Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

venerdì 1 giugno 2012

La liberazione di Marradi

e l' arrivo della " democrazia"
di Luisa Calderoni



Accanto: Gli Inglesi
in arrivo a Marradi
(da Tarabusi)



Marradi fu liberato il 29 settembre del 1944 dallo sforzo congiunto dell’ 8a Divisione di Fanteria Indiana e della 1a Divisione Britannica ma il fronte si assestò a poche centinaia di metri dal paese in direzione di Faenza. Quando gli Alleati giunsero a Marradi, i Tedeschi, dopo aver minato e fatto crollare il “Ponte Grande” e le case adiacenti, si ritirarono attestandosi dopo Popolano su una linea che correva fra il podere “Casa di Gò”, San Martino, Sant’Adriano, Grisigliano e Lutirano. La liberazione di Marradi non coincise quindi con la liberazione dell’ intero territorio comunale perché gli scontri con i Tedeschi si susseguirono a lungo e gli Alleati impiegarono circa tre mesi per arrivare a Brisighella.
Nel frattempo nel paese si cercava di tornare alla normalità, restaurando l’autorità civile, attivando i servizi essenziali, dando un alloggio provvisorio a chi aveva avuto la casa distrutta, rimettendo in funzione la scuola e l’ospedale che era stato trasferito a Palazzuolo.
Quella che segue è la testimonianza del rag. Otello Fossi, intervistato dagli alunni della Classe IIIB, a.s.1991-92, nell’ambito di una ricerca realizzata sotto la guida della Professoressa Mirna Gentilini, avente per oggetto Marradi nel 1944. Il rag. Fossi racconta che a Marradi arrivò la divisione “Tre Fiori” facente parte dell’VIII Armata inglese e il Comando della zona, posto nell’ odierna vecchia caserma dei carabinieri, fu preso dal maggiore Torcellini, di origine italo-americana.



Lo stemma della Divisione "Tre fiori"
dell' VIII Armata inglese.






A sinistra: Casa Scheda 
(quella con le persiane verdi), 
sede provvisoria della prima 
amministrazione di Marradi.


Lo stesso Torcellini convocò un tal Ildebrando Bambi, che in passato aveva avuto un incarico in ambiente pubblico, invitandolo a portare al Comando delle persone per istituire un’amministrazione nel paese e fu lo stesso maggiore a stabilire chi dovesse essere il sindaco e chi gli assessori. Così fu istituita la prima amministrazione del dopo guerra che ebbe sede in Via Talenti nel Palazzo Scheda. Nel novembre 1944 la Divisione Indiana lasciò libero il Palazzo Comunale e la nuova amministrazione vi si insediò ma la situazione era disastrosa: gli Indiani per scaldarsi avevano bruciato i documenti, non c’erano i vetri, le porte erano rotte e ovunque una sporcizia immensa…
Iniziava comunque una nuova epoca per il paese sotto l’insegna della “democrazia” che trovava la sua espressione nell’attività del Sindaco e della Giunta e da un’intervista al Prof. Cassigoli fatta nell’ambito della citata ricerca, si apprende che:

”Nel periodo clandestino erano risorti i vecchi partiti democratici che avevano creato dei nuclei che si chiamavano Comitati di Liberazione Nazionale. 


Il verbale della seduta n°1 
della Giunta 
comunale di Marradi,
scritto in un quaderno di scuola 
elementare, per mancanza di carta.




Anche a Marradi ce n’era uno costituito regolarmente e che funzionò da Giunta Comunale. Il Comitato era costituito da sei persone: due designati dalla Democrazia Cristiana , due dal Partito Socialista, uno dal Partito Liberale (Filippo Sartoni) e uno dal Partito d’Azione (Lorenzo Bellini). Io facevo parte con Antonio Dacci della D.C. Per il Partito Socialista erano stati nominati Attilio Vanni, eletto Presidente del Comitato, e Arturo Scalini. 
Il compito del Comitato fu estremamente difficile perché in Comune c’era il Comando inglese e non si poteva entrare, nelle scuole elementari avevano collocato l’ospedale militare, nel palazzo Ceroni c’era la Polizia alleata (….) ma il primo problema era dare da mangiare alla gente. I campi erano stati abbandonati e il raccolto era avvenuto solo in parte. Le comunicazioni erano interrotte e quindi non c’erano rifornimenti. La gente pian piano rientrava nel paese. Quelli che non ritrovavano la casa cercavano di arrangiarsi andando in quelle che erano rimaste alla meglio abitabili.
Ci aiutarono molto gli Alleati: il grano veniva portato da loro che pensarono non solo a nutrire le proprie truppe ma anche la popolazione. Io mi preoccupai di trovare alcune stanze nel Palazzo Torriani per fare incominciare le scuole. Il Comitato cercava nello stesso tempo di liberare quei locali che erano stati occupati, in maniera da guadagnare qualche possibilità di ricominciare una vita normale.
 Fui incaricato di andare a parlamentare con l’ufficiale medico che era a capo del servizio ospedaliero militare. Rimasi male perché mi trattò in modo brutale e mi disse: ”Voi state zitti perché ci avete tradito, ci avete combattuto sino a ieri; adesso vi siete schierati dalla nostra parte. Siete degni del massimo disprezzo. Pertanto noi qui ci stiamo e ci staremo finché a noi pare.


A destra: un voucher per ritirare una certa quantità di "gasoline" 
cioè di benzina dai depositi degli Alleati.

 
  A sinistra: 
una delibera del Comitato 
di Liberazione per un acquisto 
di carbone vegetale e legna

 
 Clicca sui documenti 
per ingrandirli


 


L'Ordine del Giorno della seduta di Giunta del 22 novembre 1944. Si decise: di designare un nuovo capo ufficio allo Stato civile, di definire le date dei vari bombardamenti, di occuparsi degli sfollati, di distribuire carne fresca, di requisire un cavallo 
per trasportare la legna ...



Negli atti della Giunta del 22 Novembre 1945, leggiamo:

“La Giunta  riconosciuta la necessità  di stabilire quali siano i bombardamenti effettivamente riconosciuti di Marradi, precisa:

Che i bombardamenti aerei veramente riconosciuti sono quelli del 5 giugno, del 13 giugno e del 30 giugno 1944, e che i bombardamenti di artiglieria si sono verificati ininterrottamente dai primi di settembre al 20 settembre del corrente anno nel capoluogo e nelle frazioni.
 La Giunta, considerata la deficienza di abitazioni esistenti nel Comune a causa delle rovine provocate dagli eventi bellici, nonché dell’affluenza degli sfollati, allo scopo di facilitare la sistemazione degli abitanti del Comune nelle case ancora abitabili delibera:
Di ordinare agli sfollati il ritorno nei loro comuni di residenza entro la fine del corrente mese".


Anche il “clima” tra la popolazione non era dei più sereni, continua Cassigoli: “rifiorirono gli odi, perché quelli che avevano avuto delle sanzioni nel periodo fascista, si volevano vendicare. Noi cercavamo affannosamente di evitarlo, di acquietare gli animi…

Gli Alleati dettarono delle precise disposizioni per evitare disordini e fecero affiggere in paese dei manifesti come questo qui a destra, in doppia lingua:
 
  A sinistra:
 Il 29 aprile 1945 la guerra era ormai 
finita  e il responsabile  dell' Allied 
Military Governement, che si chiamava 
W.R. Thompson, fu trasferito ad altro incarico.  Si era trovato bene 
qui da noi e ringraziò  tutti 
della collaborazione con questa lettera ...




Poi ricominciò la vita democratica nel paese. Furono fatte le elezioni, furono eletti i consiglieri. Il primo sindaco eletto fu Pierino Zacchini che per motivi di lavoro dovette andarsene. Allora fu fatto sindaco il socialista Mario Bellini”


A destra: il manifesto per le prime elezioni
amministrative, tenute il 7 aprile 1946.

 
Fonti: Documenti dell'Archivio storico e immagini gentilmente fornite da Francesco Cappelli.







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