Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 17 marzo 2015

Il palazzo pretorio di Marradi


Indagine sul nostro palazzo comunale
ricerca di Lucia Dalle Luche





Chi è Lucia Dalle Luche? Oggi è una dottoressa in Storia dell' Arte, laureata nel 2014 alla Università di Pisa con una tesi che parla anche del nostro Palazzo Comunale.
Quando venne qui da noi era ancora studentessa, in cerca di documenti del nostro Archivio Storico Comunale. E' nata a Viareggio il 22/05/1985 e vive a Camaiore (LU).

Come si capirà leggendo qui di seguito ha tratto profitto da quanto le abbiamo dato, per sé e anche per noi, ampliando con molti altri documenti; così ora apprendiamo delle cose che ci riguardano e che non conoscevamo. Leggiamo:




Estratto dalla tesi di laurea

Allo stato attuale delle ricerche, niente si conosce circa l’origine del palazzo pretorio di Marradi. Nel 1892 l’abate Giovanni Mini di Castrocaro, assiduo frequentatore della cittadina, descrivendo le fabbriche principali, accenna alla presenza di “antichi e vasti palazzi fra cui primeggia il Comunale”, senza tuttavia fornire alcuna informazione aggiuntiva a tale presunta quanto vaga antichità (4).
Certo è che, quando nell’agosto 1772 l’ingegnere Agostino Fortini visita l’edificio, trova una struttura in pessime condizioni, con le mura “tutte piene di squarci, scollegazioni, e spanciature, con esservi una parte della loggia fuori di piombo […] dal che ne viene che detta loggia si tira dietro il muro maestro che è pure strapiombante e sciolto (5) […], una fabbrica inoltre “molto umida, e quasi fradicia”, “malandata di palchi, mattoni, tetti, che sono cattivissimi intonachi, impostàmi, e vetrate che non vi è stanza che non abbia bisogno di essere risarcita” (6).






La descrizione, oltre all’evidente trascuratezza di cui doveva aver sofferto l’edificio fino a quel momento, lascerebbe facilmente pensare a una certa antichità della struttura, composta da murature molto vecchie e per questo assai malandate dal tempo e dall’incuria.
Nel 1428 i Fiorentini riescono a strappare Marradi agli antichi proprietari, e il territorio viene aggiunto al Vicariato di Palazzuolo, costituendo il capitanato di Marradi e Palazzuolo. Il giusdicente, che è un cittadino fiorentino, risiede per sei mesi in una città e per sei mesi nell’altra. Nel 1540 le due circoscrizioni vengono separate e istituiti due capitanati distinti, tuttavia già nel decennio seguente il capitanato viene riunificato.







Nei documenti dell’Archivio storico comunale di questo periodo si legge che il Consiglio comunale generale si raduna “nel solito palazzo del capitano di Marradi” (7). L’edificio a cui ci si riferisce è senz’altro il palazzo pretorio in piazza delle Scalelle, per cui se ne potrebbe ipotizzare la costruzione all’inizio del secolo precedente, in occasione della conquista fiorentina e dell’instaurazione del Capitanato.
Non si conosce l’aspetto del palazzo in quel periodo, ma si sa della presenza di un orologio collocato sopra una torre, attestata a partire dal dicembre 1583, sotto il quadrante è affrescata l’immagine della Madonna e al di sopra un tettuccio assicura la protezione dalle intemperie (8). Il dipinto e il tetto sono ancora presenti nel 1639, quando entrambi vengono fatti riparare. Nel 1736 il congegno dell’orologio viene rovinato dall’imperizia del temperatore e non si riesce più a farlo funzionare a dovere tanto che nel 1766 si stanziano 100 scudi per farne costruire uno nuovo e sistemare la torre; tuttavia il provvedimento non ha seguito (9).











Negli anni settanta del XVIII secolo il palazzo, particolarmente degradato, viene completamente ristrutturato; nella stessa occasione si delibera la costruzione di due torrette laterali con funzione di torre dell'orologio e torre campanaria, tuttavia il progetto non viene realizzato a causa delle difficoltà costruttive e degli alti costi (10). In occasione delle ristrutturazione viene prodotta la planimetria del palazzo nello stato in cui si trova nel 1772 (tav. XV), nella quale si nota che al di sopra del porticato del pianterreno esiste una terrazza, affacciata sulla piazza e coperta da una tettoia, affiancata da due locali anch'essi a tetto; di conseguenza il piano superiore consta di una metratura ridotta, arretrata rispetto alla piazza.
L'ingresso principale al piano nobile è garantito da una scala esterna, addossata al fianco sinistro del palazzo, mentre l'accesso al secondo piano è costituito da una scala che parte dal primo piano.





Nel 1775 anche l'orologio viene rinnovato, con spesa di 200 scudi, dandone incarico all'orologiaio fiorentino Giuseppe Bargiacchi, che termina il suo lavoro nel giugno 1776 (11).

Alcune riproduzioni fotografiche della facciata del pretorio, risalenti fra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, dimostrano l'aspetto dell'edificio, sostanzialmente come uscito dalla ristrutturazione della fine del secolo precedente (fig 36 - 37). La differenza più evidente con il palazzo odierno sta nella presenza di una loggia a sole cinque arcate, contro le sette attuali.
L'ampliamento del portico, con conseguente aggiunta della porzione di corpo di fabbrica soprastante, risale alla prima metà del XX secolo (12). A seguito di un forte terremoto avvenuto nel 1919, il palazzo subisce alcuni danni strutturali per cui si rende necessario un intervento di consolidamento. 





La relazione del 1924 dell'ingegner Enrico Vallini (13) include le planimetrie e una sezione del palazzo (fig. 38 - 41) nelle quali si nota qualche cambiamento rispetto al progetto esecutivo della ristrutturazione del XVIII secolo (tav. XVI) in particolare le tre carceri, affacciate sul cortile, sono collocate nella parte tergale del palazzo su tre piani sovrapposti e sono raggiungibili attraverso una scala di servizio (14).



Anche la scala esterna, addossata al fronte laterale del palazzo lungo l'odierna via Fabroni, non è più presente.
Inoltre nelle planimetrie novecentesche si nota che l'ingresso dell'edificio è collocato in posizione centrale rispetto alla loggia, proprio in corrispondenza della scala principale interna a due rampe, mentre i due piani superiori caratterizzati da due ampie sali prospettanti sulla piazza, sono pressoché collimanti.
Nel corso dell'intervento del 1924 il fabbricato viene ampliato nella parte destra e la loggia allungata di due arcate (fig. 35); l'ingresso viene spostato di conseguenza, fino a raggiungere la posizione attuale.
Dopo l'unità d'Italia a Marradi viene istituita la Pretura. Le carceri, umide e poco illuminate, sono affidate alla custodia di un guardiano e gestite da una commissione di quattro membri nominata dal Consiglio comunale (15).
Attualmente il palazzo è sede del Comune e la maggior parte degli ambienti è stata adattata ad ospitare gli uffici, altri contengono archivi e magazzini.


Fonti delle notizie
4 Marradi nel 1892, Blog della biblioteca, 28.01.2013
5 e 6 Archivio di Stato Firenze Camera di soprintendenza comunitativa, affari diversi, 398 Marradi
7  I Consigli comunali di Marradi, Blog della biblioteca, 07.01.2012
8 - 9 - 11 L'orologio del Comune di Marradi Giorgetti, 1999, c/o Archivio storico del Comune.
10 Archivio di Stato di Firenze. Per esteso nei paragrafi 3 e 4 della tesi.
12 - 13 - 14 - 15 Da ricerche dell'archivista Mario Catani, Archivio storico di Marradi.


Chi ne vuole sapere di più può consultare la tesi di laurea completa, che è conservata presso la Biblioteca Comunale di Marradi.



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