Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

sabato 7 gennaio 2017

Gli oggetti non stellari

L'osservazione del cielo profondo
vicino alla costellazione del Toro
 ricerca di Claudio Mercatali



In cielo ci sono dei corpi che non sono stelle e nemmeno pianeti. Gli astronomi li chiamano Oggetti non stellari, parola un po' misteriosa che comprende varie cose: galassie, nebulose, ammassi stellari, resti di supernovae e altro ancora.
L'astronomo Charles Messier li elencò nel Catalogue des Nébuleuses et des Amas d'Étoiles (1774), una lista di 110 oggetti celesti fissi. Messier era un cacciatore di comete, come molti astronomi dei suoi tempi, e annotò tutta una serie di nebulose, galassie e ammassi stellari senza sapere di preciso che cosa fossero. Del resto i telescopi di allora non permettevano delle osservazioni adeguate e in più egli cercava comete e tutti questi oggetti gli interessavano di meno.
Ora ci interessano gli oggetti prossimi alla costellazione del Toro, facile da trovare nel cielo invernale. Basta partire da Orione, tracciare mentalmente un segmento a partire dalla Cintura fino ad arrivare a una stella rossiccia ed evidente, che è alfa Tauri, più nota come Aldebaran, la più importante in questa parte del cielo. Lo schema qui accanto chiarirà più dei discorsi.




Intanto cerchiamo Orione, che sarà il nostro riferimento. La sua figura, vista da Marradi è così.

Aldebaran del Toro è una stella rossiccia molto luminosa nel cielo d'inverno, ma la sua costellazione è debole e serve un binocolo. 
E' mostrata qui accanto, e solo sforzandosi molto con la fantasia vi si può riconoscere un toro con le sue corna. 





Assomiglia di più a una coppa da spumante senza piede, ma non è detto che sia orientata così nel cielo, perché come tutte le costellazioni ruota nel corso della notte.

La nostra attenzione ora è per gli Oggetti scritti in rosso qui accanto: le Iadi, le Pleiadi, la nebulosa del Granchio e l'ammasso NGC 1746.


Le Iadi e le Pleiadi

Secondo la mitologia greca, le Iadi erano le ninfe figlie di Etra e Atlante, il titano condannato a trasportare il globo terrestre sulle sue spalle. Da un'altra relazione aveva avuto le Pleiadi, e quindi le Iadi e le Pleiadi erano sorellastre.

Ognuno di questi gruppetti è fatto di sette stelle visibili più altre piccoline e non sono costellazioni, perché le stelle sono effettivamente lì dove le vediamo. 




Si stima che siano giovani e addirittura le Pleiadi sono ancora circondate dai gas che si stanno addensando, residuo della nebulosa che le avvolgeva quando nacquero. Infatti le nebulose a luce diffusa sono la culla delle stelle.

L'ammasso aperto NGC 1746

L'ammasso NGC 1746 si vede con un binocolo circa a metà strada fra Aldebaran e Capella dell'Auriga, un'altra stella molto luminosa. E' formato da una dozzina di stelle rossicce. E' a 2500 anni luce di distanza da noi.



 
M42   La nebulosa del Granchio

La Nebulosa Granchio è quanto rimane di una supernova, cioè di una stella esplosa, all'enorme distanza di 6500 anni luce da noi. Quella che si vede è la massa dei gas scagliati nello spazio dallo scoppio, che si ritiene avvenuto nel 1054 d.C. Dalle cronache degli astronomi cinesi e arabi pare che allora fosse visibile a occhio nudo.

La nebulosa del Granchio, M42 nel Catalogo Messier


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