Giovanni Mini
Marradi, 1892
L’abate Giovanni Mini, di Castrocaro, è uno degli storici più documentati sulla storia di Marradi e della Romagna Toscana in genere. D’estate amava soggiornare alla chiesa di Valnera e veniva a Marradi spesso.
Questa che segue è una documentazione storica diretta, un vero e proprio resoconto di quello che un visitatore poteva trovare a Marradi nel 1892. Qui accanto c’è la carta topografica del paese di quegli anni.
Via Talenti all'inizio del '900.
Si intravede l'insegna
della Cassa di Prestiti Risparmi
e Depositi dove ora
c'è la Cassa di Risparmio di Firenze.
“ … Oltre la sede dell’Ufficio Municipale e della Pretura mandamentale, ha Marradi l’Ufficio di Conciliazione, la Delegazione di Pubblica Sicurezza, la stazione dei Regi Carabinieri, l’Uffizio postale Telegrafico e il Dazio. C’è una stazione ferroviaria, una Cassa di Prestiti Risparmi e Depositi, una Società Operaia, senza scopi politici, istituita il 15 settembre 1872 che conta 300 soci effettivi e 40 onorari e ha un patrimonio di 19.000 lire, e la Società Fratellanza Militare costituita nel 1882".
La Pretura
Il Giudice Conciliatore corrispondeva all'odierno Giudice di Pace. Cercava di mettere d’accordo i litiganti per non arrivare al processo. Nella Pretura Mandamentale c’era il Pretore, un funzionario di Stato apposta per Marradi. Poi questo ufficio fu trasferito a Borgo S.L e ora c’è solo a Pontassieve.
"Ci sono molti Legati pii per la distribuzione annua di doti a varie zitelle povere che si marìtano, la Congregazione di Carità che amministra l’Ospedale per gli infermi, un’ elegante chiesa e un Convento di Monache Domenicane, a cui è affidata la Pubblica Istruzione delle fanciulle del luogo, mentre quella dei maschi è diretta da due maestri laici, a seconda della legge sulla pubblica istruzione, cioè: uno di Ia e IIa, l’altro di IIIa, IVa, Va".
Il Legato
Il legato pio era un lascito, una rendita, che un benefattore lasciava al Comune o a qualche Associazione per uno scopo preciso. Legato significa appunto “vincolato” e “pio” indica il fine sociale. I più importanti erano i Legati Fabbroni, Torriani e Piani.
La Confraternita
Le Confraternite di Misericordia (miseris cor dare) furono istituite in Toscana nel 1855–56 dopo l’ epidemia di colera. Il Mini ci dice anche che:
“…lo scopo di questa benefica istituzione è di soccorrere negli infortuni, e di trasportare i confratelli morti, gli affogati, ammazzati e precipitati dalle fabbriche; di sovvenire a domicilio con denaro e biancheria e di assistere gli infermi. Questa istituzione esiste pure alla Badia del Borgo, a Popolano, a S.Adriano e a Cardeto …”.
A fianco: Il Molinone, la Centrale e la Filanda ai tempi d’oro.
Sotto: Piazza Scalelle, inizio del '900. La casa bianca a destra fu demolita nel 1928 per costruire il palazzo del Credito Romagnolo.
"C’è la Confraternita di Misericordia eretta nel 1855. L’Accademia filodrammatica Animosi eresse nel 1792 un pubblico ed elegante teatro a tre ordini di palchi. Ci sono tre medici, due per la campagna e uno per il paese e lo Spedale; tre levatrici e una Società filarmonica che riunita in corpo musicale rallegra e decora le feste sacre e popolari.
Vi sono anche alcune fabbriche industriali, fra cui l’importante e ben condotto Mulino a Cilindri (Il Molinone) e la Fornitura Luce Elettrica del coraggioso e filantropo ing. Lorenzo Fabbri; una fabbrica di paste alimentari, le Filande dei Signori Torriani e Baldesi; due farmacie ben fornite di farmaci e apparecchi moderni; antichi e vasti palazzi fra cui primeggiano il Comunale, quelli dei Fabroni, Torriani, Piani e Bassani – Visani, non che quello degli eredi del mons. Giovanni Fabroni; due ampie e belle piazze; un foro boario tre pubbliche fonti, vari alberghi e negozi; quattro caffè; insomma havvi tutto quello che, in mezzo a un popolo pieno di vita e affari può desiderarsi di comodo e confortevole al corpo e di sollazzevole e gradito allo spirito...”.
A sinistra: Via Talenti a fine Ottocento
o nei primi del Novecento.
Sulla porta della farmacia il dr. Ciottoli.
A destra: Il Rio Salto, dalla Chiesa delle Monache Domenicane al Lamone, era scoperto e le scuole elementari non c'erano. Il fosso fu coperto nei primi anni del Novecento per motivi di igiene.
Il nostro storico si lamenta perché l’igiene non era un gran che:
“ … Sarebbe a desiderarsi che il provvido Municipio togliesse il brutto acconcio di far macellare le bestie nelle varie botteghe, che sono entro la Terra, costruendo fuori dal paese un apposito macello, per non avvezzare i giovani ai delitti di sangue e per provvedere saviamente all’igiene pubblica e alla pulizia urbana. Anzi il Municipio, per approdare efficacemente a questo intento, dovrebbe nominare uniformandosi in ciò alle veglianti leggi, un Dottore veterinario che tanto è reclamato dagli amministrati”.
Alla fine dell’Ottocento la costruzione del macello era uno degli argomenti più dibattuti nel Consiglio comunale. Dai verbali risulta che una parte dei consiglieri lo avrebbe voluto alle Case nuove di Vilanceto e altri alla Concia. Ad un certo punto, fra molti malumori, prevalse quest’ultima ipotesi e il Comune deliberò di acquistare l’edificio della Concia per trasformarlo. Poi per fortuna non se ne fece nulla e alla fine fu costruito vicino al passaggio a livello.
A sinistra: il mercato al Foro Boario, fotografato da una finestra dell'Ospedale
(qui negli anni Venti furono costruiti
i giardini del Monumento).
Il mercato settimanale fu concesso dalla Signoria di Firenze nel Quattrocento, dopo la conquista del paese:
“ … ogni lunedì havvi grande mercato di bestiame e di ogni fatta e grande traffico di generi, che vengonvi portati dai paesi del Mugello e della Romagna; e nel corso dell’anno vi si fanno più fiere alle quali il concorso è oltre ogni dire straordinario, fino alla sera …”.
Le fiere
Per antica concessione del Granduca a Marradi le fiere tradizionali erano tre:
La prima nel lunedì dopo la seconda domenica di luglio, la seconda l’ 11 agosto,
l'altra nel terzo lunedì di novembre.
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