Un viaggio al Delfino
e alla Volpetta
ricerca di Claudio Mercatali
L'Aquila, la Freccia
e il Delfino
secondo il geografo
Gerardo Mercatore
In cielo oltre alle stelle c'è
una quantità incredibile di corpi reali e di fantasia. Si possono cercare le
nebulose, le galassie, gli ammassi stellari e le figure delle 88 costellazioni
ufficiali. Oltre a queste c'è una ricca serie di figure immaginarie, dette
asterismi, che soddisfano tutte le fantasie.
Questa notte il nostro obiettivo
sono alcuni oggetti del cielo profondo vicino alla stella Altair: con il
binocolo cercheremo tre costellazioni deboli, in una delle quali c'è un
asterismo dalla forma particolare.
Il Delfino è una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo duemila
anni fa. E' piccola e si fa fatica a vederla, però la sua forma si ricorda bene
perché è la sagoma di un delfino che salta.
La Freccia è una costellazione che ha solo quattro stelle e giace
sulla via Lattea. Deve il nome alla sua forma e ad essa è collegato questo
famoso mito: il Titano Prometeo rubò il fuoco agli Dei e lo portò ai mortali. Per questo
Zeus lo incatenò ad una roccia nel Caucaso, dove un' aquila gli rodeva il
fegato. Prometeo era immortale, il suo fegato ricresceva, e l'aquila tornava
ogni giorno per mangiarlo di nuovo.Ercole lo liberò
durante la sua Undicesima Fatica dopo aver ucciso l'aquila
con una freccia.
La Volpecula, in italiano Volpetta, è una costellazione debole formata
da diverse stelle appena visibili ad occhio nudo. Qui nel 1967 fu scoperta la
prima pulsar, ossia una stella ormai spenta che manda dei segnali radio come
ultimo segno della sua vitalità. Le pulsazioni arrivano anche oggi, al ritmo di
uno ogni 1,33 secondi (le pulsar sono molto regolari). Il nuovo oggetto si chiama PSR 1919 -21 (Pulsar ad ascensione retta 19h 19m e declinazione +21°).
Ai margini della Volpecula c'è la
Gruccia, un gruppo di circa 40
stelle scoperto dall'astronomo arabo Al Sufi nel 964 d.C. e riscoperto in
maniera indipendente dall'astronomo siciliano Hodierna. E' noto anche come
Ammasso del Brocchi, dal nome dell' astronomo americano che lo studiò negli
anni Venti e forse gli diede il nome Coathanger, Gruccia appunto. Si ritiene
che non sia un ammasso, perché sembra che le stelle non siano tutte alla stessa
distanza e quindi più esattamente andrebbe definito come un asterismo, una
figura.
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