Un Socialista del primo Novecento
ricerca di Luisa
Calderoni
e Claudio Mercatali
Chi era Luigi Maestrini? Era un
socialista dell'ala dura, comunista sempre e comunque, prima del Fascismo,
durante il Fascio e dopo. Prima del 1922 fu consigliere e assessore poi, dopo la Marcia su Roma, dovette tacere, almeno un po'. Aveva preso in
gestione il Ristorante della Stazione, ma si era rifiutato di prendere la tessera
del Fascio. Come racconta il nipote Pier Luigi Della Valle, ogni tanto arrivava
una squadraccia da Bologna, chiamata dai fascisti del paese, che gli metteva
sottosopra il locale. Alla fine, nel 1932, si trasferì a Milano. Ma andiamo con
ordine.
Luigi Maestrini era nato l’8 maggio del 1865 a Borgo San Lorenzo. Figlio di un sacrestano, mantenne sempre il carattere schietto e immediato dei toscanacci. Aveva sposato Giacoma Cova, parente di Don Montuschi. I Cova, a Iummarè gestivano un negozio di pasticceria. Una delle prime menzioni di Luigi Maestrini nelle cronache del paese risale al 1904, quando alle elezioni politiche per la Camera, sostenne la candidatura di Numa Campi, un medico di Modigliana che aveva messo in piedi un' alleanza detta dei Popolari, composta di Laici, Repubblicani e Socialisti, in concorrenza con una lista di Cattolici e di Monarchici Costituzionali. Allora c'era la Romagna Toscana e Marradi era nello stesso collegio elettorale di Modigliana, Tredozio, Rocca S.Cassiano, Dovadola, Castrocaro, S.Piero in Bagno e S.Sofia. Le cose andarono bene e Numa Campi fu eletto deputato.
Nella successiva tornata elettorale del 1909, i Cattolici si presero una rivincita e i Popolari furono sconfitti duramente.
Ecco qui accanto un articolo
comparso nel Messaggero del Mugello nel quale il corrispondente marradese polemizza
con i Rossi Tulipani (I Socialisti) e con il "simpatico barbuto" cioè
con Maestrini, che aveva un pizzetto particolare. Durante la prima guerra mondiale fu consigliere e assessore nell' amministrazione socialista di Palmerino Mercatali, che comprendeva anche i Cattolici. Nell’estate del 1919 i forti contrasti fra il Partito Popolare e il Partito socialista si manifestarono anche a Marradi e la Giunta entrò in crisi.
Il 29 settembre la sezione
socialista “Spartaco” di Biforco, in cui prevalevano i Socialisti massimalisti,
cioè i futuri Comunisti, votò un ordine del giorno contrario alla
partecipazione alle amministrazioni locali e l’assessore Luigi Maestrini si
dimise “… in quanto socialista iscritto e rispettoso delle decisioni del
partito …”.
Per chi pensa che la politica sia
l'arte del compromesso, questa non fu
una decisione saggia perché, di fatto, favorì l'avanzata dei Fascisti a
Marradi. Però il compromesso non era nelle corde di Maestrini. La successiva
amministrazione, quella del colonnello Edmond Smidt von Secherau, era una
compagine di cattolici Popolari e Socialisti moderati della corrente di Turati,
debolissima, che fu ben presto travolta dagli eventi. La locale segreteria del PNF
(Partito Nazionale Fascista) descrisse così i fatti del 1922 a Marradi, in un discorso
pubblico tenuto qualche anno dopo:
“… Rossi e Bianchi spadroneggiavano,
contendendosi il favore delle masse, i buoni borghesi assenti e timorosi, i
più ormai sfiduciati e rassegnati. Era il tempo della bestia trionfante. Il
piccolo nucleo fascista tenne audacemente il campo; vi furono polemiche,
minacce, contese, imboscate, senza, per puro caso, man non certo per buona
volontà dei nostri nemici, che avvenissero fatti tragici… ma come altrove anche
a Marradi il Fascio aumentava sempre più la sua efficienza, il suo potere:
furono così ben presto disperse le leghe e le cooperative rosse e bianche,
finché nell’occasione della Marcia su Roma, fu dato il colpo di grazia
all’ultimo residuo di potenza del sovversivismo locale, col rovesciamento
dell’Amministrazione Comunale social popolare …”
Marradi, Casa del
Fascio, 30 novembre
1930
L’evento più significativo della vita politica
di Luigi fu quando partecipò alla fondazione del P.C.I. nato da una scissione del
Partito Socialista, al Congresso di Livorno del 1921.
Erano anni difficili e per Luigi
Maestrini cominciò un periodo veramente duro, durante il quale poteva contare
solo su se stesso. Infatti, in quanto comunista, non riusciva a trovar lavoro.
Gestore di buffet, venditore ambulante di gelato, girava per le vie del paese
con il suo carrettino vendendo sorbetti e zucchero filato.
Gigi Maestrini mentre vende dolcetti davanti al Comune di Marradi. Alla sua sinistra,
tutto elegante c'è Giannino Ravagli detto “il Bocchio”, noto sarto del paese. Il bambino è Bruno
Maestrini, nonno di Perla Della Tana.
Poi si trasferì a Milano. In
occasione di ogni festa civile, 1 Maggio, 25 Aprile e 2 Giugno, chiedeva al
nipote di mettere al balcone bandiere rosse e manifesti inneggianti alla
Repubblica. La fede assoluta all'Idea, il fatto di non essersi piegato agli
eventi e al proprio comodo furono ricordati dai suoi compagni di partito, non
solo marradesi ma anche a livello nazionale, e al suo funerale, a Milano,
parteciparono i massimo dirigenti del PCI di allora.
C'erano tanti Marradesi quel 27
dicembre del 1956 a Milano …. e le bandiere di tante sedi storiche del PCI
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
Il feretro a spalla ...
Ecco il corteo che percorre le
strade di Milano,
chiuse al traffico per
l'occasione.
Man mano che avanza, il corteo si ingrossa…
Il funerale è naturalmente di
rito civile, senza preti .... con tante
bandiere rosse.
In questa foto c’è Francesco
Della Valle, con gli occhiali e con il basco Renzi Giuseppe, detto “ Zio Titte”,
zio di Pier Luigi della Valle.
Cesare Renzi era un noto comunista marradese, esule durante il Ventennio. Giuseppe aveva sposato la sorella di Chiara Maestrini,
madre di Pier Luigi Della Valle.
Libero maestrini, Bruno
Maestrini,
nonna di Perla,
e Chiara Maestrini Della Valle.
e Chiara Maestrini Della Valle.
Il corteo funebre preceduto
dalla banda musicale
del Partito Comunista in via
Juvara.
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