per una
via breve e insolita
Resoconto di Claudio Mercatali
Il bivio per il Gattoleto
al Passo del Torretto
Alla metà dell’ Ottocento i
Comuni di Marradi e Modigliana erano impegnati a costruire la strada del
“Torretto” e le spese erano tante. Si discusse sul tracciato perché al valico
di Beccugiano ci sono tre modi di scendere nel fondovalle dell’Acerreta: 1) la
direttrice Gattoleto – Taverna – Lutirano 2) La strada di Pian di Sopra 3) Il
percorso attuale. Però se non ci fosse stata la necessità di collegamento con
Modigliana la via più diretta da Marradi all’Acerreta non sarebbe stata qui ma
dal Passo della Cavallara, antichissima perché porta all’Abbazia di Badia della
Valle (anno 1055).
A Lutirano si faceva un gran discutere su questi percorsi e anche
il parroco di Badia della Valle volle dire la sua, suscitando qualche protesta
dei suoi parrocchiani. Leggiamo:
Al Gonfaloniere del Comune di Marradi e al suo Magistrato
“E’ giunta ai sottoscritti la singolare notizia che il sig. Don Bartolomeo Laghi, parroco della Badia di Valle Acereta, dopo aver per lunga pezza titubato sulla linea Cavallara o Taverna ora nell’un senso e ora nell’altro, ha finalmente preso un partito ancora peggiore della contraddizione in cui si è posto fin qui, domandando che, postergato ogni altro progetto, questa strada si faccia risalendo l’ Acereta fino al Ponte della Valle, varcando quivi i monti dirupati che dividono quel sito dalla Terra di Marradi (… cioè passando da Gamogna). La stranezza di tale proposta non ha senso commentare. I sottoscritti perciò ritengono di cogliere questa occasione per rinnovarle la memoria delle ragioni che sono a vantaggio della linea della Cavallara. Se il miglior requisito di una strada è la brevità, quella della Cavallara merita certo di essere proposta. Le strade si fanno per servire alle popolazioni e non viceversa. Dunque la strada più utile è quella che si presta all’uso del maggior numero di abitanti, e per questo la Cavallara sopravanza le altre. Inoltre detta strada riunisce due cose raramente conciliabili, cioè il massimo dell’utilità con la maggiore economia”.
2 giugno 1850 I possidenti della Valle Acereta
Le richieste dei lutiranesi in questa occasione non vennero
accolte, perché per la strada Marradi – Modigliana si scelse il percorso
attuale, però la Cavallara fu ammodernata in seguito, lungo l’antichissima via
medioevale.
Invece la via Gattoleto – Taverna rimase una semplice campestre fra i poderi, nessuno chiese più di passare di lì e allora la percorrerò oggi. Parto da Marradi alla 10.30 con il pulmino per Lutirano e scendo al Passo del Torretto. Devo imboccare la via per Pian di Sopra, indicata chiaramente da un cartello e seguirla per quasi un chilometro. Passo dalla Collinella, dal bivio per Le Piane, dove c’è una laterale con la sbarra sempre aperta, e oltre fino ad una laterale con la sbarra sempre chiusa, che è la mia strada.
Il 23 gennaio è nevicato, devo camminare con le ciaspole e
complicarmi un po’ la vita, però la neve cambia parecchio le forme del paesaggio
e al Gattoleto c’è un panorama vastissimo. Il nome di questo podere è filtrato fino a noi dal longobardo attraverso il
dialetto romagnolo e il gatto non c’entra. La Wahtha era il posto di osservazione,
di guardia, come a San Martino in Gattara. I “Gattoleti” del Comune di Marradi
sono quattro: al Passo del Torretto, del Peschiera e sopra Campigno e sopra Fantino, e hanno tutti
e quattro una bella visuale. Mille e quattrocento anni fa i Longobardi insediati
nel territorio di Marradi scrutavano da qui e da San Martino i loro nemici, i
Bizantini dell’Esarcato di Ravenna, oltre il confine che era a pochi
chilometri. La guerriglia fra i due durò per più di un secolo, poi i Bizantini
crollarono, come del resto anche i Longobardi pochi anni dopo e tutto divenne
dominio della Chiesa.
Da qui, seguendo una segnaletica molto
chiara si potrebbe proseguire per il Passo della Cavallara ma oggi non è il mio
scopo. Mantenendo il crinale scendo per qualche centinaio di metri e lì di
sotto si vede Taverna.
Dal crinale si vede tutta l'alta valle Acerreta, fino al Passo dell'Eremo,
che porta a San Benedetto in Alpe.
Ecco Taverna. Ora si tratta di scendere fino in fondo alla valletta che si vede qui accanto.
Vado avanti e scivolo indietro nel tempo
di altri sei o sette secoli perché durante gli scavi del Metanodotto Algerino in
questa valletta e nelle altre accanto vennero alla luce i resti di alcune
fattorie Romane, con tanti reperti che sono conservati al Museo di Palazzuolo
sul Senio.
A quei tempi i legionari al congedo venivano premiati con un certa estensione di terreno fertile e comodo. Era una buonuscita per il servizio prestato.
Questa vallata in effetti ha degli ottimi terreni agricoli, coltivati con cura anche oggi, tanto che nel fondovalle non si trova nemmeno un metro quadro di incolto.
I ritrovamenti al tempo dello scavo per il Metanodotto non furono una sorpresa, perché i contadini di Pruneta, Taverna, Senzano e Vossemole avevano già trovato in tante occasioni dei mattoncini e dei contrappesi per i telai, come questi qui accanto.
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Sono già a Lutirano, ho fatto solo tre o quattro chilometri
e forse chi voleva una strada attraverso questi siti non aveva tutti i torti.
Mi
piace girare nei monti quando c’è ancora la neve attaccata ai rami. Secondo una
convinzione locale questo indica che l’aria non è cambiata e potrebbe nevicare
ancora. Al momento non mi rimane che scaldarmi al camino nella casa di mia moglie, che aveva i nonni originari di qui, e aspettare il pulmino delle 15.00 per tornare a
Marradi.
Interessante ed istruttivo come sempre! Grazie
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