Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 28 dicembre 2020

1776 La riforma dei Comuni nel Granducato





Cambiano i confini e
l'ordinamento di Marradi

ricerca di Claudio Mercatali


Pietro Leopoldo di Lorena, primo granduca di Toscana del suo casato, è passato alla storia per essere stato un energico riformatore dello Sato e un governante moderno ed amato. Quella che stiamo per leggere è la Riforma dei Comuni del 1776, dove vennero ridefiniti i confini di tutti i territori e modificati gli organi di governo, con un sistema di sorteggio degli amministratori che metteva fine alle nomine fiduciarie in uso ai tempi dei Medici, che davano troppo potere alle famiglie ricche dei signorotti locali. Il dettato della Riforma è chiaro e richiede poche spiegazioni. 

Leggiamo le disposizioni che riguardano il Comune di Marradi:

Il territorio venne diviso in 15 Comunità, ciascuna delle quali comprendeva una o più parrocchie.


La Comunità di Crespino, che fino ad allora aveva fatto parte di Palazzuolo, passò a Marradi.


L’amministrazione fu affidata ad un Gonfaloniere e sette Priori (assessori).


La nomina del Gonfaloniere era per sorteggio, da una borsa nella quale c’erano i nomi dei marradesi più ricchi e capaci. La nomina dei Priori avvenne anch’essa per sorteggio, da un’altra borsa con i nominativi di tutte le persone degne e benestanti.


Il Consiglio Generale del Magistrato (era quasi l’equivalente del nostro Consiglio Comunale) comprendeva anche 12 consiglieri, oltre ai 7 priori e al Gonfaloniere.

Il Cancelliere comunitativo (era un funzionario granducale) provvedeva alle operazioni di imborsazione ed estrazione dei nominativi …





Il Granduca concluse perentorio che:

… Mediante le istituzione delle suddette nuove Magistrature sopprimiamo, ed aboliamo le Magistrature e gli Ufizi fin’ora esistenti nella Comunità di Marradi, e Comuni riuniti come sopra, ed insieme tutti gli statuti, riforme, ordini, e leggi concernenti la creazione di dette Magistrature, e le incumbenze dei loro residenti, ed impiegati …         

… il presente regolamento particolare dovrà cominciare ad avere il suo effetto, e vigore nella comunità di Marradi  il dì 1 marzo 1776

Detto questo, che cosa c’è nell’Archivio storico del Comune di Marradi, agli anni 1775 e 1777?

Solo i marradesi ricchi potevano diventare amministratori. Con una serie di stime si definirono le Masse d’Estimo e si fece una classifica per sapere chi aveva diritto di “essere imborsato” cioè inserito nelle borse da cui si facevano le estrazioni. Per la cronaca, il podere che valeva di più era Popolano di Sotto, e uno di quelli che valevano di meno era Briccola, nella vallata di Lutirano, al confine con Modigliana. Poi emersero tanti dubbi interpretativi della legge, che in effetti era rivoluzionaria:

I preti potevano essere "imborsati"?

“… Sua altezza Reale dichiara che i Rettori di chiese e gli ecclesiastici possidenti in proprio siano ammessi a risiedere nel Consiglio comunale qualora venissero estratti, ma non nel Magistrato dei Priori.    Dato a Firenze 10 aprile 1775

Come si legge anche qui sopra, per impedire che qualcuno diventasse il controllore di sé stesso la Cancelleria Granducale stabilì che:

“Dichiaransi incompatibili le cariche di Provveditore di strade, di Camarlingo (= di esattore), di Deputato a distribuire le imposizioni e di revisore delle medesime, con l’uffizio di Magistrato del Comune”.   Il Cancelliere Angelo Tavanti, dato in Firenze, 17 luglio 1775

Anche le donne in certi casi potevano essere “tratte”. Isabella Tamburini, ricca marradese moglie di un Fabroni, non voleva o non poteva fare la consigliera e chiese di essere sostituita da Pietro Fabroni. Il Gonfaloniere chiese a Firenze se si poteva fare:

“Spett. Gonfaloniere del Comune, per schiarimento ai dubbi proposti le replico che il sig. Pietro Fa­broni è abile a risiedere in Consiglio al posto della sig.ra Isabella Tamburini nonostante che in detto consiglio vi risieda Gioacchino di lui fratello, perché lo Statuto Reale non proibisce questa simulta­nea residenza; e la sig.ra Tamburini non avrebbe chi la potesse realmente rappresentare nell’uffizio in cui è stata tratta.           da  Firenze, 5 maggio 1776

Nell’archivio ci sono decine di lettere con domande come queste,  inviate al Gonfalo­niere. Ad un certo punto, per chiarire ogni cosa, lui stesso venne invitato a Firenze:

“Eccellentissimo Gonfaloniere, nella sua precedente lettera ci sono diversi articoli che necessitano di schiarimenti sui quali si rende necessario che Vostra Signoria venga opportunamente istruito. Stimo opportuno che ella dia una corsa a questa città di Firenze affinché ella riceva tutte quelle spiegazioni che possono condurre al più esatto adempimento delle Regole. Lascerà qualcuno a quelle incombenze che non intende dilazionare nei tre o quattro giorni in cui Ella sarà assente.

E resto,   Il segretario Filippo Cioni,  dato in Firenze  5 marzo 1776

Arrivò il momento dell’estrazione dei nomi dei consiglieri e scoppiò una lite, perché secondo il Gonfaloniere e alcuni Priori c’era stato un imbroglio:

 “Dal Gonfaloniere e da alcuni Priori è stato fatto ricorso sulle operazioni di imborsazione dei nomi di chi dovrà far parte del Magistrato dal prossimo Marzo. Alla presenza di soli quattro consiglieri si procedette all’apertura forzata della cassa con la borsa contenente i nominativi, senza la chiave che era presso il Gonfaloniere, assente, avendone fatta fare un’altra. Si chiede pertanto la nullità di que­sta operazione, svolta in assenza del Gonfaloniere che mancava non per puro di lui capriccio, ma per averglielo impedito il rigore della stagione e le quantità di nevi che cadevano in quel tempo”.

Firenze, 21 febbraio 1777, riceve il segretario Filippo Cioni

Il ricorso fu accolto e da Firenze il funzionario Filippo Cioni ordinò che “l’imborsazione” fosse ripetuta. E poi il nuovo “consiglio comunale” cominciò a funzionare. A vedersi doveva fare un bell’ effetto, perché la regola prescriveva per ognuno un mantello nero e solo il Gonfaloniere era vestito di rosso.

 

Fonti  Autori vari, La Romagna Toscana, biblioteca di Marradi.

Archivio storico del Comune di Marradi, filza N° 565 doc 12,16,17, 46,137, 239 …


Nessun commento:

Posta un commento