Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

giovedì 6 gennaio 2022

La petite Promenade du poète e Prosa Fetida

A scuola di poesia 
da Dino Campana, 2° lezione


ricerca di Claudio Mercatali



Il Quaderno era una raccolta inedita di scritti di Dino Campana con l’abbozzo di poesie che in parte poi furono pubblicate nei Canti Orfici. Gli scritti andarono persi (un destino) forse bruciati dagli Indiani della Ottava Armata Inglese nell’ottobre 1944, quando occuparono tutte le case agibili di Marradi, che era sulla Linea Gotica. Essi per scaldarsi bruciavano tutto il possibile: le persiane, le porte, i mobili delle case vuote e le carte, le filze di documenti del Comune e dei privati.

Quella che fra un po’ leggerete è Prosa Fetida, una lunga poesia molto esplicita che in seguito il poeta ridusse in una forma meno schietta e la pubblicò nei Canti Orfici con il titolo La petite Promenade du poète, il settimo e ultimo dei Notturni. La versione definitiva dei Canti Orfici, è questa:

Me ne vado per le strade
Strette oscure e misteriose:
Vedo dietro le vetrate
Affacciarsi Gemme e Rose.
Dalle scale misteriose
C’è chi scende brancolando:
Dietro i vetri rilucenti
Stan le ciane commentando.
. . . . . . . . . . .
La stradina è solitaria:
Non c’è un cane: qualche stella
Nella notte sopra i tetti:
E la notte mi par bella.
E cammino poveretto
Nella notte fantasiosa,
Pur mi sento nella bocca
La saliva disgustosa. Via dal tanfo
Via dal tanfo e per le strade
E cammina e via cammina,
Già le case son più rade.
Trovo l’erba: mi ci stendo
A conciarmi come un cane:
Da lontano un ubriaco
Canta amore alle persiane.


Nel linguaggio campaniano la fila dei puntini in mezzo a una poesia  indica lo stralcio di un contenuto. Che cosa eliminò il poeta prima di pubblicarla nei Canti Orfici? Vediamo:

Nel Quaderno la stessa poesia (XVIII inedito) descrive un’altra situazione: Giovan Pietro Malalana (Dino Campana) nel giorno dell' Epifania si ubriaca e va a puttane a Borgo S.Frediano, un quartiere popolare di Firenze che ai tempi del poeta era anche un po' malfamato. La prostituta sta mangiando una aringa e lo fa aspettare. Nell'attesa Giovan Pietro si abbiocca e poi durante i preliminari si addormenta. Allora la prostituta, nel vedere il suo sesso disprezzato, lo caccia via ...

Giovan Pietro Malalana
Tipo strano quanto mai
Nel gran dì della Befana
S’ebbe tanti e tanti guai
Che alla sera, stanco morto
E infangato come un cane
Volle bere come un porco
E abbrutirsi colle ciane
Se ne venne per le strade
Strette oscure e misteriose
Dove dietro le vetrate
Se ne stanno Gemme e Rose
Per le scale misteriose
Verticali al Paradiso
Dei soldati e delle spose
Ingannate dal marito.
Gemma e Rosa i fiori in testa
Se lo accolsero ridendo
E Matilde che alla lesta
Su da un piatto sta inghiottendo
Sollevò la bocca tinta
E gli disse in un sorriso:
Mangio ancora un pò d’aringa
Ed ho subito finito.
alaccorto ed ubriaco
i sdraiò con mala grazia
Sbadigliando a perdifiato
In sul muso della... Grazia
Che seccata di quell’uomo
Dalla barba già d’un mese
A squittire prese a buono
Nel suo gergo fredianese.
Il poeta se ne frega
E si sta come un Pascià
Tra le Urì di miglior lega
Del paradiso di Allà
E alle rose in carta rosa
E alle labbra di carmino
Di madonna l’ulcerosa
Ha già fatto un sonettino
Stanno zitte le figliole
A veder l’amor nascente
Anche Grazia – per la pace!
Biascia l’ultimo accidente.
Il poeta è addormentato!
Da quel pazzo che fu sempre
Nel più bello s’è scordato
Che l’amore è onnipotente...
Laa Nunziaaaca – nel vedere

Il suo disprezzato
Infuriata da vedere
S’è levata e l’ha scossato
Non si dorme sulle panche
O poeta capellone
Porta fuori le tue ciancie
E la sbornia sul groppone
E il decino t’un lo paghi?!...
Vàia vàia cappellone...
Se ne va il poeta stanco
Colla sbornia sul groppone
Per la scala misteriosa
Ridiscende brancolando
Dal di sopra han chiuso l’uscio
E lo stanno massacrando
Alla porta della strada
S’impunzona sospirando...
Dietro i vetri rilucenti
Stan le ciane commentando
Per la strada solitaria
Non un cane. Qualche stella
Nella notte sopra i tetti
E la notte gli par bella
E cammina il poveretto
Nella notte fantasiosa
E pur sente nella bocca
La saliva disgustosa
Sente il tanfo della casa
Ripugnante. Per le strade
Ei cammina e via cammina
Or le case son più rade

Trova l’erba e si distende                                         
Infangato come un cane
Da lontano un ubriaco
Canta amore alle persiane.                                               


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