Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 4 settembre 2013

Giancarlo Ballerini

Memorie di guerra
Terza parte - 1943
ricerca di Luisa Calderoni



 La pagella del 1943





Intanto comincia il 1943 denso di nubi, si arriva alla primavera e i venti di guerra si fanno sempre più minacciosi. L’Africa è perduta ed il nemico è ormai alle porte. L'11 luglio gli eserciti Alleati sbarcano in Sicilia… si comincia a veder volare nei cieli gli aerei da bombardamento americani.

 





 11 luglio 1943
 Lo sbarco degli alleati in Sicilia



E arriva il 25 luglio con la riunione del Gran Consiglio del Fascismo e la caduta e l’arresto di Mussolini.
A Marradi c’è fermento, a qualcuno viene detto: ” E lei è l’ora che si tolga  dall’occhiello quel distintivo, risposta: ” Non ci penso nemmeno…” Volano parole grosse con qualche spinta e qualche ceffone, ma poi, a parte mugugni e rancori mai sopiti, tutto finisce lì.  

 


Si scivola ai primi giorni di settembre e si arriva alla sera dell' 8 quando la radio trasmette la notizia  dell’avvenuto armistizio fra le forze armate italiane ed alleate.
Fra la popolazione si registrano sorrisi e perplessità. L’atteggiamento dei tedeschi, da prima un po’ incredulo, muta rapidamente mentre la sera nel bar dell’Alpina si brinda e si fa festa soprattutto da parte di quei giovanotti che, paventando di dover andare al fronte, pensavano di essersela cavata.

La mattina del giorno 9 noi ragazzi si decise di andare alla Bassani per sapere come la pensavano i “Camerati” tedeschi.
Delusione e disappunto: la sentinella al cancello ci minaccia con la machine-pistole e ci allontana inveendo contro di noi in malo modo.



Il giorno dopo dramma in paese: i crocicchi delle vie d’accesso alla Bassani sono bloccati da postazioni di sacchetti di sabbia con marinai in assetto di guerra e mitragliatrici e non si può transitare da Marradi a Biforco e viceversa.
Mia sorella che era a Biforco con una delle ragazze degli Assirelli, per tornare a casa deve attraversare la galleria della ferrovia e uscire agli Archiroli.
Io stesso che cercavo di raggiungere Biforco per andare a cercarla, vengo bloccato dai tedeschi che avevano messo di traverso un camion davanti all’ospedale.
C’è Sigfrid davanti al camion che sbraita e Karl ritto sul cassone con un fucile che mi punta con fare minaccioso.; mi viene rabbia ma devo voltare le spalle e tornare a casa mentre dentro di me dico che con questi è proprio finita. (…)


Un comportamento simile da parte dei “pacifici” marinai tedeschi stupisce tutti ma poi qualcosa trapela: si dice che i tedeschi siano stati informati da alcuni camerati fascisti, (a Marradi si era stabilito da qualche tempo con la famiglia il tenente Vecchi, ufficiale del SIM), che un reparto di bersaglieri reduci dalla Russia, di stanza a Casola valsenio, aveva in animo di calare su Marradi per farli prigionieri e impadronirsi del deposito di munizioni.
L’ordine pervenuto ai marinai tedeschi è ovvio: difendersi fino all’ultimo uomo e far saltare il deposito in caso di attacco. La popolazione è terrorizzata ma passa un giorno, passa l’altro, nessuno compare sulla scena e i marinai con i loro comandanti decidono di andare a vedere che fine hanno fatto i bersaglieri. Naturalmente a Casola di fanti piumati nemmeno l’ombra, in compenso un ammasso eterogeneo di materiale bellico abbandonato, compreso alcuni camion 3Ro.
 
I tedeschi requisiscono tutto e lo portano a Marradi: alcuni mezzi carichi di armamenti vari vengono parcheggiati nel giardino della Bassani, altri nel giardino del Monumento.
Per noi ragazzi grande felicità, avevamo di che divertirci: o si saltava da dietro il muro della villa o, specie all’imbrunire, all’interno del Monumento e poco dopo eravamo forniti di tutto: cartucce, giberne, caricatori, baionette, fucili, bombe a mano e altro, tutti oggetti pericolosi che noi incoscienti nascondevamo in casa alla belle e meglio. Purtroppo io e mio cugino fummo scoperti dalle nostre mamme che ci costrinsero a disfarci dell’armamentario che finì quasi tutto nel Lontrino.

Si arrivò all’inverno e intanto era sorta la R.S.I e con essa i relativi bandi di arruolamento per i soldati del Regio Esercito superstiti che si erano dati alla macchia e che erano riusciti ad evitare la deportazione in Germania. Molti giovani marradesi e non, presenti in paese, vivevano nel patema d’animo e, con gli orecchi ritti, temevano il  peggio.
Nella casa dove vivevo io arrivarono un giorno, stabilendosi all’ultimo piano, i parenti stretti della proprietaria: si chiamavano Saralvo e purtroppo per loro erano di razza Ebrea.
Ma erano caduti dalla padella alla brace: infatti le due Guardie Forestali che dopo il 25 luglio si erano defilate, tornarono in auge: guardavano tutto, sapevano tutto e riferivano a chi di dovere. I marinai tedeschi si erano appartati e si vedevano in paese con meno frequenza.
Io frequentavo l’Avviamento non essendoci a Marradi la Scuola media e avevo per insegnante il professor Stefanini di Firenze e la signorina Clara Nannini come sua supplente.


Fonti
L'immagine all'occhiello viene dalla collezione Manieri, www.pagelle-italiane.blogspot.it




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