“Uffizi
e negozi”
dell’Archivio storico
Ricerca
di Claudio Mercatali
Nel 1737 dopo quasi
tre secoli finì la dinastia dei Medici. Giangastone, ultimo granduca del Casato aveva regnato per quattordici anni, oppresso da una corte bigotta e
intollerante, represso fin dall' infanzia dalla madre egoista e dal padre
esagitato. Dissoluto, depravato e vizioso, ma anche colto e raffinato, era
stato messo per forza sul trono e aveva reagito standosene sempre a letto, in
una camera in cui venivano sparsi mucchi di fiori profumati per coprire i
cattivi odori, tra cortigiani dediti alla cràpula, senza amore da parte della
città. Un regnante da dimenticare. Fu sepolto alle Cappelle Medicee ma la sua
cripta subì una specie di damnatio memoriae e se ne persero le
tracce. Solo di recente è stata ritrovata sotto un tombino dietro l'altare
maggiore.
I
regnanti europei non tardarono a manifestare le loro mire sul Granducato di
Toscana ed ebbero la meglio gli Asburgo. In quegli anni l’Alsazia e la Lorena
erano state cedute alla corona di Francia e gli Asburgo governanti in quelle
contrade, detti appunto i Lorena, furono compensati con il Granducato. Però
anche il re di Spagna aveva delle mire su Firenze. Ne venne un conflitto fra
Spagna e Impero d’Austria, tutto combattuto in Italia per sette o otto anni,
con gli eserciti dei contendenti che scorazzavano lungo la penisola. Nella
nostra zona non ci furono battaglie ma il continuo passaggio delle truppe, con
le relative razzie e spese contribuì a deprimere l’economia ancora di più. Per
questo la prima metà del Settecento è un periodo triste per le nostre terre.
Nel tematico del blog ci sono due articoli che danno un’idea delle condizioni
miserabili della gente. Poi nel 1745 gli Asburgo prevalsero e cominciò il loro
governo, durato fino all’Unità d’Italia (1861).
Un
finale roseo dunque? Non proprio perché Francesco Stefano di Lorena, primo
Granduca e marito dell’ imperatrice Maria Teresa d’Austria, governò fino
al 1765 standosene a Vienna, come se Firenze fosse una semplice città dell’ Impero, fidando su un
Consiglio di Reggenza formato dai suoi funzionari e dalla nobiltà fiorentina.
Per questo gli storici chiamano il ventennio 1745 – 1765 Periodo della
Reggenza Lorenese. Nel 1765 il granduca Pietro
Leopoldo I subentrò a suo padre Francesco Stefano, e si stabilì a Firenze. Nel
giro di pochi anni lasciò il segno del buon governo e delle riforme audaci,
come si può leggere nei due articoli del blog indicati nella bibliografia.
Fatto
questo complicato ma necessario inquadramento storico veniamo a noi. Com’è la
situazione negli ultimi anni della Reggenza? Il peggio è passato e Firenze
aspetta il nuovo Granduca che ha fatto sapere di voler risiedere in città. La gente gli crede? Si, perché già al suo arrivo comincia a governare di persona e riduce
i poteri del Consiglio di Reggenza.
Che
cosa succede a Marradi?
La vita scorre, la gente scrive al Capitano le sue lagnanze sulle piccole quotidianità, la miseria è tanta e si rischia la fame. Nell' Archivio storico del Comune c'è una ricca serie di documenti:
La vita scorre, la gente scrive al Capitano le sue lagnanze sulle piccole quotidianità, la miseria è tanta e si rischia la fame. Nell' Archivio storico del Comune c'è una ricca serie di documenti:
1) L'imperatore si sposa e concede una elargizione al
popolo. 2) Come se ce ne fosse bisogno il vescovo di Faenza richiama al rispetto del digiuno Quaresimale. 3) Ci sono molte tasse, piccole ma un po’ su tutto. 4) Il Governo Granducale ha appaltato
la riscossione ai privati, che a volte fanno delle preferenze e anche del
contrabbando ... Leggiamo:
Ottobre
1760
Si sposa l’imperatore
Giuseppe d’Asburgo
Giuseppe d’Asburgo
Giuseppe
era il fratello maggiore di Leopoldo di Lorena. Come spesso succedeva in
occasione delle nozze, i regnanti concedevano qualcosa al popolo. In questa
lettera i funzionari fiorentini chiedono al Comune di Marradi i nomi dei
contribuenti che non hanno versato la tassa per la costruzione delle strade
Bolognese, Pisana e Aretina, perché evidentemente a costoro non toccheranno le
elargizioni che il Governo si appresta a fare per il lieto evento. Ricordiamoci che i Lorena erano dei tedeschi.
Febbraio
1761
Non cercate scuse
Il
Vescovo di Faenza al signor Capitano di Marradi
Avendo
Benedetto XIV in una sua Costituzione stabilito che la scarsezza di cibi
Quaresimali non possa essere scusa sufficiente a dispensare una intera Comunità
dall’ osservanza del digiuno, non può darsi a me campo di soddisfare le istanze
da lei prodottemi, per parte di codesto Pubblico con le suddette cause per la
dispensa e auguro io pertanto altre occasioni, che mi possano dar modo di
servire la di lei persona e codesti signori le rappresentanze de’ quali n’ha
che udire. E con vera cordialità e stima mi segno. Il Vescovo Faenza 11 febbraio 1761
1) Il maestro di scuola
Eccellentissimo Signor Cancelliere e Rappresentanti della Terra di Marradi, volse Giuseppe Mirri, benefiziario della Città di Imola, servo umilissimo delle Signorie Loro Illustrissime, riverente a Voi espone come a tenore della Notificazione affissa per questa scuola vacante sarebbe in stato di accudire l’Uffizio di Maestro, esercitando anche di presente un tale Uffizio nella sua città e perciò supplica la bontà Loro per essere ammesso al Partito. Che della grazia … Deus 7 7bre 1762
Illustrissimi
Signori
Gaetano del fu Giovanni Sartoni di Marradi umilissimo servo e suddito della A.V.R. (Altezza Vostra Reale) con ogni umile ossequio gli espone come essendo l’oratore proventuario dei proventi del pedaggio, piazza, casella del Capitanato di Marradi per i quali è obbligato a pagare al camarlingo di questa Comunità circa quaranta scudi e non potendo di presente ritirare cosa alcuna, com’era solito, dai baratti e dai contrabbandieri, com’era solito, atteso l’indulto dalla A.V.R concesso per l’introduzione ed esenzione dalle grasce di macina, e trovandosi questo povero supplicante ora forzato da questo medesimo Camarlingo a corrisponderli, né potendo per tal causa contribuire né esimersi dall’esecuzione che lo sovrasta, genuflesso ai piedi dell’innata clemenza e somma carità della A.V.R. sempre dimostrata verso i suoi sudditi, supplica volersi degnare di ordinare la sospensione dell’esecuzione che per tal causa sovrasta l’oratore e che le sia fatto un deciso e doveroso defalco, come ancora è successo al Proventuario di Modigliana, al Proventuario della Rocca San Casciana e a quello di Castrocaro.
Magnifico nostro
1762 Le richieste
di impiego
1) Il maestro di scuola
Eccellentissimo Signor Cancelliere e Rappresentanti della Terra di Marradi, volse Giuseppe Mirri, benefiziario della Città di Imola, servo umilissimo delle Signorie Loro Illustrissime, riverente a Voi espone come a tenore della Notificazione affissa per questa scuola vacante sarebbe in stato di accudire l’Uffizio di Maestro, esercitando anche di presente un tale Uffizio nella sua città e perciò supplica la bontà Loro per essere ammesso al Partito. Che della grazia … Deus 7 7bre 1762
2) Il dottore
Giuseppe
Ricci Fiorentino Dottor di Medicina avendo inteso esser vacante il posto di
medico per codesta inclita Comunità, perciò umilmente supplica la Vostra
Signoria Eccellentissima, che mentre saranno affissi quegli editti che sogliono
pubblicarsi in simili occasioni, voglia aver la bontà di iscrivere il di Lui
nome alla nota dei concorrenti, protestandosi frattanto, che per tal favore
resterà a V.S. Ecc.ma estremamente obbligato. Medico Giuseppe Ricci, quegli che è sopra, di mano
propria.
3) Il prete
Domanda
a V.S. Ecc.mo Cancelliere per Sua Altezza Reale di Marradi e
Palazzuolo il
sacerdote Cristoforo del fu Francesco Antonio Filipponi di Palazzuolo al
presente Curato di Anime della chiesa di Santa Maria a Sommorio, Stato
Pontifizio, le riferisce essere venuta a sua extragiudiziale notizia di essere
rimasta vacante la Chiesa Curata di San
Lorenzo a vivaio, Capitanato di Palazzuolo, di iuspatronato del popolo, per la morte seguita il dì 16 settembre 1767
del sacerdote Giannantonio Filipponi, ultimo, e immediato Rettore della
medesima, che perciò fa istanza per essere messo in nota con gli altri
Concorrenti detta Chiesa.
Agosto
1765
Una lite in famiglia per la
strada di Imo il Borgo
Molto
Maggiore nostro Capitano
Sebbene
codesto Giusdicente con la sua replica ci apparisca che a forma delle nostre
sentenze del 27 dicembre 1764 da Pietro Carloni di codesto luogo sia stata
rimessa in pristinum la strada comunale da esso devastata in località
detta Imo il Borgo e che dalla via pubblica della Maestà conduce al podere di
Valconte; non ostante Domenico Carloni, querelante in causa, con suo ricorso,
ci suppone che ciò non sussiste. Vi incarichiamo pertanto di verificare se
detta strada sia stata o no rimessa nel suo primiero stato sentiti i
Rappresentanti codesta Comunità e chiunque altro occorra; eseguite, rispondete
e vi preghiamo dal Signore ogni bene.
Dal
Magistrato nostro 9 agosto 1765 Gli Uffiziali de’ fiumi della città di
Firenze
Risposta:
Illustrissimi La strada comunale per cui si querelò Domenico Carloni contro
Pietro Carloni devastatore in località detta Imo il Borgo che dalla via
pubblica va alla Maestà è stata rimessa …
Febbraio
1766
Sospetti di contrabbando del sale
La
continua pertinacia di questo Canoviere del Sale nell’abusarsi delle grate
ammonizioni fatteli dalle Signorie Illustrissime per non dar più luogo ai
ricorsi per la di lui amministrazione mi costringe nuovamente a infastidire la
Loro sofferenza con la presente dicendole come il medesimo persiste a tenere la
botte del sale nella solita stanza terrena sopra il condotto dell’ acqua la
quale stanza tiene sempre serrata prendendo il lume da una piccola grata di
ferro esistente nell’ imposta della bottega, quale mai apre, e mai vi penetra
l’aria, avendo la stanza l’ingresso per di dentro alla di lui abitazione, il
che resta in pregiudizio dei compratori reclamando sempre che invece di sale
comprano l’acqua, tenendo ancora la sacca del sale nell’ istesso pavimento a
terreno che è lastricato, ed assai umido, cose che danno luogo a questi Comuni
di provvedersi di sale forestiero conforme. Le Signorie Illustrissime vedono
dalle tante trasgressioni che seguono in queste parti un grave pregiudizio all’
Ufficio del Sale. Io dubito poi che le descrizioni non possino essere state
fatte con tutta l’esattezza che si richiede e credo possi esservi stati dei
maneggi per far comparire meno persone di quelle che effettivamente sieno
perché se fossero tutti descritti e dal canoviere non fossero cancellate, le
trasgressioni non seguirebbero e non si comprerebbe altro sale se non quello
della Canova ed essendo il sale, da cucina, da bestiame, da cacio, credo che
anche qui vi sia una rilevante mancanza.
Mi fa lecito assicurarle che vi è una
reciproca intelligenza di maneggi fra persone abitanti in queste adiacenti
parti essendo amici intrinseci e di tutti i tempi frequentano la sua osteria
perché il medesimo è Officiale Pubblico e questo pure ridonda in pregiudizio
degli altri nelle levate del sale a chi ne descrive di meno dopo averlo levato,
a chi ne descrive in portata senza esserne stato levato punto volendo inserire
che chi resta troppo aggravato e chi alleggerito e so di certa scienza che
questi ricorsi furono fatti al signor Cancelliere che abita a Marradi, e questo
seguì in occasione che venne qua per suoi affari avendo il medesimo risposto
che se queste cose gli fossero prima venute alle orecchie non avrebbe cooperato
a di lui favore per la conferma restandone ora pieno di rossore vedendo deluso
anch’ esso per non essere seguita veruna ammenda.
Dandomi
l’onore di farle umilissima e approfondita istanza, le resto.
1766 Le lamentele dell’esattore delle tasse.
Chi
può lamentarsi se un Sovrano, con generosità, per motu proprio
come si diceva allora, concede un condono sulle tasse? L’esattore naturalmente,
che avendo l’appalto della riscossione vede svanire il guadagno ma gli
restano gli importi da pagare al Camarlingo del Comune (al contabile) fissati
al momento del rilascio della sua patente … ma come? … e ora come faccio? … Mi
inginocchio alla clemenza vostra … Leggiamo:
Gaetano del fu Giovanni Sartoni di Marradi umilissimo servo e suddito della A.V.R. (Altezza Vostra Reale) con ogni umile ossequio gli espone come essendo l’oratore proventuario dei proventi del pedaggio, piazza, casella del Capitanato di Marradi per i quali è obbligato a pagare al camarlingo di questa Comunità circa quaranta scudi e non potendo di presente ritirare cosa alcuna, com’era solito, dai baratti e dai contrabbandieri, com’era solito, atteso l’indulto dalla A.V.R concesso per l’introduzione ed esenzione dalle grasce di macina, e trovandosi questo povero supplicante ora forzato da questo medesimo Camarlingo a corrisponderli, né potendo per tal causa contribuire né esimersi dall’esecuzione che lo sovrasta, genuflesso ai piedi dell’innata clemenza e somma carità della A.V.R. sempre dimostrata verso i suoi sudditi, supplica volersi degnare di ordinare la sospensione dell’esecuzione che per tal causa sovrasta l’oratore e che le sia fatto un deciso e doveroso defalco, come ancora è successo al Proventuario di Modigliana, al Proventuario della Rocca San Casciana e a quello di Castrocaro.
Per
la Grazia che manda Dio Io Orazio Bini per
il supplicante affermo e supplico di mano propria.
Dicembre
1766
A Campigno
la chiesa è decrepita
la chiesa è decrepita
Magnifico nostro
In
risposta alla vostra del 12 istanza circa i rifacimenti necessari alla chiesa
di San Domenico di Campigno, vi diciamo che se i Popolani Padroni di essa non
sono in stato di poter in quest’anno supplire a detti rifacimenti, sarà
necessario nondimeno che procuriate intanto di far assestare i tetti di detta
chiesa, acciò non rovini, con pensare a qualche provvisionale compenso, e
vedere se possano scovarsi assegnamenti per fare i convenienti rifacimenti, o
trovare alcuno che intraprendesse a farli e che si contentasse di essere però
rimborsato alla futura raccolta; che è quanto, e Dio vi guardi. Firenze, 20 settembre 1776
Quante
possibilità c’erano di trovare qualcuno che a Campigno facesse i lavori a
credito fidando su un rimborso a venire? La risposta è qui di seguito.
Maggio
1767
A Campigno c’è la carestia
A Campigno c’è la carestia
Magnifico
nostro …
Rispetto poi alle urgenze che dite essere nel Comune di Campigno vedete di
regolarvi presentemente coll’ elemosine da farsi in modo che alcuno non perisca
dallo stento con operarsi tutto con onore, via coscienza giacché non può
sapersi quale possa essere la resoluzione sopra il Memoriale del Popolo di
detto Comune; eseguite dunque con aver in vista l’interesse più che sia possibile
di codesta Comunità; e Dio vi guardi. Firenze
14 maggio 1767
Dicembre
1767
I debiti dell’ Arciprete
Illustrissimi
Signori de’ Nove
(era un Tribunale)
(era un Tribunale)
Giuseppe
del fu Sallustio Salaroli umilissimo servo delle Signorie Illustrissime
abitante in Marradi, le rappresenta che fino all’anno 1766 somministrava al
prete Vincenzo Màa ... (?) arcimaestro di questa Comunità, pane, biancheria e altro
a uso di detto Arciprete componente la somma e quantità di lire centoventi
circa, e avendo l’oratore più volte rinviato e fatto richiedere al signor Arci
tali mercedi ma avendo fin qui potuto ritirare cosa alcuna, quindi è che abbia
stimato più espediente ricorrere alle Signorie Illustrissime acciò si vogliano
degnare di ordinare al Signor Cancelliere di questa Terra di tirarsi in proprie
mani quel tanto di che l’oratore va creditore da detto Arciprete.
Per
la Grazia che Dio manda Io Giuseppe Salaroli supplicante, di mano propria 13 Xbre 1767
Aprile
1768
I messi e i cavallari
I messi e i cavallari
Molto
Illustre ed eccellente Capitano
Avendo
fatto l’esperienza conoscere che i Messi e i Cavallari sono poco attenti
ai doveri del loro Impiego, e che una
delle cause del Loro trascurato servizio è l’andare tutto il giorno vagando e
lasciare in abbandono i loro rispettivi vetturali in pregiudizio del Pubblico e
del Privato con il differire l’esecuzione delle notificazioni commesseli; e
volendo rimediale a un tal disordine le ordino di aver subito a sé tutti i
Messi, e Cavallari, che risiedono nelle Comunità di detta Cancelleria, e gli ordinerà
in mio nome, che in avvenire avessero di non partirsi dal loro impiego senza
averne avuta da me la presente licenza, la quale dovranno domandarmi per mezzo
di Vostra Signoria; altrimenti saranno licenziati dal loro Ministero senza
speranza di più ritornarvi e poiché vi sono i Messi e i Cavallari del contado
che devono ogni sei mesi venire al Sindacato a render conto ai Tribunali di
Firenze di aver eseguito le poste e le notificazioni commesseli ed a ritirare
il Loro Salario da questa Casa de’
Signori Nove e questo serve loro per scusa per trattenervisi più tempo di quello che comporti un tal rendimento di conti nel quale possono al più
impiegare otto giorni di tempo. Perciò ordinerà Loro che resta da me ai
medesimi accordato il solo tempo di giorni otto e non più a trattenersi per
adempiere si fatte incombenze. Spirati i quali dovranno recarsi immediatamente
all’esercizio del Loro impiego. Vigilerà ella credo che resti ciò eseguito e in
caso di contravvenzione me ne renderà informato, per poter prendere quei
provvedimenti che crederò necessari. Mi mandi la ricevuta della presente, e
resto. Firenze 30 aprile 1768
Il
13 maggio 1768 ricevo … Il
24 corrente maggio feci notificare detta lettera ….
Dal
suo affidabilissimo servo Giovan Battista Nelli Capitano
Luglio
1768
Non mi rompere
le scatole
le scatole
Molto
Illustre ed eccellente
Signor Capitano
Comprendo
dalla lettera da Voi scrittami nel mese di luglio corrente che Ella da che
esercita la professione di Cancelliere sottoposto a questo Tribunale de’ Nove
non ha capito ciò che sia l’impiego di soprasindaco, perché avendole data
permissione di portarsi a suo talento e quando più le piaceva a questa
Dominante in conformità della richiesta fattami, nuovamente torna ad
inquietarmi per ottenerla, quando già gliela avevo concessa. Le dirò pertanto
che io non ho tempo da perdere inutilmente e perciò se in avvenire mi scriverà
lettere così inconcludenti, Ella sarà sicuro di non ricevere da me risposta, e
resto. Firenze, 23 luglio 1768
Per
approfondire, nel tematico alla voce “Storia ‘700”
ci sono questi articoli:
ci sono questi articoli:
Periodo
della Reggenza Lorenese
1735
L’ultimo granduca 07.12.2016 1744
I soldati del principe di Lobkowitz 27.10.2017
Primi
anni del governo leopoldino
1774
La riforma dei comuni 10.10.2013 1785
La confisca dei beni della chiesa 14.11.2017
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