bisogna salire sui monti
Ricerca di Claudio Mercatali
Nelle notti invernali il suolo raffredda rapidamente l’aria a diretto contatto, che diventa più densa di quella soprastante. Il fenomeno è favorito dall' assenza di vento e dalla geografia, perché in un fondovalle il suolo raffredda l'aria da tre lati. Dunque in queste condizioni meteo l'aria calda galleggia su quella fredda e si verifica una inversione termica.
Nella pianura della Romagna, in assenza di vento e in condizioni anticicloniche, ossia nelle notti invernali serene lo spessore d’aria più fredda di solito è di 200 - 300 metri e quindi a partire dalla media collina fino alla cima dei monti le temperature sono più alte.
Nella conca del Mugello lo spessore d’aria fredda è di 150 – 200 metri e il fondovalle a Borgo San Lorenzo (212 m di quota) di notte e al primo mattino è freddo e nebbioso mentre a Ronta (400 m di quota) l’aria è tersa. Qui il sole impiega qualche ora a penetrare la coltre nebbiosa, perché il suo candore riflette verso l’alto i suoi raggi. Però quando i primi raggi giungono al suolo il riscaldamento della terra è veloce (così come è stato veloce il suo raffreddamento la sera prima) e la nebbia scompare presto. A Borgo San Lorenzo il cielo diventa sereno verso le 11, quando a Ronta i tetti sono già asciutti.
Anche nella valle del Lamone il suolo freddo provoca un calo di temperatura nell'aria soprastante, a volte si forma la nebbia ma più spesso no. Se non c'è nebbia come si può notare l'inversione termica?
Se la nebbia non c'è l'inversione termica si nota bene guardando il termometro dell'auto, quando si sale dal fondovalle fino ai valichi circostanti.
L'aria fredda ferma nei bassi strati oltre alla nebbia provoca anche il ristagno degli inquinanti. Le polveri sottili emesse dalle nostre attività per disperdersi devono essere trascinate dalle correnti ascensionali, che si creano solo quando l'aria calda sale.
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