Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

domenica 24 ottobre 2021

Il Castellone di Marradi

Tanti secoli di storia ricca di episodi
ricerca di Claudio Mercatali



La storia del castello di Marradi, il Castellone, è stata scritta e riscritta e ora basterà un breve riassunto. Il fortilizio venne edificato nei secoli bui prima dell’anno Mille e non si sa da chi. Forse fu opera di qualche clan di Longobardi, per difendersi dai Bizantini della bassa valle, o forse fu edificato da qualche signorotto locale, per difendersi dai suoi pari o dai suoi contadini, tartassati come d’uso allora e quindi pronti a vendicarsi alla prima occasione.



Uno dei primi documenti certi è una bolla del papa Lucio III del 1183 che assegna il castello e la chiesa di Cardeto all'Abbazia di Crespino. Nel 1208 apparteneva a Pietro Pagano di Susinana che aveva rapporti di affari con i frati della Badia del Borgo. Questo non deve sorprendere perché le badie vallombrosane erano un centro di preghiera ma anche un ricco centro di potere. 




Dopo qualche anno passò sotto il controllo del conte Guido Novello di Modigliana, che agiva in nome e per conto dei monaci della Badia. Però costui doveva essere abbastanza autoritario e rapace, perché ad un certo punto i frati per toglierlo di mezzo offrirono le loro terre in accomandigia alla Repubblica di Firenze, che nel 1258 fece la prima comparsa nella valle del Lamone. La presenza dei Fiorentini non fu costante e sul finire del Duecento tutto il territorio di Marradi passò sotto il controllo di Maghinardo Pagani da Susinana.





Nel 1302 il maniero passò in eredità ad altri Pagani che dopo poco lo vendettero al conte Ruggero dei Guidi di Dovadola. Dopo di lui cominciò il periodo di governo della famiglia Manfredi, parente e antagonista della omonima stirpe faentina. E’ il periodo d’oro del Castellone, prima con il crudele Giovanni Manfredi, poi con suo figlio, il diplomatico Amerigo e infine con Ludovico, lo spavaldo e imprudente signore che nel 1428 finì imprigionato nel carcere delle Stinche, a Firenze.


Nel Quattrocento la Signoria estese il suo dominio in tutta la Romagna Toscana, e prese possesso di quattordici comuni, dalla nostra zona fino a San Piero in Bagno, vicino alla provincia di Arezzo. Il Castellone divenne un fortilizio di frontiera, a protezione del Mugello, ma perse di importanza finché nel Cinquecento venne demolito.



La demolizione di questa e di altre rocche sull’ appennino fiorentino era anche un atto simbolico che segnava il passaggio ad un’altra forma di governo: doveva essere chiaro a tutti che la Città governava dal Palazzo Pretorio al centro di ogni paese e non dai castellari sparsi sui cocuzzoli.



La storia di questo castello è ricca di vicende, di assedi, di pretese e di avventure. Questo qui accanto è uno studio del 1883  dello storico Achille Lega, che divaga un po’ nel suo racconto ma è piacevole da leggere.







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Per approfondire
Il Castellone, la storia , di Fulvia Rivola, il consolidamento statico, Marco Cappelli e Paolo Scalini. Edizioni Polistampa 2002
Blog della biblioteca ai tematici Storia del Trecento e Storia del Quattrocento 


1 commento:

  1. Questa ricerca è veramente splendida!
    Complimenti per questo, ma anche per tutti gli altri articoli.
    Sono una fedelissima lettrice e ammiratrice!
    GRAZIE!

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