Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

venerdì 25 novembre 2016

I reperti di età Romana a Marradi

Breve rassegna 
dei ritrovamenti 
nel Comune
ricerca di Claudio Mercatali


Plastico dei pricipali siti
archeologici a Marradi
e a Palazzuolo


La valle del Lamone è stata abitata fino dalla preistoria, come del resto quasi tutte le valli dell' appennino romagnolo.
La buona qualità dei terreni del fondovalle e l'acqua del Lamone, discretamente attivo anche d'estate, rendevano apprezzabili queste terre. In più l'appennino qui da noi non è certo invalicabile e si poteva commerciare con l'Etruria o contare su un flusso di gente di passaggio. Ormai si sa che non c'era una via consolare vera e propria, però la valle del Lamone aveva una certa importanza nel sistema viario dell' Impero. 


I toponimi parlano chiaro: 
poco dopo Errano, per chi risale la valle, c'è Quartolo, confine fra Brisighella e Faenza, a quattro miglia (4 x 1500m = 6km) dalla Via Emilia. 
Al passaggio a livello di Sarna c'è il Rio Quinto e dopo Brisighella la Pieve di Thò (o in ottavo) quindi Ponte Nono e dopo Fognano la chiesa di S.Maria in undecimo.


Stele di età Romana augustea, 
conservata
nella chiesa di S.Martino 
in Gattara


Gli archeologi dicono che il nome Fognano, come spesso i toponimi che finiscono in "ano" viene dal nome del proprietario romano di quei siti, che forse  si chiamava Fannio. 
Allo stesso modo la parte di Marradi verso Faenza, fino al Lamone, per tanti secoli si è chiamata Marciana, da Marzio, e ancora oggi c'è il podere Marcianella, vicino al vivaio forestale del Consorzio di Bonifica. C'era anche il podere Marciana, dove ora c'è la stazione, ma la casa fu demolita per costruire la ferrovia Faentina.

Si stima che al tempo di Augusto l'Italia avesse circa 10 milioni di abitanti e quindi la pressione demografica non costringeva la gente ad abitare fra i monti, Perciò è del tutto probabile che le nostre montagne fossero disabitate e tutti vivessero nel fondovalle.



Stele di Calesterna, del sec. I a.C 
conservata in una abitazione 
privata a Marradi.


Che cosa ci è giunto da quei secoli lontani? 
E' noto che a S.Martino in Gattara c'era un insediamento di Galli Boi, con tanto di necropoli. Ognuno di noi sa che di fronte a S.Martino ci sono Galliana, Galliata e Boesimo e quindi questi sono i principali siti archeologici della nostra zona, ma si trovano cose interessanti anche altrove.
Dei reperti di S.Martino abbiamo già detto in un articolo in archivio su questo blog al 18 agosto 2012 e non è il caso di riparlarne ora.

Adesso faremo una visita al museo archeologico di Palazzuolo, nel Palazzo dei Capitani, che è il sito ufficiale in cui la Sovrintendenza archeologica della Toscana raccoglie tutto quello che viene trovato nell' Alto Mugello. 

Palazzuolo, Palazzo dei Capitani,
sede del museo archeologico.



Che reperti ci sono provenienti 
da Marradi?  Vediamo:


Le cose più interessanti vengono da Taverna, un podere vicino a Lutirano, verso Badia della Valle dove, a seguito degli scavi per il metanodotto algerino vennero alla luce dei resti di una fattoria romana.
Dai resti delle fondazioni, secondo gli archeologi chiamati a suo tempo per le necessarie indagini, l'edificio doveva avere circa questa forma (vedi qui sopra).

  


I frammenti rinvenuti sono tanti, ma nessun oggetto è intero. Forse la cosa più particolare sono i contrappesi per i telai della tessitura, che avevano la struttura illustrata qui accanto.




Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire













La fattoria aveva stanze pavimentate con elementi di cotto ad esagono o a parallelepipedo, che sono stati rinvenuti in buona quantità. Un certo numero di questi reperti viene anche dal podere Senzano, poco distante da Taverna.





Nel museo ci sono anche reperti di altri secoli e altre culture. Questo qui accanto è un martello litico rotto a metà, trovato nel podere di Scorzolino, di fronte a S.Martino in Gattara e probabilmente risalente al Neolitico.






Il reperto più bello è questo bassorilievo su arenaria, in cui si vede una grande croce su un cumulo, che dovrebbe rappresentare il Monte Calvario. 
Ai lati due croci su due poggi più bassi dovrebbero essere quelle del supplizio dei due ladroni condannati con Gesù.

Tutto attorno ci sono varie figure umane stilizzate, in atteggiamenti vari e una ricca serie di simboli misteriosi.

Questa pietra viene dal podere Le Lastre, sopra a Gamberaldi. La fattura del bassorilievo e il tema fanno pensare che sia una scultura medioevale.


1 commento:

  1. Grazie per questo interessante articolo. Ci sono studi specifici su questa lastra incisa?

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