Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

sabato 18 maggio 2024

Casaglia

La piccola Terra nova

Ricerca di Claudio Mercatali




Certe volte i siti più isolati nascondono delle origini inaspettate. Questo capita a Casaglia, il noto paesino vicino al Passo della Colla con il nome vagamente spregiativo e in comune con altri quattro o cinque borghetti alpestri situati in altri luoghi. L’origine dell’abitato è interessante dal punto di vista storico, perché questa è una Terra nova fondata dai Fiorentini alla fine del Duecento.


Che cos’ era una Terra nova? 
Per rispondere bisogna allargare un po’ il campo della ricerca e risalire all’espansione del Comune di Firenze nel Medioevo, prima della Signoria e del Granducato. Nel Duecento la forza espansiva della Città aveva allargato il comune fino al Valdarno, dove vari feudatari e signorotti erano stati sconfitti e cacciati. Il Comune per consolidare le sue conquiste aveva fondato ex novo dei paesi, e da qui viene il nome. 


Tre di questi ancora oggi hanno il tipico assetto delle terre urbanizzate seguendo un progetto, con le strade ad angolo retto, convergenti in una piazza centrale e con un perimetro di mura perché erano di frontiera. Sono: Castelfranco di Sopra, San Giovanni Valdarno e Terranova Bracciolini. La stessa cosa in quegli anni o poco dopo avvenne nel Mugello, con la fondazione ex novo di  Scarperia e Firenzuola, che hanno un centro storico progettato a tavolino e un perimetro di mura. Anche il paese di Vicchio ha questa origine, però fu edificato su un sito dove c'era un precedente fortilizio a difesa del primo ponte sulla Sieve, che è del Duecento.






Nel Dizionario di Emanuele Repetti (1833) l’origine di Casaglia è già descritta in modo chiaro e si legge che nel 1332 il paesino fu devastato dal Conte Simone da Battifolle, un truce membro della famiglia Guidi, che signoreggiava anche nel Mugello da Vicchio fino a Rufina. 

Tanto per inquadrare il soggetto si può dire che nella Cronica di Giovanni Villani c’è scritto che costui, nel 1268, preso il castellare di Molezzano (vicino a Gattaia di Vicchio) fece cavare un occhio al castellano che aveva cercato di resistere.




Dallo storico del Cinquecento Scipione Ammirato apprendiamo che nel 1283 il comune di Firenze per controllare il Passo della Colla fece comprare la zona di Pietrasanta, poi rinominata Casaglia, dai monaci della Badia di San Paolo in Razzuolo per non indispettire più di tanto i monaci della Badia di Crespino. 

Poi nel 1345 offrì terra e dimora a 50 fiorentini purché si stabilissero là a contrastare le prepotenze degli Ubaldini, un’ altra famiglia di feudatari che signoreggiava nel Mugello da Borgo san Lorenzo a Barberino.

Dunque all’epoca Casaglia era un posto tutt’ altro che tranquillo, al limite del territorio dei Guidi e degli Ubaldini, tartassato dalle angherie di entrambi, che pretendevano un pedaggio per passare dalla Colla. 


Da qui la necessità di fondare una Terra nova, più piccola di quelle descritte prima, ma non per questo meno interessante.




C’è rimasto qualcosa a Casaglia a testimoniare questa origine? 
Intanto il paesino ha un accenno di impostazione urbanistica e di certo non fu edificato in modo casuale, ma con il tracciato della vecchia Faentina dentro il paese e una ordinata disposizione degli edifici. 

Però la traccia più evidente è nella partizione dei terreni circostanti, suddivisi in particelle regolari, con confini retti, tracciati dalla mano di un geometra. Sono le suddivisioni del Duecento? 


Non lo sappiamo, ma fanno bella mostra già nel Catasto Leopoldino del 1822. Casaglia non ha castagneti, perché è a solame e il terreno è marnoso e basico, però il castagno anche qui era l’albero del pane. 



I castagneti dei casagliesi sono nel versante di fronte, a bacino, su suolo arenaceo e quindi acido e infatti la partizione anche in questo caso è regolare ed estesa.

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Digita sul Tematico la casella "Comunità di Casaglia". 





domenica 12 maggio 2024

A un anno dal giorno del diluvio

Il disastroso maggio 2023
a Marradi

Sopralluoghi del geologo
Claudio Mercatali

In rosa: l'area della Romagna
colpita dall'alluvione



Mai vista tanta gente di Marradi alla stazione di Fognano come nel pomeriggio del 17 maggio 2023. La strada era franata a San Cassiano ed eravamo lì per prendere il treno, visto che anche tutte le altre strade per il paese erano interrotte. Non c’era più posto per parcheggiare. Arrivammo a casa senza apprensione perché la ferrovia è sempre stata per noi un collegamento rassicurante. Però quello fu l’ultimo treno, anche la linea Faentina fu flagellata dalle frane e rimase chiusa, nel tratto per Faenza, per diversi mesi.


Poi lentamente, giorno dopo giorno, girando in moto il disastro si rivelò qual era …





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La strada da Lutirano a Tredozio fu la più devastata (è così anche oggi)










Il torrente Acerreta straripa a Lutirano e minaccia un giardino   ... il mio!

lunedì 6 maggio 2024

Breve storia della Strada Faentina


Da un articolo 
del settimanale
Il Nuovo Piccolo (1927)

ricerca di Claudio Mercatali



La strada Faentina risale al tempo dell' Antica Roma ma non era una via consolare. La maggior parte degli studiosi la considera coma una Municipalia, ossia una strada locale, che peggiorava man mano che si inoltrava nei monti. Non c'è accordo nemmeno sul tracciato antico perché oltre al percorso lungo la valle, quello odierno, che sembrerebbe ovvio, furono avanzate altre ipotesi, descritte in questo articolo del settimanale Il Nuovo Piccolo.


Nella Pieve del Tho, cioè dell' Ottavo miglio, c'è una colonna di granito ricavata da una vecchia pietra miliaria della Faentina.



Clicca sulle immagini
per avere
una comoda lettura
Secondo alcuni la Faentina a Sant' Eufemia deviava a sinistra salendo fino a Castel dell' Alpi (Premilcuore). E' un percorso poco credibile.

La strada arrivava a Firenze in corrispondenza della attuale Fortezza da basso, che è sui viali di circonvallazione.