Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

giovedì 18 marzo 2021

Campigno nel Novecento

 La vita in un territorio di pastori transumanti

ricerca di Claudio Mercatali


Il borgo delle Pille visto dal sagrato della chiesa


La zona di Campigno nei secoli è sempre stata isolata, collegata a Marradi con una mulattiera lunga 6 km

La strada comunale fu iniziata ai primi del '900 e i lavori si trascinarono per qualche decennio.



In questo contesto agricolo e pastorale si viveva in un piccolo mondo, con regole e consuetudini ereditate dagli antenati e ritenute indispensabili o le migliori possibili date le circostanze. L’attività prevalente era la pastorizia transumante verso la Maremma, soprattutto nelle campagne di Roccastrada dove tuttora vivono diverse famiglie originarie di Marradi, che hanno il ricordo della loro provenienza: Bernabei, Maiani, Gamberi …


La stessa urbanistica del territorio rivela l’origine pastorale: il nome Campigno infatti non si riferisce a un paesello ma indica la zona dei borghetti di Magliabecco, Le Pille e Farfareta, distanti fra loro uno o due chilometri. Questa distribuzione della popolazione era dovuta soprattutto alla necessità dei pastori di vivere accanto alle proprie greggi, che contavano di norma cento o duecento pecore e avevano bisogno di ovili e pascoli ampi. Non è una novità: anche le frazioni di Corella e Villore sono suddivise in borghetti. Si trovano non molto lontano, dalla parte opposta dell’ appennino e avevano frequenti rapporti con Campigno, per motivi agricoli e anche in occasione delle feste parrocchiali più importanti.

La transumanza era la regola, perché d’inverno questa parte dell’appennino è innevata. Ai primi di settembre i pastori partivano per la Maremma, con un viaggio di due settimane, per un totale di quasi duecento chilometri. Le famiglie Bernabei e Maiani provvedevano a trovare i pascoli, a pagare “la fida” cioè il loro affitto, che variava a seconda della “calla” cioè della conta degli ovini.

Per questo erano le famiglie più ricche di Campigno. Ci sono tanti documenti che raccontano queste cose, ma noi ora ci affideremo alle immagini …


Questa è una riunione di famiglie benestanti nel piazzale della chiesa, che è ancora oggi come allora. Sullo sfondo si riconosce la Riva Bianca, una pendice di roccia verticale, concava, che non si bagna quasi mai e perciò è più chiara delle ripe circostanti.


La famiglia Bernabei in azione con le slitte, sui ripidi pascoli erbosi del monte Lavane. Di norma questi attrezzi erano per portare a valle il fieno per scivolamento, ma qualche volta potevano servire per lo svago.


Clicca sulla immagini

se le vuoi ingrandire

Anche l’equitazione era un bel passatempo, per le ragazze delle famiglie benestanti. 


Le feste parrocchiali più importanti per Campigno erano in giugno, per S.Pietro e Paolo e ai primi di settembre. Fu proprio nel settembre del 1910 che il poeta Dino Campana partì da qui per il viaggio a La Verna, descritto nei Canti Orfici.

La festa di Campigno, con l’immancabile processione richiamava tanta gente anche da Marradi e dal Mugello. Ecco qui un articolo del Messaggero del Mugello dell’anno 1900 che la descrive con tanti particolari.










Alla fine degli anni Quaranta il parroco don Aurelio Chiari portò un po’ di modernità e costruì una ruota di legno per azionare una dinamo con la forza dell’acqua del torrente, sotto la Riva Bianca. Era una piccola centrale elettrica che dava la corrente alle case delle Pille e di Farfareta. Questo qui accanto è un sollecito del Comune che invita il parroco a pagare il rinnovo per la licenza di produzione. L’impianto era funzionante ma rozzo e pericoloso. Infatti in un giorno di piena il parroco fu preso dai meccanismi mentre cercava di regolarlo e morì.


Le maestre Mara Poli e Flora Bonfanti scrissero questa lettera al Comune, nel luglio 1950 per aver una seconda aula in grado di accogliere i 62 (!) bambini della frazione, alloggiati alla meglio in un unico locale accanto alla chiesa.



Nel maggio dello stesso anno i campignesi di Farfareta firmarono una petizione per chiedere al Comune la costruzione di un pozzo e di una fontana in modo da evitare di andare ogni giorno con il secchio e la “mezzina” fino alle sorgenti che sono lungo il torrente.





... per giungere al Casale di Farfareta, che conta una popolazione di 200 abitanti ...

Oggi a Farfareta ci sono solo due famiglie residenti, una a Magliabecco e una alle Pille. Forse qualche altra ha mantenuto la residenza ma ha il domicilio altrove.


Fonti

1) Album della famiglia Bernabei Ceroni. 2) Foto ricordo esposte nel Circolo di Campigno. 3) Documenti dell'Archivio storico del Comune di Marradi.


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