio del Cinquecento il fortilizio venne abbandonato e lentamente cominciò la rovina.




A questo punto conviene leggere le memorie di Achille Lega nel libro Fortilizi di Val di Lamone (1883) perché lui era originario di S. Cassiano e la sua famiglia nell' Ottocento e anche prima era proprietaria dei resti del castello e delle terre attorno:



 

… Siccome i miei avi vissero a piè del castello e degli avanzi di questo io tengo il possesso ...


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Dunque ora non rimane che andare a vedere che cosa è giunto fino a noi ...




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Nel sito Associazione Promozione Sociale San Cassiano c'è una ricerca fatta molto bene sulla storia medioevale di questo paese.


giovedì 23 settembre 2021

1886 Una gita per la valle del Lamone

Una scampagnata in carrozza
da Faenza a Crespino sul Lamone

ricerca di Claudio Mercatali



Il cavalier Achille Lega scrisse diversi libretti di storia locale, editi dalla Tipografia Conti di Faenza. Il più noto si intitola Fortilizi di Val di Lamone ed è una rassegna dei vari castelli di questa valle, fra i quali anche il Castellone di Marradi.

Lega era particolarmente motivato per questa tematica, perché aveva ereditato dai suoi, che erano originari di qui, il Castello di San Cassiano. Nello scritto che stiamo per leggere ci parla del territorio in generale così come lo vide nel corso di una sua gita:

... una gita dalla gaia città di Faenza per l'amena valle del Lamone a Marradi fatta nell'autunno è un vero piacere ...




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sabato 18 settembre 2021

Il 1919 a Marradi

Cronaca di un anno difficile
del dopoguerra

ricerca di Claudio Mercatali



Il 1919 anche a Marradi fu un anno drammatico. La Grande Guerra aveva causato più di trecento morti e rovinato le loro famiglie. In più c’erano altrettanti inabili al lavoro non censiti e un buon numero di persone con gravi problemi neuro psichiatrici e psicologici. Oltre a questo imperversava la pandemia detta Spagnola, che in Europa fece più morti della guerra. 


Gli eventi avevano cambiato il mondo: qui in paese i contrasti sociali si erano acuiti e il Comune funzionava male. Tutto questo trova riscontro negli articoli comparsi sul periodico Il Piccolo, uno dei più letti nel Comune.




La notizia qui accanto è breve ma importante e ci fa sapere che in paese era attivo un circolo democristiano anche prima della fondazione del Partito Popolare Italiano (PPI) fondato da don Sturzo.

Era intitolato a Giuseppe Toniolo, un sociologo cattolico dell'Ottocento di elevata cultura. E' probabile che il circolo fosse stato aperto dall' arciprete don Montuschi.





Nel primo Novecento i parroci spesso gestivano le Casse Rurali, piccole banche per chi non poteva accedere al credito ordinario. Erano cooperative fragili e la Chiesa anche per sostenerle fondò il Credito Romagnolo, che perciò dai detrattori era detto la Bànca di prit.





Le Autorità anche per esorcizzare il dramma dei morti in guerra organizzavano spesso delle commemorazioni durante le quali si esaltava l'amor patrio, il valore, il dovere. Però la Prima Guerra Mondiale fu un inutile macello.
 





Anche a Marradi venne aperta una sezione del PPI.





Il duro lavoro delle filandaie dava origine di continuo a vertenze di lavoro, spesso gestite dal Sindacato Italiano Tessile nel quale le donne avevano una posizione di rilievo.
Nella vertenza descritta qui accanto intervenne anche l'arciprete e il sindacalista cattolico di Marradi Giuseppe Montefiori.





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Il 29 giugno fu il giorno tragico del terremoto del Mugello, che provocò due morti anche a Marradi.



Il paese di Casaglia venne distrutto. Invece Crespino, che dista solo tre chilometri, ebbe pochi danni.


Nel 1919 e negli anni seguenti ci furono molte vertenze sindacali fra i braccianti e i contadini e i proprietari, per il rinnovo del Patto Colonico. 





Venne avanzata da più parti la proposta di elettrificare la linea ferroviaria Faentina, sfruttando la corrente prodotta dalle centrali di Marradi e San Cassiano. Dopo un inizio che sembrava favorevole la cosa non ebbe seguito. 




L'influenza Spagnola fu una devastante pandemia che provocò la morte di milioni di persone in tutta Europa.