Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 30 giugno 2020

Don Giovanni Verità

Una visita al Museo in casa
del prete patriota scomunicato
Ricerca di Claudio Mercatali



Don Giovanni Verità nella scala
davanti a casa sua, ritratto dal
suo compaesano Silvestro Lega


Don Giovanni Verità, don Zvan per i suoi compaesani, nacque a Modigliana nel 1807 e vi morì nel 1885. Al suo funerale c’era una folla grande, in piena foga emotiva. Il rito era civile, con le bande musicali dei paesi vicini, anche quella di Marradi e quindi le esequie di un prete celebrate senza preti già danno un’idea della situazione.




















Don Giovanni era contrario al potere temporale del papa, iscritto alla Giovine Italia, scomunicato anche per aver celebrato i sacramenti del battesimo e del matrimonio fuori dalla chiesa. Era tollerato dalla gendarmeria granducale per la liberalità di Leopoldo II di Lorena (Modigliana allora era sotto Firenze) o forse anche perché si cercava di non suscitare moti di rivolta nei suoi compaesani.







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una comoda lettura





Questo e altro ancora si può leggere nei vari siti internet che parlano di lui. Fu la guida di Garibaldi in fuga nel 1849, che passò assieme a lui da Modigliana a Marradi e a Palazzuolo. Di questo ne riparleremo presto.






Adesso ci interessa il Museo allestito con molta cura nella sua casa di famiglia, in centro a Modigliana, dove ci sono dei cimeli risorgimentali importanti. 


La casa è arredata come allora, con molti mobili originali di metà Ottocento.




C'è anche l'elmo di un Velite granducale, ossia un cavalleggero del granduca Leopoldo II








Alle pareti ancora quadri di Silvestro Lega: Mazzini morente e un famoso ritratto di don Verità con la piuma al cappello.






E poi naturalmente cimeli del Risorgimento di ogni tipo.







Una fotografia all’ ingresso spiega che con il trascorrere del tempo la sua tomba al cimitero vecchio del paese era andata in abbandono e allora nel novembre 1929  successe che …



Il Regime era stato preso alla sprovvista da questa vampata di patriottismo e volle porre riparo al torto. Fu chiuso il cimitero vecchio e ne venne fatto uno più avanti, oltre il torrente Marzeno, con la tipica architettura del Ventennio. Al centro la tomba di don Verità e davanti quelle dei modiglianesi.









In precedenza, nel 1906, era stata eretta la bella statua che ancora oggi si vede all'inizio del Corso.





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