Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

domenica 18 aprile 2021

Razzuolo

Un paesino con un monastero 
dell'anno Mille
ricerca di Claudio Mercatali



Razzuolo è un paesino composto da una trentina di edifici, incassato nell'alta valle del torrente Ensa, a 11 km da Borgo San Lorenzo e a 5km dal Passo della Colla. Chi scende dal passo quando arriva lì ha la sensazione, errata, di essere quasi alla base del monte ma in realtà Razzuolo è un centinaio di metri più alto di Crespino. 



Era una tappa per chi voleva valicare l'appennino quando ancora non c'era la strada: chi partiva da Borgo San Lorenzo dopo 3 miglia (4,9km) arrivava a Ronta dove c'era la fonte per sé e per il suo cavallo, e poi di tre miglia in tre miglia arrivava a Razzuolo, alla Colla, a Casaglia, a Crespino, a Fantino e a Marradi. Questo borghetto schiacciato fra i monti sembra insignificante e invece ha una storia millenaria. Ecco un riassunto delle cose più importanti.

Don Giovanni Gualberto nacque a Firenze nel 985 e circa nel 1010 costituì una famiglia monastica, riconosciuta dal vescovo di Fiesole. Fondò nel 1015 il monastero di Acqua Bella (detto in seguito Vallombrosa) e poi l’Abbazia di Moscheta (1034). 


Poco dopo il 1047 fondò a Razzuolo la terza Badia vallombrosana dedicandola a San Paolo, e la affidò all’abate Teuzzone e ad altri otto monaci suoi seguaci. Citata in una bolla di Pasquale II del 1115 e poi in un’altra di Innocenzo III del 1198, la Badia aveva un ospizio per i poveri, per i pellegrini e qualche giaciglio per chi era senza dimora. Dopo Teuzzone, in epoca più tarda, furono abati il Beato Alberto, fiorentino, e poi Antonio e Francesco Della Casa. Alla metà del Duecento il cardinale Ottaviano degli Ubaldini, signore di tante terre nel Mugello, per fasi perdonare qualcuno dei suoi peccati , offrì al monastero il possesso di Razzuolo e della Crucifera (alla Colla di Casaglia), luoghi adatti per la vita monastica.



Nel Seicento i monaci abbandonarono Razzuolo per trasferirsi nella sede di Ronta, alla chiesa della Priorìa, e la Badia perse di importanza.

Il monastero fu ristrutturato nel 1687 e nel 1730, ma poi il granduca Leopoldo I ne decretò la chiusura alla fine di quel secolo. L’edificio della Badia di Razzuolo era un intralcio per il transito sulla nuova Faentina granducale e per allargare la strada fu demolita l’abside della chiesa, riducendola allo stato in cui è ora. 


Furono modificati il transetto, il coro e l’altare maggiore, sotto al quale forse c’era la tomba del Beato Teuzzone. Così oggi è difficile riconoscere la struttura originaria.





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San Paolo a Razzuolo è la chiesa parrocchiale, che in origine era parte del monastero. L'accesso era dalla parte opposta rispetto a quello odierno, ma la chiesa fu voltata di 180 gradi (!) alla fine del Settecento, in modo da avere la facciata verso la nuova strada granducale, che corrisponde alla strada maestra attuale.


La via medioevale è dietro alla chiesa e la vede bene chi ha la curiosità di girare attorno all'edificio.

Tutto il valico era brullo, con le rocce bene in vista, irriconoscibile rispetto a quello odierno.



 

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