Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 14 aprile 2020

1848 - 49 La Prima Guerra di Indipendenza

Le notizie date dai giornali 
nella Romagna Toscana 
(2a parte)
Ricerca di Claudio Mercatali


Le 5 giornate di Milano



Nell’ Ottocento le guerre si svolgevano in modo del tutto diverso da oggi: gli eserciti si affrontavano in una o due battaglie campali sanguinosissime dalle quali risultava in modo chiaro un vincitore. Nelle battaglie della Prima Guerra di Indipendenza fu direttamente coinvolta solo la gente del nord Italia, soprattutto lombarda. In Romagna e in Toscana non ci furono battaglie, però non mancarono gli eventi, spesso accavallati e confusi, frenetici o lenti a seconda delle notizie che venivano dalla Lombardia. Il nostro scopo ora è di seguirli con le notizie dei giornali di allora, che erano l’unico mezzo di informazione per la gente, assieme alle voci popolari incontrollate e approssimative.

Per definire la situazione ci serve un breve riassunto storico:

Il 23 marzo 1848 il Regno di Sardegna dichiarò guerra all' Impero Austriaco e il 26 marzo le avanguardie attraversarono il fiume Ticino entrando in Lombardia. Gli Austriaci si ritirarono lentamente verso il cosiddetto Quadrilatero, ossia il sistema di difesa formato da Peschiera, Verona, Legnago e Mantova. In questa fase i Piemontesi colsero due successi, a Goito e a Pastrengo.

Il generale austriaco Radetzky aveva deciso di aspettare il Corpo d'armata di Nugent che stava scendendo in Italia. La battaglia decisiva si svolse a Custoza dal 22 al 27 luglio e fu una folgorante vittoria degli Austriaci. L’esercito piemontese si ritirò allo sbando e attraversò di nuovo il Ticino. Il 9 agosto 1848, Carlo Alberto di Savoia chiese l’armistizio. La delusione per i patrioti di tutta Italia fu enorme. Dunque partiamo da questo evento e leggiamo che cosa successe dopo:


La vittoria di Radetzky fu accolta con emozione a Vienna e il musicista Johann Strauss compose la Marcia di Radetzky. Ancora oggi viene suonata al Concerto di Capodanno, è quella in cui il pubblico segue il ritmo battendo le mani. La volete sentire? Digitate su internet e la troverete su You Tube.

L’armistizio non era un Trattato di pace ma solo una sospensione della guerra, chiesta dalla parte soccombente e concessa dal vincitore. Nella primavera successiva il re Carlo Alberto riprese le ostilità, che durarono pochi giorni: il 23 marzo 1849 Radetzky affrontò l’esercito piemontese a Novara e vinse. Tutta la guerra, compresi i sette mesi di armistizio durò esattamente un anno.





I giornali dell’epoca diffusi qui da noi erano dei fogli nati sull’onda dei moti risorgimentali, tutti soppressi nel 1849 quando gli Austriaci ripresero il controllo della situazione. I quotidiani regionali di oggi non ci sono perché La Nazione cominciò le pubblicazioni nel 1861 e il Resto del Carlino nel 1885.



Angelo Masini ,di cui si dice qui accanto, era uno spericolato patriota capo di una squadra detta  "La Compagnia della morte". Nell' ottobre del 1848 passò dalla valle del Lamone per andare a Livorno in rivolta. Fu fermato dai gendarmi toscani che lo costrinsero a tornare in Romagna.





Clicca sulle immagni
per avere una comoda lettura 

Il Popolano fu un quotidiano pubblicato a  Firenze dall'8 gennaio 1848 al 5 maggio 1849. È il seguito del periodico Il Sabatino. Fu “avverso agli aristocratici, ai gesuiti, agli oscurantisti, ai retrogradi”, prometteva “cuor di popolo, null' altro”. Patriottico, inneggiava all' Indipendenza, anti austriaco, fu censurato più volte.





Modigliana era più
in subbuglio di Marradi.





Nei primi mesi del 1849 si tennero le prime elezioni dei Rappresentanti del Popolo. Era un ardito tentativo di democrazia diretta e ogni paese indicò i candidati. A Marradi fu designato il notaio Jacopo Fabroni. 


Dopo la vittoria austriaca tutti costoro furono processati "per lesa maestà" e condannati. Però il Granduca Leopoldo II con atto magnanimo concesse la grazia.




Il Lampione era un giornale popolare radicale e patriottico, di satira e cronaca con l’intento dichiarato di “far luce fra coloro che brancolano nelle tenebre”. Fu pubblicato da Le Monnier dal luglio 1848 all’aprile 1849.












In marzo, dopo la disastrosa sconfitta di Novara il Regno di Sardegna chiese la resa. Carlo Alberto di Savoia abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II e andò in esilio in Portogallo. Gli Austriaci in giugno occuparono Firenze e rimisero sul trono il Granduca. In quel mese la città era piena di soldati, come dice il periodico L'Araldo qui accanto.


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