Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

sabato 1 agosto 2015

La fornace di Valbura


Una delle più vecchie 
industrie del Comune 
ricerca di Claudio Mercatali



La serie di cascate dette di Valbura. 
In alto il molino, più in basso 
gli edifici della ex fornace 
(primi anni '50).



Nel 1880 fu chiaro che da Crespino sarebbe passata la ferrovia e sarebbe stata costruita una stazione di manovra. I fratelli Giuseppe e Sebatiano Ciottoli, imprenditori, Carlo Antonio Fabroni, possidente, e Stefano Grementieri, commerciante, intravidero la possibilità di un affare.
I lavori ferroviari avrebbero senz'altro richiesto una gran quantità di calce e di mattoni e i quattro di Marradi decisero allora di impiantare a Valbura una fornace. Questa è la copia del contratto che fecero per istituire la società:


Contratto

Per il presente contratto apparisca e sia noto come fra i signori Giuseppe e Sebastiano del fu Natale Ciottoli possidente accollatari muratori, Angiolo Felice Fabroni del fu Carlo Antonio Fabroni possidente e Lodovico del fu Stefano Grementieri, possidente negoziante, tutti domiciliati in Marradi siasi convenuto e stabilito quanto appresso, e cioè:










I predetti fratelli Ciottoli, Fabroni e Grementieri promettono e si obbligano di costuituirsi siccome si costituiscono in Società particolare fra loro e si propongono erigere una fornace sul sistema Hoffmann per la cottura di mattoni e di calce con tutti i locali necessari per la fornacie stessa compresi i magazzini di deposito sia scoperti che coperti sul campo detto Le piane di Crespino partenente al podere detto Prato di proprietà del signor Mazza e a seconda delle condizioni stabilite e fissate fra i fratelli Ciottoli e il signor Mazza coll'atto privato del dì 15 dicembre 1880.





Tutta la calcina e i mattoni che verranno cotti nella detta fornace dovranno essere consegnati all' impresa ferroviaria Matté secondo l'accordo con detta Impresa dai fratelli Ciottoli.
La durata di detta società dovrà essere di anni nove.
Tutti i lucri e tutte le perdite dovranno essere divisi a parti uguali fra i 4 soci. Il capitale sociale dovrà essere di lire 16.000, cioè lire 4.000 per ognuno dei soci, senza che si possa distrarne o diminuirne durante la società. La gestione della società stessa sarà affidata irrevocabilmente al signor Sebastiano Ciottoli.



Il signor Ciottoli dovrà tenere un registro sul quale dovrà annotare giornalmente i materiali che anderà consegnando all'impresa Mattè; le spese che sosterrà per conto della Società e gli incassi fatti nell'interessa della medesima.
Il registro anzidetto sarà ostensibile ai Soci a qualunque loro richiesta. il bilancio sarà fatto ......
Nel giorno del bilancio si soci si spartiranno gli utili o sopperiranno alle perdite.
Il sig. Ciottoli per la gestione amministrativa dovrà avere l'onorario giornaliero di lire 0.50. Nel caso che il lavoro richiedesse altre persone in aiuto al sig. Ciottoli per la tenuta della medesima ad essa sarà dovuto un onorario di lire 0,50. La morte di uno o più soci non scioglierà la società la quale sarà proseguita dagli eredi dei soci defunti.

Dunque i soci costruirono un moderno impianto di cottura Hoffmann, che non era una semplice fornace per cuocere i mattoni come quelli  per le case di campagna, ma una fabbrica di laterizi vera e propria, per fare anche i coppi. La forza dell'acqua della cascata forniva la forza motrice per macinare i sassi da calcina, e la materia prima erano le pietre di calcare ricavati dalla zona di Valcava, a metà strada fra Crespino e Casaglia, proprio al confine fra Marradi e Borgo S,.Lorenzo.

La fornace dei mattoni e della calcina fu effettivamente costruita nei modi e nei tempi previsti dal contratto. Ne siamo sicuri perché nel fondo Fabroni, conservato nell' Archivio storico del Comune di Marradi, c'è una fattura per certi materiali forniti negli anni 1884, 1885 e 1886 dove si elencano gli embrici (= i coppi) venduti, le staia (= i sacchi) di calcina consegnata e anche i "pezzi sagomati per mangiatoie" manufatti un po' misteriosi al momento, dei quali però prima o poi riusciremo a sapere di più.

Una fattura dei materiali forniti 
negli anni 1884, 1885, 1886







La società durò un po' meno dei nove anni previsti, perché ad un certo punto le ferrovie, che probabilmente avevano bisogno di posto per il cantiere del grande ponte di Valbura, espropriarono l'edificio, e ne disposero la demolizione, che venne fatta in parte. I tre soci nel 1990 approvarono l'ultimo bilancio, che è questo qui accanto.












Dall'ultimo rendiconto sembra che gli affari 
non siano andati male per i tre soci.






Com'era fatto un forno Hoffmann? Era un impianto a piatto girevole nel quale i mattoni erano cotti da un flusso d'aria rovente proveniente da forni laterali. Al centro della fornace c'era un camino per lo scarico dei fumi.

Schema di una fornace 
di tipo Hoffmann.






La fornace di Valbura
dei primi anni del Novecento


Non si sa di preciso fino a quale anno continuò l'attività della fornace della calce, però gli impianti di questo tipo divennero poco convenienti a partire dagli anni Venti e la calcina negli anni Trenta venne sostituita rapidamente dal cemento Portland, quello che si usa anche oggi.









La cascata di Valbura negli anni Trenta,
con l'edificio della fornace, la ciminiera
e i magazzini dei laterizi.







Fonti: Informazioni e fotografie della maestra Giovanna Pieri, sopralluogo con Franco Perfetti, attuale proprietario. Archivio storico del Comune di Marradi, Fondo Fabroni.


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