Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 30 gennaio 2024

La Ferrovia Faentina


Un capolavoro di fine Ottocento


Ricerca di Claudio Mercatali



Ancora oggi possiamo constatare che la Ferrovia Faentina fu un capolavoro di ingegneria. Decine di ponti, viadotti e gallerie attraverso l’appennino destarono meraviglia e sollecitarono l’orgoglio degli Italiani di fine Ottocento, come si può leggere in tanti articoli delle riviste tecniche dell’epoca.

Questo che segue è un editoriale dell’ ing. Cecilio Arpesani (1853 – 1924) progettista della ferrovia Poggibonsi – Colle Val d’Elsa, che riassume in modo chiaro le caratteristiche della nostra ferrovia nell' Annuario Scientifico e Industriale del 1893.

Cecilio Arpesani





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La Faentina, come tutte le ferrovie, corre a pendenza costante e quindi i binari non seguono la morfologia delle Valli del Lamone e della Sieve ma sono quasi sempre su ponti, viadotti, trincee e gallerie. Le ruspe e gli escavatori non esistevano e tutte queste opere furono fatte "a mano" da migliaia di operai.



Il ponte del Trillero è fra Panicaglia e Ronta. Fu minato dai Tedeschi e ricostruito negli anni Cinquanta ma non è più come si vede in questa cartolina.





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