Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

venerdì 28 febbraio 2014

E lòm a merz

I fuochi nell'ultima notte
di febbraio, a Popolano
di Claudio Mercatali

 Il fuoco 
nel sagrato



I fuochi nella notte del 28 febbraio sono una tradizione romagnola che si perde nella notte dei tempi. Si dice che risalgano addirittura ai riti celtici della primavera, quando il fuoco rituale salutava l'arrivo degli spiriti della buona stagione e dava l'addio a quelli malefici dell'inverno. E' una consuetudine che corrisponde ai fuochi della Notte di Valpurga, che nella tradizione germanica cade il 30 aprile, perché a quelle latitudini la primavera arriva dopo.





Nella valle del Lamone, quando le campagne erano abitate, in questa notte si vedevano decine di falò, vicino alle case dei contadini e chi oggi ha più di cinquanta anni probabilmente ha qualche ricordo suo personale legato a questi.

 I volontari della parrocchia di Popolano hanno allestito una cucina. C'è il tradizionale menù di carne di maiale, i ciccioli appena fatti e poi naturalmente la polenta e anche la zuppa di farro.  








Oggi e lom a merz nelle campagne non si fa più, perché era un rito spontaneo fatto da chi le abitava. Però certi ricordi radicano così a fondo che non è possibile perderli del tutto e così i fuochi di saluto alla primavera nelle valli romagnole ci sono lo stesso: a Popolano di Marradi da qualche anno si fanno nel sagrato della chiesa, con tanto di cena all'aperto, naturalmente a base di carne di maiale ...

 Si fa cena nel chiostro della canonica, 
coperto da un telo
perché è caduta una pioggerella 
sottile e un po' fastidiosa.


Questa sera 
il tema è il fuoco



 

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1 commento:

  1. Corrisponde anche al momento in cui i contadini avevano terminato il lavoro nella vigna e raccoglievano e bruciavano i "sermenti" (http://www.lessicografia.it/SERMENTO), prima che ricrescesse l'erba o il fieno.
    Walter N.

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