Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 7 aprile 2014

Imo il Borgo

Un oratorio alla Badia
di Claudio Mercatali



I proprietari di una torretta medioevale con un oratorio affrescato nel Cinquecento non sono molti. Due di questi sono il signor Benito Briccolani e sua moglie Lorenzina Bravi, della Badia del Borgo, e la loro figlia Barbara valente restauratrice di dipinti antichi, mi ha invitato a visitarla.


La torretta di Imo il Borgo


Già diversi anni orsono il maestro Giuseppe Biagi, passando di qui nel corso di un trekking rimase meravigliato e scrisse questo articolo per il settimanale Il Piccolo, di Faenza.


Il posto preciso si chiama Imo il Borgo, antichissimo sito accanto alla Badia omonima, che appunto in rapporto a quella era "humilis, humus" ossia "jum" nel dialetto del profondo medioevo. 
Dietro queste case, per mille anni sono passati i contadini che scendevano in paese e solo nel Novecento la via è stata dismessa e sostituita dalla attuale strada Marradi - S.Benedetto. 
La carta topografica del Catasto Leopoldino (1830) è molto chiara in questo. Dunque le torretta era sulla via principale e da una porticina al piano superiore si entrava nell' oratorio.      



Estratto dal Catasto Leopoldino.


Qui siamo nel cuore del Comune di Marradi, perché i monaci vallombrosani della Badia sono stati per tanti secoli i veri padroni del paese.
A loro si doveva una parte del raccolto, un buon numero di tasse e balzelli e i primi documenti che parlano di Marradi sono proprio dei contratti di vendita, affitto o concessione di terre fatti presso il monastero.



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All'esterno della torretta in una pietra d'angolo c'è una vecchia iscrizione scolpita.
Forse la lapide era a ricordo di un bambino annegato o caduto di sotto: Girolamo (il bambino) di Sandro  (il padre), di Bartolo (il nonno) cadde (demengi = demersit). La data è sottrattiva, MD = millecinquecento, XIIIIC = cento meno quattordici = ottantasei e quindi  era l'anno 1586.



La Lapide
nella pietra d'angolo






Dentro l'oratorio l'ambiente è spartano, con il muro di sinistra affrescato. Un delicato lavoro di restauro ha fatto comparire la figura di un santo o di un monaco benedicente, con la croce in mano.
Non si sa quale santo sia, forse san Giovanni Gualberto, monaco benedettino secondo la Regola Vallombrosana, ma può anche darsi che sia un Abate della Badia del Borgo.


 





Un affresco antico
restaurato
da Barbara Briccolani





Sulla parete destra c'è una Annunciazione di pregevole fattura dipinta da Barbara Briccolani e in alto la scritta "Questa maestà è stata restaurata negli anni 1992 - 1995 per volere dei proprietari Benito Briccolani e Lorenzina Bravi. Il restauro dell'opera pittorica originale è stato eseguito dalla figlia Barbara autrice dell' Annunciazione voluta dal padre Benito in ricordo della madre Annunziata".







L'Annunciazione














Il tetto a quattro spioventi sormontati da una croce aveva una copertura in lastre d'arenaria che è stata mantenuta durante i lavori di recupero.








All'interno il tetto si presenta a volte di mattoni mezzanini, murati con cura e di sicuro fu messo in opera da un capomastro che sapeva il fatto suo.












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