della stazione ferroviaria
ricerca di Claudio
Mercatali
Le stazioni di Borgo S.L.
e Marradi a confronto
La storia cominciò negli anni 1880
- 1890, al tempo della costruzione della linea Faentina. Marradi era un punto
nodale, perché da Faenza fino a qui si sale facilmente, ma dopo cominciano i
problemi. Perciò si costruì una stazione enorme, molto superiore alle necessità
del paese, perché serviva un sito in cui dimezzare i treni e raddoppiare la
trazione per affrontare il tratto appenninico. La stessa cosa sul versante
opposto capitò a Borgo S.Lorenzo e quindi le due località ebbero due stazioni
di prima categoria, identiche.
Per quella di Marradi si
distrusse il podere di Marciana, come si vede in questa foto famosa e centinaia
di scariolanti pareggiarono i campi che prima erano in pendenza verso il fiume.
Il podere di Marciana era vicino all'attuale
passaggio a livello. La casa poderale fu demolita e per compensazione furono
costruiti alcuni edifici di Casa Gondi.
Venne spostata anche la strada
d'accesso al paese, che prima scendeva da Casa Carloni passando più o meno
davanti alla attuale fonderia FOMAR.
Nel 1888, il primo treno giunse a
Marradi e questa fu l'immancabile foto ricordo. Ce n'è anche un' altra simile, del
1949, quando la Faentina venne ricostruita ex novo dopo i danni della guerra.
Marradi da allora è stato tutt' uno
con la ferrovia, che è la principale via di comunicazione ed era la principale
fonte di posti di lavoro. Prima dell' automazione in ogni casello viveva una
famiglia, in ogni stazione c'era un presidio di ferrovieri e a Marradi una
squadra trenta operai provvedeva alla manutenzione. Oggi non è più così, perché
con l'automazione e i computer tutta questa gente non serve e non c' è più.
Le sorti del paese si sono sempre
intrecciate con quelle della sua linea ferroviaria, nel bene e nel male, quando
nel 1915 - 1918 passavano sessanta treni al giorno, e quando nel 1944 il paese fu
distrutto dai bombardamenti aerei che in realtà miravano ai binari.
1926 passò il treno presidenziale
con il Duce.
I Marradesi accorsero alla stazione,
c'era anche la banda.
Qui si vede lo stesso luogo ora (2017)
e
allora (1926)
Che cosa rimane di tutto questo?
Molto a dire il vero, perché la stazione è ancora come allora e i pezzi della
sua storia sono ancora lì, riconoscibili se si guarda attentamente.
Non si potrebbe girellare nell'
impianto ferroviario, ma approfittando del fatto che il personale di
sorveglianza scarseggia mi sono infilato fra i vecchi binari e nella rimessa
dei treni ...
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se le vuoi ingrandire
Là, nel vecchio garage delle
locomotive ci sono ancora i binari dell'Ottocento, come si legge nella scritta
stampata nel ferro: acciaieria di Terni
1887.
In giro, lungo i binari morti,
c'è la storia della stazione: i binari delle Acciaierie di Piombino, del 1913,
1927, 1958 e quelli americani della ricostruzione (1947), fusi nelle acciaierie
di Sparrows Point nel Maryland o a Steelton in Pennsylvania.
I binari secondari hanno ancora
lo scambio manuale, con il "macaco", il contrappeso da ruotare.
In fondo al piazzale c'è ancora
il ponte girevole per invertire il senso di marcia delle locomotive. Un tempo, quando c'era il
servizio merci, qui era un andirivieni continuo di locomotive a vapore, che
spostavano i carri merci parcheggiati e formavano i treni da mandare su fino al valico.
La rotatoria delle locomotive e il collegamento delle stazione con il magazzino del molino a cilindri detto Il Molinone (disegno del primo Novecento).
La manovra dei treni a vapore è
un'attrazione anche oggi, e quando ci sono i treni storici la gente si affolla:
la locomotiva con il suo sbuffare e il movimento dei suoi meccanismi ha
qualcosa di vivo.
Ne rimase colpito anche Dino
Campana, che ne parla così nei Canti Orfici:
... Ora il mio paese tra le montagne. Io al parapetto del cimitero
davanti alla stazione che guardo il cammino nero delle macchine, sù, giù. Non è
ancor notte; silenzio occhiuto di fuoco: le macchine mangiano rimangiano il
nero silenzio nel cammino della notte. Un treno: si sgonfia arriva in silenzio,
è fermo: la porpora del treno morde la notte: dal parapetto del cimitero le occhiaie
rosse che si gonfiano nella notte: poi tutto, mi pare, si muta in rombo:
Da un finestrino in fuga io? io ch'alzo le broccia nella luce!! (il
treno mi passa sotto rombando come un demonio).
Interessante... non vedo l'ora di tornare in quei posti, soprattutto da Marradi a Ronta.
RispondiEliminaDa quanto mi hanno raccontato quando ero bambina (tanto tempo fa), i miei nonni per un certo periodo hanno tenuto il Bar della Stazione di Marradi
RispondiEliminaBellissimo. Bravo claudio
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