Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

domenica 18 luglio 2021

La battaglia delle Scalelle

Resoconto dalla Nuova Cronica 
di Giovanni Villani
ricerca di Claudio Mercatali



Perché parlare ancora di questo episodio avvenuto qui da noi e descritto tante volte? Il fatto è che gli storici lavorano sulle fonti dei secoli passati, le analizzano, le sintetizzano e quindi aggiungono o tolgono qualcosa. Non è una azione in malafede ma una inevitabile conseguenza di molte ricerche secondarie, ossia quando lo storico riferisce quello che ha letto da altri, i quali a loro volta hanno derivato le notizie da altri ancora. Così è successo per la battaglia delle Scalelle (luglio 1358), descritta dallo storico dell'Ottocento Antonio Metelli, che usò soprattutto il Dizionario di Emanuele Repetti, il quale aveva riproposto la descrizione di Scipione Ammirato, uno storico fiorentino del Cinquecento.




Però nel nostro caso la fortuna ci assiste, perché disponiamo anche della descrizione fatta da Giovanni Villani, uno studioso vivente al momento del fatto. Per giunta lui, suo fratello Matteo e suo nipote Filippo erano dei cronisti più che degli storici e nella Nuova Cronica descrissero le vicende del Trecento fiorentino in base ai racconti dei protagonisti dei vari fatti avvenuti.

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una comoda lettura

Per la battaglia delle Scalelle le notizie che state per leggere vengono soprattutto da quattro ambasciatori, che il Comune di Firenze aveva aggregato alle masnade del Conte Lando per cercare di mitigare i danni prodotti dalla sua Compagnia di Ventura in transito nella nostra valle.

 
I quattro rientrarono in città incolumi ma se l'erano vista brutta, perché erano stati presi in ostaggio dai mercenari del Conte, usati come merce di scambio, minacciati in vario modo e liberati solo dopo il pagamento di un riscatto e il rilascio di un salvacondotto per la fuga delle soldatesche sconfitte.

 

Dunque non ci rimane che leggere questa cronaca, ricca di particolari autentici e anche piacevole da scorrere, perché i Villani erano degli ottimi narratori. 

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