Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 1 aprile 2025

I ponti in ferro della Linea Faentina da Ronta a Marradi

Storia e destino
ricerca di Claudio Mercatali


Il Ponte delle Fosse
(Camurano, Marradi)

Alla fine dell’Ottocento le costruzioni in tralicci di ferro erano la grande novità, come dimostrò l’ingegnere Auguste Eiffel nel 1889 realizzando in due o tre anni la sua famosa torre. Nel Novecento cominciò l’epoca del cemento armato e le costruzioni in ferro vennero realizzate di meno. Oggi sappiamo che il cemento armato dura circa quarant’anni e poi richiede degli interventi strutturali importanti e quindi come materiale da costruzione per i ponti è molto meno alternativo di quanto si credeva.

Il Ponte della Lontria
(Marradi)

Senza entrare nel merito dell’ ingegneria possiamo notare che il ponte di Valbura (Crespino) ricostruito in cemento nel 1956, alla fine degli anni Novanta è stato completamente ristrutturato mentre il Ponte della Lontria è andato avanti dal 1890 fino al 21 luglio 2019 con una manutenzione minore.



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se le vuoi ingrandire
Sopra: i carichi di collaudo del viadotto di Villanceto e del Ponte degli Archiroli (Marradi)

A sinistra: il viadotto di Villanceto alla fine dell'Ottocento.


Il Ponte delle Fosse


Il Ponte della Fréra, a Fantino.

Il viadotto di Fantino

Il Ponte di Valbura in tre
diverse situazioni storiche


Il Ponte di Crespino  sul Lamone



Il Ponte sopra Villa Parpagnoli, 
a Ronta.





Il Ponte di Caino, parte centrale del viadotto del Poggio di Ronta






mercoledì 12 marzo 2025

Marradi com' era

Un confronto
fra ora e allora

Ricerca di autori vari



L'abbinamento fra foto vecchie e nuove non è certo una novità e non è neanche difficile. Basta avere delle vecchie immagini e la pazienza di porsi nello stesso posto in cui furono scattate.

I risultati a volte sono scontati, altre volte sono sorprendenti, a seconda di come uno è abituato a vedere quel luogo.


Quasi sempre non servono descrizioni, perché l'abbinamento delle immagini chiarisce già di per sé il fatto. Nel caso qui sotto si può aggiungere in nota che la strada nel 1925 finiva alla chiesa di Cardeto e invece oggi prosegue fino al ponte dell'Annunziata. Questo tratto fu costruito negli anni Cinquanta.



Le foto qui a fianco sono state scattate dal teatro Animosi verso il Lamone. Quella più vecchia da una finestra e quella nuova dal terrazzo della cosiddetta Sala Mokambo. I cambiamenti sono un effetto dei bombardamenti aerei del 1944 e delle mine tedesche che demolirono il ponte sul Lamone.


La fonderia FERTOM (Ferranti - Tommasini) fu costruita negli anni Sessanta. Oggi si chiama FOMAR (Fonderia di Marradi). 

Anche la parte di Marradi vicina alla stazione ferroviaria è cambiata a causa dei bombardamenti aerei del 1944.


La zona del Ponte Grande sul Lamone è come negli anni Cinquanta. Manca il distributore di benzina della FINA, demolito perché non più a norma.


Questa è una processione a Gamogna negli anni Quaranta, quando ancora la parrocchia era abitata. Il corteo sta salendo l'èrta che porta alla chiesa. L'ingresso è appena alle spalle del fotografo.




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a tutta pagina






Di recente una parte dell'ospedale è stata demolita perché non in regola con la normativa per il calcestruzzo. Così l'edificio è tornato alla forma originaria del Settecento. Per renderlo agibile saranno necessari molti altri interventi. Lo vedremo così per diversi anni.















Una curiosa immagine della stazione feroviaria di Marradi. Si vede il deposito merci, allora in funzione e negli anni scorsi distrutto da una nevicata. Oggi (2024) è stato ristrutturato. La gente che si accalca aspetta il treno sul quale viaggia il Duce, di passaggio verso Roma.




sabato 1 marzo 2025

Dino Campana e la battaglia di Mukden

Il Poeta guarda un filmato
in una festa d’estate

Ricerca di Claudio Mercatali

La battaglia di Mukden venne combattuta tra il 21 febbraio e l'11 marzo 1905 in Manciuria (oggi è una provincia cinese) durante la guerra Russo Giapponese del 1904 – 1905. Il generale giapponese Oyama Iwao assalì la linea di difesa russa approntata dal generale Aleksej Kuropatkin e obbligò i Russi ad abbandonare tutta la Manciuria meridionale. Fu uno scontro sanguinoso nel quale morirono 90.000 russi e 50.000 giapponesi.

L'eco di questo fatto d'armi in Europa fu vasto: per la prima volta un esercito europeo veniva sconfitto da un esercito asiatico e l'Impero Russo dovette negoziare una resa.

Erano i primi anni della cinematografia e le costose pellicole erano per gli eventi eccezionali come questo, che meravigliavano il pubblico. Fu così che anche Dino Campana vide un filmato muto dell’ evento e lo citò nell’apertura dei Canti Orfici, nella prosa La Notte, alla sezione 12, dove descrive un giorno di fiera passato con una ragazza . Ricordiamoci anche che il primo titolo della prosa La Notte era “Cinematografia sentimentale”. Leggiamo:

Ne la sera dei fuochi de la festa d’estate, ne la luce deliziosa e bianca, quando i nostri orecchi riposavano appena nel silenzio e i nostri occhi erano stanchi de le girandole di fuoco, de le stelle multicolori che avevano lasciato un odore pirico, una vaga gravezza rossa nell’aria, e il camminare accanto ci aveva illanguiditi esaltandoci di una nostra troppo diversa bellezza, lei fine e bruna, pura negli occhi e nel viso, perduto il barbaglio della collana dal collo ignudo, camminava ora a tratti inesperta stringendo il ventaglio. Fu attratta verso la baracca: la sua vestaglia bianca a fini strappi azzurri ondeggiò nella luce diffusa, ed io seguii il suo pallore segnato sulla sua fronte dalla frangia notturna dei suoi capelli. Entrammo. Dei visi bruni di autocrati, rasserenati dalla fanciullezza e dalla festa, si volsero verso di noi, profondamente limpidi nella luce. E guardammo le vedute. Tutto era di un’irrealtà spettrale. 


C’erano dei panorami scheletrici di città. Dei morti bizzarri guardavano il
cielo in pose legnose. Una odalisca di gomma respirava sommessamente e volgeva attorno gli occhi d’idolo. E l’odore acuto della segatura che felpava i passi e il sussurrio delle signorine del paese attonite di quel mistero. «È così Parigi? Ecco Londra. La battaglia di Muckden.» Noi guardavamo intorno: doveva essere tardi. Tutte quelle cose viste per gli occhi magnetici delle lenti in quella luce di sogno! Immobile presso a me io la sentivo divenire lontana e straniera mentre il suo fascino si approfondiva sotto la frangia notturna dei suoi capelli. Si mosse. Ed io sentii con una punta d’amarezza tosto consolata che mai più le sarei stato vicino. La seguii dunque come si segue un sogno che si ama vano: così eravamo divenuti a un tratto lontani e stranieri dopo lo strepito della festa, davanti al panorama scheletrico del mondo.

La data della battaglia ci permette di collocare nel 1905 o nel 1906 alcuni fatti descritti nell' apertura
dei Canti Orfici e di capire che qui il Poeta espresse le sue sensazioni di ventenne. 

Perché non possiamo essere certi dell’ anno avendo un riferimento storico così preciso?

Il fatto è che a quel tempo i filmati e le immagini avevano dei tempi di diffusione molto più lunghi di quelli odierni e saranno passati diversi mesi prima che questo fosse visibile dal pubblico europeo nelle fiere e nelle sale cinematografiche.

Come giunse qui da noi?

La via più spedita sarebbe stata la ferrovia transiberiana, attiva dal 1903, ma era intasata dal traffico militare e partiva da Vladivostok, che dista più di 500 km da Mukden. In più è improbabile che i Russi abbiano consentito di filmare la loro cocente sconfitta e permesso la diffusione di un documento così umiliante per loro.


Dunque la pellicola e le vedute arrivarono in Europa via mare, forse su navi mercantili inglesi che circumnavigarono l’Asia. Una rotta così lunga richiedeva almeno due mesi, e poi per commercializzare tante pellicole e vedute c’era bisogno di altro tempo. Non è affatto certo che nell’estate del 1905, Ne la sera dei fuochi de la festa d’estate, il Poeta potesse vedere queste immagini in qualche fiera di Faenza o di Marradi. Dunque è probabile che la carrellata delle vedute di Parigi, Londra e Mukden sia stata vista nelle fiere estive del 1906.

Dove? A Faenza o a Marradi?

C’è un passo rivelatore: … E l’odore acuto della segatura che felpava i passi e il sussurrio delle signorine del paese attonite di quel mistero. La definizione “signorine del paese” è pertinente alle marradesi più che alle faentine.

Come andò l’approccio di Dino con la ragazza che era con lui?

Tutte quelle cose viste per gli occhi magnetici delle lenti in quella luce di sogno! Immobile presso a me io la sentivo divenire lontana e straniera mentre il suo fascino si approfondiva sotto la frangia notturna dei suoi capelli. Si mosse. Ed io sentii con una punta d’amarezza tosto consolata che mai più le sarei stato vicino.