Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

giovedì 12 febbraio 2015

Dal Faldo di Campigno a Crespino sul Lamone

Un classico trekking 
di crinale
di Aldo Fregnani, 
Claudio Mercatali e Vttorio Pieli



A volte le idee buone vengono per caso. Qualche giorno fa Vittorio Pieli, un po' annoiato, mi ha detto: facciamo qualcosa, un giro per i monti visto che è nevicato ... andiamo al Faldo di Campigno e torniamo da Crespino. Ho detto si d'istinto e ho fatto proprio bene. A noi si è aggiunto Aldo Fregnani, appassionato di trekking e marito della proprietaria del Faldo.

Questo trekking non è un anello e quindi è un po' complicato da organizzare: bisogna portare un'auto a Crespino e poi girare nella valle accanto, quella di Campigno  e partire di là.
Insomma si tratta di salire il versante di un monte, da 500m a 900m e poi scendere nel versante opposto, con un dislivello circa uguale.

Le due foto qui sopra chiariscono il fatto meglio di una carta topografica. Sono state scattate in occasione di altri trekking in stagioni più miti.

Nei primi due chilometri c'è da patire, perché la strada del Faldo sale dentro una valletta stretta senza panorama. E' la solita storia, chi pratica trekking di crinale lo sa bene: prima di avere qualche soddisfazione si deve guadagnare quota. Lo facciamo convinti, parlando del più e del meno, perché sappiamo che poi saremo ripagati.



A metà strada il panorama si apre e si vedono Le Scalelle, proprio il sito dal quale i campignesi rotolarono i massi sulla Compagnia di ventura del Conte Lando, nel 1358.

Si vede bene anche la traccia dell'enorme frana del 1899, con il deposito di terra e massi sul quale venne piantata una pineta, per ridare una sistemazione a questi luoghi sconvolti. La zona è contrassegnata dal n°1 nella panoramica qui sopra. In alto, al n°2 si vede Prato Cavallo, a 1000m di quota, che una delle "porte" del monte Lavane.

Il disastro della frana del 1899 e la dura realtà che si viveva in questi luoghi 100 anni fa colpirono anche Dino Campana, scrisse così nei Canti Orfici:

"Campigno: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del caos. Il tuo abitante porge la notte dell'antico animale umano nei suoi gesti. Nelle tue mosse montagne l'elemento grottesco profila: un gaglioffo, una goffa puttana fuggono sotto le nubi in corsa. E le tue rive bianche come le nubi, triangolari, curve come gonfie vele: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del Caos."

Siamo partiti con il cielo che minacciava il peggio ma ora è spuntato il sole. Il gelo deve aver picchiato duro questa notte, perché la rosa canina e il ginepro sono stecchiti dal ghiaccio.









Anche il pruno ha i  rami piegati dal gelo. Siamo ormai alla quota della neve, ma il manto è compatto e si cammina bene.








Il Faldo è ormai un rudere, ma non è una casa disabitata. Nell'albero secco qui davanti a casa si vede bene che i picchi hanno scavato i loro nidi, uno più basso e uno più alto. Sono quei buchi tondi che si vedono nel tronco. Aldo ci dice che ogni anno Pio, il gheppio, porta qui la sua compagna, a covare le uova nella facciata, dentro l'ex rondinaia. 



Anche noi ora abbiamo bisogno di un riparo e proseguiamo un po' fino al bivacco della Pozza delle Lame.


Claudio Mercatali al bivacco








Aldo Fregnani (a sinistra) 
e Vittorio Pieli




Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire






Il tempo è cambiato di nuovo e il sole è sparito. Nevica. Riprendiamo il cammino per arrivare al crinale. Arriviamo e rispunta il sole.



La zona di Campigno vista 
dal Bivacco della Pozza delle Lame






La via del crinale è una campestre agevole. Le tracce sulla neve sono chiare: in questi giorni di qui siamo passati solo noi e il cinghiale.


Il panorama si apre e si riconosce tutta la corona dei monti:

1 La zona del Monte di Gamogna.
2 Monte Bruno e dintorni, al confine con Tredozio.
3 La traccia del Metanodotto, quasi al confine con S.Benedetto.
4 Prato Cavallo (Campigno, vedi la prima fotografia).




Ora si tratta di percorrere una sella, per abbandonare la vallata del Faldo di Campigno ed entrare nella valle di Crespino del Lamone.





I rami non sono scossi, la neve è intatta  e quindi di qui non è passato nessuno, nemmeno il cinghiale






Ecco, questi panorami sono il motivo per cui oggi siamo qua. Le foto parlano da sole e basteranno poche indicazioni:

1 Ronchi di Berna, una punta del Carzolano, Comune di Palazzuolo.

2 Lozzole.






1  Il Giogo di Villore, nel Comune di Vicchio.

2  La Colla di Casaglia, nel Comune di Borgo S.Lorenzo.



1 Ancora Ronchi di Berna.

2 Lozzole.

In primo piano comincia 
a vedersi il castagneto 
di Pigara, la prossima tappa.








Il fondovalle 
e l'abitato di Crespino.












Dentro i tronchi da sinistra: Claudio Mercatali, Aldo Fregnani, Vittorio Pieli.


Il castagneto di Pigàra è uno dei più famosi del Comune di Marradi, per il motivo che si può ben comprendere guardando questa foto. 

Siccome tutti e tre siamo nativi di Marradi forse una posa del genere non è del tutto impropria per noi.




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