Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

giovedì 6 gennaio 2022

Il venerabile don Santi Fabbroni

Abate a Marradi e poi frate penitente
a San Benedetto in Alpe
Ricerca di Claudio Mercatali

 


Il tabernacolo accanto all'altare
(monastero di San Benedetto in Alpe)


Eccoci un’altra volta a parlare dei Fabbroni: inossidabili, inaffondabili e anche inevitabili nella storia del nostro paese, dove compaiono ad ogni piè sospinto. Oggi parliamo di don Santi Fabbroni, da giovane uomo di cultura e militare di carriera, poi abate al Monastero di Santa Reparata al Borgo e infine frate penitente al monastero di San Benedetto in Alpe. Siamo nella seconda metà del Quattrocento, uno dei secoli d’oro di queste due istituzioni.


Le notizie ci vengono da don Romoaldo Maria Magnani, agiografo faentino del Settecento, piacevole e attento scrittore, autore di Vite de’ santi venerabili e servi di Dio della Diocesi di Faenza, un catalogo di religiosi 
della nostra zona in odore di santità. 

Le sue informazioni sono interessanti per la biografia del Fabbroni ma anche per un episodio poco noto della storia del monastero di Crespino. Al tempo della sua soppressione e riduzione a semplice parrocchia, alla fine del Seicento, gli antichi documenti dell’ archivio nello sgombero andarono persi. Alcuni pacchi furono poi trovati marciti nel cavo di un castagno.

 



Leggiamo che cosa scrisse Romoaldo Maria Magnani nel 1741:


Crespino anticamente castello sull'Alpi dell'Appennino diocesi di Faenza, cinque miglia distante da Marradi aveva un insigne monastero dell' Ordine Vallombrosano...


Clicca sulle immagini se vuoi una comoda lettura




... In cotale tenore di vita divenne sì perfetto e sì accetto al suo Signore, che fece anche molti miracoli ...



Una visita al monastero di San Benedetto in Alpe fa sempre piacere. Mi ricordo che a sedici anni durante un trekking con tre amici avevamo messo la tenda proprio lì e da allora dopo più di 50 anni non è cambiato niente. Questo è un posto dove il tempo si è fermato: il monastero è al Poggio, nella parte alta del paese e si raggiunge con una stradina antica pavimentata d’arenaria con cura.

 

Alla chiesa si accede dal retro, ma solo in certe occasioni, perché di solito non è officiata. L’esterno è antico, autentico, bello. L’interno invece fu rifatto nel Settecento e ha arredi e ornamenti di gesso e scagliola, come usava allora. Cerco il quadro che ritrae Santi Fabbroni, che a detta di Romoaldo Magnani dovrebbe essere in uno degli altari laterali:

 


… E tale fu il concetto della sua santità che appena morto furono fatte molte immagini di esso co’ splendori attorno al capo del beato: una delle quali assai antica si è conservata nella chiesa di San Benedetto supracitata la quale porta nella mano destra un Crocifisso, di cui fu sì esimio adoratore in sua vita, santo non tanto di nome che di fatti.

 

Però un quadro con queste caratteristiche non c’è: un dipinto del 1635 mostra un frate in adorazione con il crocifisso nella mano sinistra e un altro sarebbe perfetto ma è recente, del 1933.

 


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