Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 6 settembre 2022

Gli stemmi sulle case di Marradi

I blasoni d
elle famiglie signorili e delle autorità

ricerca di Claudio Mercatali



Stemma del comune
di Marradi

I blasoni nacquero nel Medioevo in tutta l'Europa come sistema di identificazione delle persone e delle famiglie ed erano esclusivi ed ereditari. Molti ritengono che l'uso degli stemmi sia cominciato durante le Crociate, perché i cavalieri cristiani avrebbero imitato l'usanza islamica di riconoscersi con emblemi per distinguersi dagli avversari. Qui a Marradi molte famiglie signorili scolpirono sulla facciata del loro palazzo o sopra al portone degli stemmi che, più o meno consunti, sono giunti fino a noi.


Non si può non cominciare dai Fabroni che avevano affisso blasoni in ognuno dei loro palazzi.












I loro stemmi hanno diversa foggia ma la costante sono i tre martelli da fabbro posti in diagonale e la sfera con la croce, che significa "cittadini di Firenze". Nella casa dell'erudito mons. Angelo non mancano le scritte interne in latino.







La casa all'inizio di via Fabbrini che si vede qui accanto ha diversi stemmi sulla facciata, ma sono stati murati in tempi diversi, anche recenti, e sono di diversa provenienza.

L'edificio in sé è citato come "magazzini di Enea Fabroni" in un documento del Seicento.


Il convento delle Domenicane di Marradi fu fondato nel Cinquecento.


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Nel caseggiato di Casa Carloni c'è uno stemma scolpito che mostra una mano che stringe una pannocchia. Potrebbe essere lo stemma della famiglia Carloni ma anche la famiglia Francini, proproetara dell'edificio accanto, ha un emblema simile.





Naturalmente i Pescetti avevano nel blasone un pesce.

I Piani non erano nobili e lo stemma non ce l'avevano. Avevano fatto fortuna con il commercio del grano alla fine del Settecento, quando il granduca Leopoldo liberalizzò il
commercio da e per la Romagna. 

I Pratesi vennero a Marradi dalla valle del Sintria, dove ancora oggi c'è Torre Pratesi. Si stabilirono a Gamberaldi e anche a Misileo. In questi siti si trovano i loro stemmi e anche alla chiesa di Popolano, dove uno di loro fu priore.


Gli Scalini della scala sono una famiglia di antica nobiltà fiorentina. Naturalmente il loro stemma mostra una scala. Ce n'è uno nell'ultima vetrata della chiesa di Fantino rimasta intatta.

Anche oggi i prelati di rango hanno uno stemma. Secondo la regola ecclesistica lo stemma è sempre sovrastato da un cappello verde
(i vescovi) o rosso (i cardinali).







La chiesa del Suffragio ha un fregio sulla facciata. E' il blasone di Alessandro Bandini, che la costruì nel 1732. Nel 1777 era la cappella privata della sua famiglia.









Non mancano gli stemmi dei Medici, con le tradizionali sei palle. Il più autentico è in una facciata a Casa Vigoli, dove aveva sede la dogana granducale di Marradi.


Lo stemma dei Torriani è una torre. Quello al portone del loro palazzo marradese sovrasta un mascherone che ride beffardo.







Ci sono anche stemmi di difficile attribuzione, spesso appartenuti ai Capitani, ai Vicari e ad altri funzionari granducali in servizio a Marradi. Ce ne sono due affissi nell'atrio del Comune ma di certo quella non è la loro posizione originaria. Nella facciata del Palazzo dei Capitani di Palazzuolo c'è uno stemma identico a quello qui a destra, con l'albero. 


Un altro è in un palazzo di Piazza Scalelle, che nell' Ottocento era la sede della Cancelleria, ossia dell' ufficio granducale dove venivano redatti i documenti ufficiali e rogati i contratti notarili di compra vendita.



 Un altro ancora, del primo Novecento, è sopra a un portone di Piazza Guerrini, che si vede qui accanto.
 




Nell'atrio del Comune c'è anche lo stemma degli Ubaldini, Questa famiglia fu protagonista della storia di Firenzuola e Palazzuolo, nel Trecento. Però un ramo era residente a Marradi e si trova citato nei documenti del Comune fino al Settecento. Poi la famiglia si estinse perché le ultime eredi sposarono dei Fabroni. Il palazzo degli Ubaldini fu venduto ai Pratesi e rimase a loro fino al 1925 - 26 quando, ormai decrepito, fu venduto e demolito per costruire l'edificio del Credito Romagnolo, oggi Unicredit. Lo stemma aveva un valore storico e fu staccato dalla facciata per essere conservato nell' atrio del Comune. 


Un altro stemma degli Ubaldini è nel palazzo di piazza Scalelle dove ora ci sono gli uffici della Comes. Campeggia sull'architrave di un bel camino.




Ci sono anche gli stemmi consunti e illeggibili, sui quali ha svolto la sua azione il tempo e spesso anche la mano dei nuovi proprietari. E' il caso dei due blasoni ai lati di Palazzo Cannone, che in origine molto probabilmente erano dei Fabroni e poi furono scalpellati quando il palazzo fu comprato dai Piani, alla fine del Settecento.





A volte il tempo e la mano dell'uomo non bastano per cancellare uno stemma che non si vuole più. E' il caso dei tre fasci che campeggiavano sul portone del Municipio, che vennero rimossi alla caduta del Regime ma dei quali è rimasta la traccia sulla pietra.







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