Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

venerdì 12 dicembre 2025

Osserviamo Capella Procione e Spica

Tre stelle molto luminose
Ricerca di Claudio Mercatali


La luminosità di una stella si misura in Magnitudini. Ce ne sono due tipi:

La Magnitudine assoluta misura la potenza vera della sorgente, rilevata con un apparecchio detto fotometro e rielaborata con un calcolo che ora non ci interessa.
La Magnitudine apparente si rileva con il fotometro ma non viene rielaborata e misura la luminosità che vediamo. Non tiene conto della distanza e dunque Sirio brilla più di tutte perché è piccola ma è vicina a noi. Questa è la Magnitudine che ci interessa ora.

Tolomeo (100 – 168 d.C) non aveva il fotometro e fece tutto a occhio. Partendo da un’idea di Ipparco, nell’Almagesto classificò le stelle in sei classi e nella prima pose le più lucenti, come Sirio. La seconda classe era per le stelle di metà luminosità, la terza comprendeva le stelle che brillavano la metà della metà rispetto a Sirio e così via fino alla sesta classe, quella delle stelle appena visibili a occhio nudo.

Gli astronomi moderni hanno mantenuto questo criterio. La prima scala (1856) si deve all’ astronomo Pogson e stabisce che la magnitudine apparente cala di 2,51 volte ogni grado, cosicché una stella M6 è 100 volte meno luminosa di una M1. Oggi come riferimento si usa la stella Vega, con M = 0,03. Le stelle più luminose di Vega, come Sirio, hanno una M app. negativa. Dunque una luminosità alta è espressa da numeri negativi e una bassa da numeri positivi. Nei cataloghi stellari ci sono le magnitudini apparenti di centinaia di stelle e queste qui accanto sono le prime venti. Oggi cerchiamo Capella, Procione e Spica (le altre sono nell’ archivio tematico del blog):

Capella dell'Auriga è la sesta stella più luminosa (la terza fra quelle dell' emisfero nord), dopo Arturo e Vega. È vicina, dista dal Sole 43 anni luce.



L’osservazione
Capella è gialla e ha una magnitudine apparente di 0,08. Qui da noi la stagione migliore per osservarla è l' autunno o l'inverno. Capella è un sistema stellare composto da una coppia di binarie, per un totale di quattro astri, che a occhio nudo non si distinguono. Quindi la luminosità totale è dovuta a quattro stelle vicine.



Il mito
Capella era nota agli antichi. L’astronomo greco Arato da Soli (305- 240 a.C.) la identificò con Amaltea, la capra che allattò Zeus sul monte Ida a Creta. Zeus era stato nascosto lì dalla madre Rea per sfuggire al padre Crono, che divorava i suoi figli neonati per non essere spodestato da uno di loro, come disse un oracolo. Diventato re degli Dei Zeus, affezionato ad Amaltea, le diede un potere: il suo padrone toccando le sue corna poteva ottenere tutto ciò che voleva.



Da qui il mito del corno dell' abbondanza, o cornucopia, o Corno di Amaltea. Per questo l’auriga la porta sulle spalle. Alla morte della capra, Zeus la pose tra gli astri con i suoi capretti che divennero ζ (zeta) e η (eta) Aurigae.

Procione del Cane Minore è ottava per luminosità, con magnitudine 0,34. E' un sistema binario composto da una stella bianco - gialla e da una debole nana bianca. La sua luminosità dipende soprattutto dalla sua vicinanza a noi (11,4 anni luce) perché è una stella medio piccola.

L’osservazione
Assieme a Betelgeuse e Sirio forma un triangolo equilatero, detto Triangolo invernale, che è un noto asterismo, come il Triangolo Estivo, formato da Vega, Deneb e Altair. Si osserva senza difficoltà nei mesi compresi fra gennaio e maggio con un culmine in marzo.



Il mito
Il nome Procione deriva dal greco antico pro kìon, "prima del Cane", perché sorge prima di Sirio del Cane Maggiore. Invece i Romani la chiamavano Ante canis che è la traduzione del suo nome in latino. Questa stella è stata associata a diversi cani mitologici, come i cani della dea Diana o quelli del cacciatore Orione, che dà il nome a una costellazione vicina. Nel cielo d’inverno prima sorge Orione, poi il Cane Minore e poi il Cane Maggiore. Dunque l'ordine di comparsa rispetta il fatto che i cani da caccia seguono il padrone.



Spica o Spiga della Vergine ha magnitudine 1,0 ed è la quindicesima più brillante del cielo. Dista circa 250 anni luce dal Sole, è in realtà un sistema binario di due luminose stelle azzurre.

L’osservazione
Spica è azzurra e si trova facilmente prolungando 
fino ad Arturo l'arco formato dalla coda dell' Orsa Maggiore. Con Arturo e Denebola forma il Triangolo di Primavera.



E' quasi equilatero come il Triangolo invernale (Procione + Betelgeuse + Sirio) o il Triangolo estivo (Vega + Deneb + Altair). Siccome è sull’eclittica a volte è occultata (cioè messa in eclissi dalla Luna) un evento normale ma osservato con curiosità dagli astrofili.



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