Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

sabato 16 gennaio 2016

Marradi nel 1620


Secondo la descrizione

del Cancelliere Manetto Berti

di Luisa Calderoni


Lo stemma dei Fabroni

Il 12 gennaio 1620 il capitano Alessandro Fabroni, il dottor Luca e suo fratello Leonardo, assieme a Filippo Fabroni percorsero in lungo e in largo Marradi assieme al Cancelliere Manetto Berti, venuto apposta per un sopralluogo.
Il Cancelliere descrisse i palazzi dei Fabroni, cioè praticamente mezzo paese, e compilò una ettagliata relazione. Come facciamo a saperlo? 
Lo sappiamo perché è stata trovata una vecchia copia della relazione. Non si sa perché i Fabroni chiesero al Cancelliere questa specie di estimo dei loro fabbricati, ma non importa, però ci interessa la descrizione del Cancelliere, che ci permette di fare un salto nel tempo. Ora rifaremo lo stesso percorso che questi signori fecero nel gennaio del 1620. In che modo?


 
E’ semplice, seguiremo passo passo il racconto di Manetto, che è un pignolo e si sofferma su tanti dettagli:

…Trasferitomi in compagnia dei predetti (Fabroni) alla chiesa dell’Annnunziata, fuori Marradi circa un terzo di miglio, vicino alla strada maestra per Firenze, in un pratello avanti a essa fu visto esservi due strade lastricate a sdrucciolo per potervi venire da ogni banda, ed entrati in chiesa mi fu mostro l’altare di pietre conce nelle quali si veddero due Arme ( = stemmi) … una a sinistra dell’ altare con tre spade che finiscono in un punto e sopra tre martelli e una a destra, quella della religione dei Servi, simile a quella della Santissima Annunziarta di Firenze … e poi mi fu mostra la pila dell’acqua benedetta nella quale si vede intagliata l’Arme dei Fabroni …

Dunque L’Annunziata aveva due strade d’accesso. C’erano ancora nel 1822 e si vedono nella  carta del Catasto Leopoldino. Dopo la visita il nostro Confaloniere attraversa il Lamone:



… et avendo finita la visita della chiesa fui condotto poco lontano da essa a visitare una casa grande detta Il Casone e così passato il ponte e fiume del Lamone mi fu mostro dai detti Fabroni il ponte che dissero essere già tutto di sasso ed oggi si vede che vi son le basi di qua e di là con maglie grosse e per di sopra vi è il ponte di legno … arrivato mi fu fatto vedere un casamento antico con portici dinanzi in volta e nei portici l’arma Fabroni e di poi fu vista la scala per salir sopra, si vedde essere scala nobile con antico e nei portici l’arma Fabroni con begli appoggiamani di pietra et a terreno buone stanze e tra le altre la stalla capace di quaranta cavalli almeno e per di fuora si vedde esservi principio nobile con sopra la colombaia grande, alta anzi quasi di torre …

I PALAZZI DEI FABRONI
Ø    Il palazzo Fabroni davanti al Comune 1475, 
Palazzo Cannone, accanto al Suffragio 1499
Ø      Villa degli Archiroli, ora villa Ceroni 1550, 
Villa  Annunziata, con annessa chiesa 1493
NOTA Si trova scritto Fabroni o Fabbroni a seconda dei documenti


Quindi sotto l’Annunziata c’era un ponticello. Il Casone oggi è un edificio piccolo, e la colombaia non c’è. Evidentemente qui è successo qualcosa, forse un incendio, un crollo, 
nel ‘600 o nel ‘700 .... Si va verso Marradi:

… e tornato per il medesimo ponte me ne andai alla volta di Marradi … dove arrivato mi fu mostro a man ritta una casa posseduta di presente da Matteino di Bartolomeo Fabroni. La quale appare fatta con disegno nobile, antica bene e non finita, con una porta di bozzi rilevati bene a mezza botte, finestre a terreno simili, e di sopra al primo piano quattro finestre che posano in un cordone di bozzi e finestre simili a quelle della porta et all’ultimo cinque finestre grandi, la prima et l’ultima son consumate …




Dove siamo? L’unica casa di due piani a “man ritta con disegno nobile ” all’inizio del paese è l’attuale palazzo Ceroni Bernabei, che però è più grande di quello descritto da Manetto. Proseguiamo:


… trasferitomi seguitando la visita nella piazza di Marradi mi fu mostro che non vi erano altre case se non quelle dei Fabroni eccetto due degli Ubaldini usciti di Firenze … e si cominciò la visita da una casa in testa di detta piazza, che dall’aspetto si vedde essere antica e fu detto esser già di Matteo di Sandro Fabroni, la quale per di fuora ha una porta nel mezzo con bozzi antichi assai rilevati e al primo piano di sopra sette finestre alte tonde e all’ultimo altrettante simili e nelle cantonate due scudi di pietra con l’Arme dei Fabroni …




Qui è chiaro, si parla di Palazzo Cannone. Gli “scudi di pietra nelle cantonate” ci sono ancora, tutti consumati. Andiamo avanti:

… e trasferitomi nella scuola della città di Marradi mi fu mostro nella stanza dove stanno gli scolari dove son le panche e la cattedra … un’arme piccola entro solo tre martelli (= un piccolo stemma con tre martelli) …

Questa descrizione della “scuola” di Marradi in piazza è interessante. E’evidente che una casa a fianco di Palazzo Cannone aveva questa funzione.

 … e seguitando per la medesima piazza dirimpetto al palazzo del Capitano di Marradi fu vista un’Arma antichissima alla casa di … ? Fabroni con lettere che dicono Ant.o di Pierone Fabroni 1474 che è antichissima e la seconda parola non si intende.




E qui siamo “dirimpetto” al Comune e si parla del palazzo che sta di  fronte.

.. e arrivati nella Chiesa delle Monache di Marradi fu mostro l’altar grande con tavola di marmo di Giorgio di Arezzo bella et in più d’essere scritture di Luca di Jacopo Fabroni che la fece fare, et arrivati alla chiesa di S.Lorenzo, principale del luogo, furono mostre due cappelle con l’Arme dei Fabroni una accanto all’altar grande a man manca et altra da quella banda ricontro alla porta del fianco della chiesa et altra avanti a detta porta di fianco simile.

Queste cappelle oggi non ci sono, perché la chiesa fu riedificata alla fine del ‘700. Però la “porta del fianco della chiesa” è quella sulla statale, vicino alla strettoia. Siamo a sera e Manetto si ferma. Il suo giro riprende il giorno dopo, 13 gennaio 1620:

… seguitando la visita e arrivato nella strada dov’è il magazzino destinato a tenere i grani, mi furono fatte vedere due case, una del Capitano Giovanni Fabroni luogotenente della Banda di Romagna e l’altra dell’Alfier Sallustio Fabroni ridotta per di fuor alla moderna nelle quali si vedderro dipinte due Arme dei Fabroni et una pietra nella cantonata …

Quando il fosso della Badia era scoperto, c’era un ponte di fronte al palazzo Fabroni che oggi ospita la Banca Popolare di Ravenna, e l’arcata c’è ancora, sotto la pavimentazione. Era il Ponte del Magazzino, perché portava al magazzino del grano. La “pietra nella cantonata” è lo stemma nell’angolo.

… e seguitando per la medesima strada, arrivati alla casa di messer Giannotto del sig.Luca Fabroni posta alla fine del Castello di Marradi verso Firenze venendo per la medesima strada del magazzino e nell’arrivare del principio di essa fu visto essere fondato nella strada maestra una muraglia con una strada sopra di essa larga 3 braccia e lunga 75, a sdrucciolo, con cordoni di pietra a ogni braccio, fatta anticamente per andare a quella casa e solo per inizio di essa ed entrati in detta casa si entrò in un cortile sopra la porta del quale fu vista un’Arme antica …

Manetto Berti con pignoleria misura l’accesso alla villa Ceroni e dice anche che c’erano paracarri di pietra ogni braccio (= 0,58 metri), cioè più fitti di quelli di oggi.

… e si arrivò alla casa di messer Giannotto, che fu vista assere antica e ridotta alla moderna, con buoni appartamenti, giardino, fonte, peschiera et altro e con una colombaia sopra. Alta anzi di torre intonacata di nuovo …               (Il giardino e la colombaia sono quelli della villa Ceroni).


Nessun commento:

Posta un commento