Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

giovedì 27 giugno 2019

Raffaello Franchi scrive su Dino Campana

Dalla rivista Campo di Marte,
15 agosto 1938
ricerca di Claudio Mercatali
 

 
Firenze nei primi anni del Novecento era una delle capitali italiane della Letteratura. I circoli di Papini e Soffici, le riviste letterarie La Voce, Lacerba, La Ronda, Solaria e Il Marzocco, facevano testo. Una vita cittadina brillante si svolgeva al bar delle Giubbe Rosse e al caffè Paszkowski.
 
 
Raffaello Franchi, ritratto
da Ottone Rosai
 
 
Raffaello Franchi, fiorentino (1899 - 1949) in quegli anni
era un ragazzo, fattorino del telegrafo con la passione
per la poesia e stravedeva per Papini e i letterati
dell' ambiente della Voce e di Solaria.
 

A. Viviani ce lo descrive così:

"quando venne la prima volta in casa di Papini (1914) con le tasche piene di poesie manoscritte mi parve di riconoscere a un tratto Giannettino di collodiana memoria scappato di nascosto dalle pagine del libro. Ragazzetto petulante e di loquela un po' becera, allora, con i pantaloni corti e le calze lunghe nere, goletta bianca inamidata alla marinara e sciarpa rossa a fiocco, saltellava irrequieto nel piccolo studio di Papini, senza trovare il modo di sedersi".

 
Questo ragazzo, nell'ambiente alternativo e frizzante dei letterati fiorentini, imbastì una relazione con Sibilla Aleramo, che aveva 23 anni più di lui e pianse quando lei lo lasciò per Dino Campana. Il ricordo della poetessa gli rimase dentro per diversi anni, come del resto l'amore per Dino Campana, come lui stesso ci dice nell'articolo qui accanto:

 
" ... Dino Campana è stato uno dei più forti amori letterari della mia adolescenza ...".
 

Fonte: Campo di Marte, rivista di Lettere e Arte. Quindicinale  fondata a Firenze nell' agosto del 1938 e finanziata dall' editore Enrico Vallecchi. I redattori erano Alfonso Gatto e Vasco Pratolini. Chiuse nel settembre 1939 allo scoppio della II Guerra Mondiale.
 
 

giovedì 20 giugno 2019

Una novena per la Festa del Sacro cuore

Scritta da don Claudio Bulgarelli
Parroco di Lutirano (1908)

 
 
La novena è un atto di devozione cristiana che consiste nel recitare preghiere per nove giorni consecutivi. Il nome deriva dal latino novenae  (per nove volte). È un rito preparatorio per una solennità come il Natale o la Pentecoste, o qualche altra ricorrenza del calendario liturgico.


La novena che ora interessa fu pubblicata nel 1908 da don Claudio Bulgarelli per la festa del Sacro Cuore di Gesù, una festa poco nota ai più. Il libretto si chiama Il giglio e la rosa e contiene anche un’altra novena, per la Vergine Maria, dove c’è il Cantico del Magnificat, ma di questa parleremo un’altra volta, perché le novene sono un po’ impegnative da leggere, come ammette lo stesso don Bulgarelli nella prefazione.







La devozione al Sacro Cuore di Gesù si deve in origine alla beata Margherita Maria Alacoque che insieme a San Claude de la Colombière ne diffusero il culto a partire dal 1672 nel monastero della Visitazione di Paray le Monial, in Francia, come dice don Bulgarelli. Divenne ufficiale per la Chiesa cattolica solo nel 1856.




E’ una festa mobile, che dipende dalla data della Pasqua e può variare dal 29 maggio al 2 luglio. Cade otto giorni dopo il Corpus Domini.

 








Don Bulgarelli, nativo di Castrocaro, fu parroco di Lutirano nei primi anni del Novecento. Figura come primo firmatario dell’atto costitutivo della locale Cassa Rurale, una piccola banca di credito agrario fondata assieme ad altri parroci della Valle Acerreta.



La storia di questa banchina è nel tematico del blog alla voce Archivio delle banche.
 
Don Bulgarelli, oltre che parroco e "banchiere" era anche portavoce della comunità e corrispondente del periodico faentino Il Piccolo, con il quale informava i suoi delle novità, come si può leggere qui accanto.






Il libricino Il giglio e la rosa, piccolo per dimensioni ma corposo (176 pagine) fu stampato solo in 500 copie e venduto direttamente dall’ Autore alla canonica di Lutirano. Ecco il riassunto del testo della novena:
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 






























Lutirano e la chiesa nel 1908

















Clicca sulle immagini
se le vuoi
ingrandire











 

 










In Appendice ci sono anche due canzoni:














Fonte: Il Giglio e la rosa, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (collocazione 24.9.30.00000, Inventario CF990296813 1v).


 

venerdì 14 giugno 2019

Giove e Saturno

Due pianeti da osservare
nell’ estate del 2019
ricerca di Claudio Mercatali
 

 

Questa estate i due maggiori pianeti del sistema solare percorrono il piano della loro orbita (l’eclittica) con un apparente movimento all’indietro (in moto retrogrado) e sono in opposizione. Hanno come sfondo le costellazioni del Sagittario e del Capricorno.

 
L’Opposizione di Giove

In astronomia una Opposizione si verifica quando la Terra sta fra il Sole e un pianeta. Non è un evento raro, è prevedibile e registrato nel Calendario delle Effemeridi, consultato spesso dagli appassionati di astronomia. Il pianeta è visibile fino all’alba, sorge ad Est, attraversa il cielo a sud est e tramonta a ovest.
 
 
Per chi è di Marradi questo significa che sorge sopra Pian dei Preti e tramonta circa al Monte Colombo. La ricerca di Giove è facile, perché è l’oggetto celeste più luminoso in questa parte del cielo. Sera dopo sera percorrerà la stessa orbita tanto che alla fine uno si stancherà di guardarlo e dopo qualche settimana, quando gli tornerà in mente non lo vedrà più. Se non siete di Marradi lo troverete guardando lungo lo stesso percorso della Luna nelle notti precedenti. Tenete conto anche del fatto che la Luna sorge con tre quarti d'ora di ritardo rispetto alla notte prima.

Ha tante lune ma le più famose sono quelle scoperte da Galilei, che le chiamò Io, Callisto, Europa e Ganimede. Sono i nomi di quattro amanti di Giove, tre femmine e un maschio (Ganimede) perché il padre degli Dei era bisex. Le lune sono visibili anche con un piccolo telescopio amatoriale: sera dopo sera a seconda della loro orbita si vedono quelle che non sono dietro al pianeta: …  una su un lato e una sull’altro o due da una parte, o tre … A suo tempo fu una scoperta eccezionale, che rese famoso Galilei ma gli costò anche una condanna dal Tribunale dell’Inquisizione perché non era ammissibile che ci fossero altre lune oltre alla nostra.

 
L’ Opposizione
di Saturno
 
Il nove luglio ci sarà l’Opposizione di Saturno e quindi questo e i successivi sono i giorni migliori per osservarlo. E’ il secondo pianeta del sistema solare per dimensioni, noto fin dall’ antichità e con il nome del dio romano dell’ agricoltura. Senza un piccolo telescopio i suoi anelli non si vedono e il suo aspetto è il solito dischetto bianco. Il primo a intravedere gli anelli fu Galilei, che però aveva un telescopio troppo rudimentale per osservarli bene. La forma degli anelli fu vista in modo chiaro solo un centinaio di anni dopo, da diversi astronomi. Oggi si sa che sono delle ampie distese di cristalli di ghiaccio che riflettono la luce del sole. Anche questo pianeta è in moto retrogrado e rimarrà nella costellazione del Capricorno fino a settembre.

 
Tutto questo ci serve anche per smentire la convinzione che la “prima stella” che compare alla sera è Venere, intanto perché questo è un pianeta e poi perché anche Giove e Saturno possono comparire per primi dopo il crepuscolo, quando “tocca a loro” cioè secondo i tempi del Calendario delle Effemeridi.
 
 

Per approfondire sull’Eclittica, l’Opposizione, la Congiunzione, il Moto retrogrado si può aprire il post “27 luglio 2018 Marte in opposizione” al tematico Astronomia.
 
 
 

sabato 8 giugno 2019

L'autobiografia di Luigi Maestrini

Militante sempre fedele
all’Idea
Dai documenti di famiglia
  
Maestrini con il carretto
dei canditi nella Piazza
di Marradi

Luigi Maestrini è stato un militante socialista e comunista della prima metà del Novecento. Marradese di adozione svolse gran parte della sua attività qui da noi, tanto da divenire una figura storica del socialismo. Poi, vedovo e perseguitato, si trasferì a Milano ma rimase fedele alle sue idee per tutto il Ventennio, pagando un caro prezzo.


Questa che segue è l'autobiografia, ritrovata fra le sue carte dal sig. Della Valle, che ne ha consegnato una copia alla Biblioteca Comunale di Marradi per futura memoria.
Nato a Borgo San Lorenzo l’ 8 maggio 1865
Nel 1898 a causa dell’aumento del pane fu proclamato lo sciopero in tutta Italia. Io ne fui l’organizzatore nel Comune di Marradi dove ottenni che le condizioni disagiate dei lavoratori fossero alquanti migliorate.


Dal 1900 al 1910 fui uno dei propagandisti della campagna anticlericale capeggiata dal settimanale L’Asino diretto dall’ onorevole Podrecca. In questo periodo di tempo fondai per ordine della Camera del Lavoro di Firenze la sezione marradese della suddetta camera.








Nel 1912 durante le elezioni amministrative fui eletto vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici. Ricoprii detta carica fino all’ 8 novembre 1918.













Nel 1919 iniziatasi la campagna reazionaria fu ucciso a Firenze il compagno Lavagnini, segretario dei ferrovieri, e subito dopo incendiata la sede del giornale La Difesa Socialista. Per questo la Camera del Lavoro di Firenze proclamò lo sciopero e io ne fui l’incaricato per il Comune di Marradi ove organizzai manifestazioni di protesta in massa. Per questo il maresciallo della locale stazione dei CC.RR mi denunciò falsando completamente il rapporto e io devetti rifugiarmi nella Repubblica di S.Marino.


Ebbero inizio le persecuzioni contro di me e i miei famigliari. Gli sgherri fascisti in combutta con il Maresciallo cacciarono mia moglie dal Buffet della Stazione che essa aveva in gestione. Per personale interessamento dell’ on.avv. Pescetti e dell’ on.avv, Fantini riuscii a ottenere la libertà provvisoria, però rientrato nel paese venni di nuovo arrestato e inviato nelle carceri di Firenze. Ivi fui processato e condannato alla pena di 4 anni di carcere. Fui amnistiato dopo sette mesi. Già iscritto al Partito Socialista dal 1912 in occasione del Congresso di Livorno feci il passaggio al Partito Comunista. Iniziò da allora, la particolare attenzione alla mia persona e famiglia, da parte della soldataglia fascista. Ostacolato fui pure oltre che sull’idea su tutti i tentativi intrapresi per lavorare. Dopo due anni tutte le loro persecuzioni avevano raggiunto lo scopo.


  
 







La miseria e il lutto erano nella mia casa. L’ 11/2/1924 moriva la compagna della mia vita, uccisa da quei delinquenti (morta di crepacuore in seguito alle continue persecuzioni). Da allora a intervalli quasi regolari la mia già caduca persona faceva conoscenza delle diverse e svariate celle delle “Murate”. Stanco di queste persecuzioni venni nel 1936 a Milano presso i figli già da diversi anni fuggitisi dal paese, illudendomi di sfuggirli. Invano, mi seguì molto da vicino tutto il “Papier” a me relativo e ricominciò a Milano la serie interrotta a Firenze solo però che qua era attinente alla visita degli amati cugini Vittorio e Benito. L’ultimo mio viaggio per S.Vittore è datato dal 22/12/943 cioè nel giorno dell’uccisione di Resega. Finì colà trattenuto a completa insaputa dei famigliari sino al giorno 9 gennaio 1944.




 





27 dicembre 1956  Il funerale di Luigi Maestrini a Milano



Nel periodo clandestino ho fatto del mio meglio, svolgendo opera di propaganda in favore dell’ insurrezione e delle forze partigiane racchiudenti nella loro fila due miei nipoti (uno nella Lavagnini a Firenze – l’altro nella VI Pasubio brg Matteotti) e un mio figlio Commissario della 126a Brg Garibaldina Ricotti. Mentre questi combattevano nelle formazioni della liberazione un altro mio figlio Libero e un mio genero Renzi Giuseppe subivano le più atroci torture nei campi di concentramento politici della Germania. Questa è stata in riassunto la mia vita riferita all’attività politica, da questa spero e ne sono certo prenderanno insegnamento pure i   miei nipoti come lo hanno fatto i miei figli.   

In fede Luigi Maestrini




Per approfondire: Il funerale di Luigi Maestrini : nel tematico alla voce "I personaggi" oppure digita Luigi Maestrini nella casella di ricerca in alto a sinistra, sotto la copertina del blog.

domenica 2 giugno 2019

1893 La Fira d'San Pir


Un viaggio avventuroso sulla
ferrovia Fantina.
da un documento dell'epoca



Una delle fiere più importanti di Faenza si tiene da tempi immemorabili nel giorno di San Pietro e Paolo (29 giugno). In occasione di questa, dal 1886 al 1926 si pubblicò ogni anno "La Fira d' San Pir" un foglio celebrativo della manifestazione, che aveva come tema di prima pagina le cose più importanti successe in quell’anno ed era anche ricco di personaggi e spunti di vita cittadina raccontati in dialetto. Nel 1927  divenne "La nova Fira d' San Pir" e uscì fino al 1955.

 

 
La novità dell’anno 1893 era l’inaugurazione della Ferrovia Faentina, festeggiata il 23 aprile all’ arrivo del primo treno da Firenze.

 
 



 
A quel tempo il viaggio in treno per molti era una novità e Liborio e Pulogna, una coppia di anziani faentini, decise di andare in gita a Firenze. L’emozione era tanta ma a Crespino successe che …

 

 
 
 
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FONTE: Emeroteca della Biblioteca comunale di Faenza