di Mutuo Soccorso
ricerca di Claudio Mercatali
Tredozio alla fine
dell' Ottocento
Dopo l’unità d’Italia varie categorie di lavoratori cominciarono ad organizzarsi per avere una assistenza medica, una cassa infortuni e un fondo pensione. Nacquero spontaneamente diverse società di mutua assistenza (SOMS) e la loro attività fu preziosa, visto che allora non c’era la Previdenza Sociale.
Per regolare queste associazioni fu promulgata la Legge del 15 aprile 1886. I primi dodici articoli sono qui accanto.
La gestione delle SOMS era quanto di più democratico si potesse avere e molti articoli della legge andrebbero bene anche oggi per le nostre associazioni senza fini di lucro.
Fra il 1870 e il 1885 furono fondate le Società Operaie di Mutuo Soccorso di Brisighella, Fognano, Marradi, Palazzuolo di Romagna, Modigliana e Tredozio.
Con il trascorrere dei decenni alcune SOMS divennero anche dei laboratori politici, soprattutto per i partiti della Sinistra, altre fondarono delle cooperative. Questo non era tollerabile per il Fascismo che infatti negli anni Trenta le abolì e inglobò i loro beni negli Enti del Regime. Negli anni Cinquanta alcune SOMS dopo azioni legali e politiche complesse, si ricostituirono e riuscirono a riavere dallo Stato le loro proprietà. In Italia 146 SOMS sono attive anche oggi e si occupano soprattutto di previdenza integrativa e di assistenza sanitaria, ma qui da noi riaprì solo la SOMS di Tredozio, che ora ci interessa.
La storia comincia agli inizi del 1883 quando un gruppo di benestanti del paese aprì il Circolo Democratico di Tredozio, una associazione composta soprattutto da mazziniani, repubblicani e in seguito anche da Socialisti, in netto contrasto con il clero locale . I più ferventi animatori furono Giovanni Ghetti e Pier Matteo Fabbroni, figlio del medico Giuseppe originario di Marradi e fratello della poetessa Virginia Fabbroni.
L’avvocato Luigi Bonfante, discendente di alcuni soci fondatori e autore di un saggio fondamentale su questa Società ci dice che in uno dei primi verbali del Circolo c’è scritto quello che si può leggere qui accanto:
Il socio onorario don Verità forse non fece a tempo a far visita alla SOMS perché era già malato e morì nel novembre del 1885. Al suo funerale la SOMS partecipò con la bandiera sociale, assieme alle altre associazioni del circondario, come si legge in questo articolo del settimanale faentino Il Lamone.
Era un rito civile, con le bande musicali dei paesi limitrofi, anche quella di Marradi, e il funerale di un prete senza preti già dà l'idea della situazione. Don Giovanni Verità era mazziniano, garibaldino, scomunicato, le chiese di Modigliana furono chiuse e le campane rimasero mute.
I fondatori rivendicarono spesso la primogenitura nei confronti dei nuovi iscritti, specialmente se cattolici e questo fu un grave errore, perché la casa della solidarietà non ha le porte. I toni furono a volte eccessivi, come si può leggere qui accanto.
I Soci fondatori ebbero un coinvolgimento forte in questa iniziativa e alcuni ricchi lasciarono in eredità una parte delle loro proprietà. Così fece Giovanni Ghetti, il più attivo fondatore della Società Operaia.
Il lascito consisteva in tre poderi, che sono subito dopo la attuale piscina comunale e una casa nel centro del paese.
Ghetti era stato assessore e sindaco di Tredozio e al suo funerale civile vennero anche dai paesi vicini, con una cerimonia simile a quello di don Verità. Anche questa volta partecipò una delegazione della SOMS di Marradi, che era già attiva da diversi anni, accompagnata dalla banda.
Anche Francesco Frassineti fece una donazione alla SOMS. Come altri della sua famiglia era un fervente mazziniano e il rito funebre senza prete fu duramente commentata dal pievano don Antonio Tabanelli.
La SOMS ormai era uno dei riferimenti per la solidarietà paesana e non mancava mai in caso di bisogno. Fu così anche in un tragico giorno dell' aprile 1895 quando una frana si staccò dalla pendice sopra la attuale piscina e travolse diverse case poderali.
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C'è un futuro per le SOMS? Nella Finanziaria 2021 si prevede la loro trasformazione in ATS (Associazioni del Terzo Settore) secondo una normativa in divenire sulla quale si sa ancora troppo poco.
Però la SOMS fondata dai laici non fu certo l’unica associazione attiva a Tredozio nel campo del sociale. Il paese era di profonda cultura cattolica e anche le famiglie benestanti più o meno legate alla Chiesa erano sensibili alle necessità dei poveri, come si può leggere qui accanto in questo articolo del settimanale faentino Il Piccolo, patrocinato dalla curia e dunque in permanente contrasto con il settimanale repubblicano Il Lamone.
Inoltre a fine Ottocento il pievano don Antonio Tabanelli aprì un Circolo con un doposcuola e a sue spese costruì il campanile della chiesa di San Michele. Spesso fu anche in contrasto con quelli della SOMS per la diversa sensibilità che entrambi avevano sui temi sociali e di fede.
Nella prima metà del Novecento Jacopo Vespignani proprietario della fattoria La Collina, che si estende anche nella valle Acerreta fu per tanti anni sindaco democristiano e la piazza principale del paese porta il suo nome.
Luigi Cesare Bonfante La Società di Mutuo Soccorso di Tredozio, un testo fondamentale.
La SOMS di Palazzuolo, nel blog 26.04.2018
La SOMS di Marradi, nel blog 28.10.2018
La SOMS di Brisighella, prossimamente.
La SOMS di Brisighella, prossimamente.
La SOMS di Fognano.
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