Con l'ultimo quarto di luna
a Badia della Valle
Siamo al secondo appuntamento del 2015 per gli amanti del
trekking in notturna. Sabato 11 luglio con l'ultimo quarto di luna abbiamo approfittato per una passeggiata nella Valle dell' Acerreta.
Il percorso era un anello di fronte a Badia della
Valle, monastero antico, fondato circa nell'anno Mille da San Pier Damiano lo
stesso frate che fondò Gamogna.
Il percorso è segnato in giallo qui accanto. La riga nera è la traccia della strada comunale per Badia della Valle e oltre.
Il programma prevedeva una conclusione
gastronomica al B&B di Badia
è così è stato. Anche la visita alla cripta
e alla chiesa del monastero è stata interessante.
La Regola dei frati di san Pier
Damiani era durissima: pane, acqua e cilicio per qualche mese a Gamogna e poi
un relativo periodo di benessere al cenobio di Badia. E' la classica vita
monacale dell' Alto Medioevo, fatta di preghiera, penitenza e stenti.
Questa idea fu superata nel
Quattrocento, e nel Rinascimento la sensibilità delle persone cambiò.
Giunse così la crisi delle vocazioni e la conseguente decadenza di queste comunità monastiche. Dal 1485 a Badia e a Gamogna ci furono solo degli Abati Commendatari, che quasi da soli custodivano i monasteri ormai vuoti.
Giunse così la crisi delle vocazioni e la conseguente decadenza di queste comunità monastiche. Dal 1485 a Badia e a Gamogna ci furono solo degli Abati Commendatari, che quasi da soli custodivano i monasteri ormai vuoti.
Nel 1532 il papa Clemente VII,
con la Breve del 14 novembre, cancellò le due fondazioni di San Damiano e
assegnò i beni e le terre ai Canonici di S.Lorenzo, la chiesa del centro di
Firenze accanto al famoso mercatino, tappa quasi obbligata nella visita
cittadina.
Badia e Gamogna divennero due
parrocchie della Diocesi di Faenza e poi, dal 1851 della Diocesi di Modigliana,
che fu costituita in quell'anno. Oggi le due diocesi sono state riunite e quindi Badia della Valle dipende di nuovo dal vescovo di Faenza (e di
Modigliana).
Badia della Valle è uno
dei posti più importanti della Valle Acerreta.
Di giorno la chiesa e la canonica
(che un tempo era parte
del monastero) fanno un bell'effetto.
I monaci naturalmente avevano anche il molino, che ora è una seconda casa ben ristrutturata.
Le macine sono appoggiate
al muro all'entrata nel sagrato.
Le macine sono appoggiate
al muro all'entrata nel sagrato.
Il paesaggio è già di per sé una carta topografica per quello che dobbiamo fare: si tratta di percorrere il crinale là in fondo da sinistra a destra, per poi scendere di nuovo alla chiesa.
Ormai sono le 20 e il sole è sceso.
La chiesa di Badia vista da lontano
è ancora più suggestiva.
Siamo in settanta e ci avviamo
attraverso i campi fino al torrente.
Andiamo al ponte di Case di sotto,
il podere che si vede là in fondo.
il podere che si vede là in fondo.
Scende la sera mentre ci affatichiamo per raggiungere il crinale lungo una campestre che passa in mezzo a prati profumati di menta, vicino al podere Coltriciano.
Il proprietario qui ha fatto una doppia semina: cereali (grano?) assieme alla mentuccia.
Le due piante nascono in tempi diversi e così si può mietere prima che abbia germinato l'erba officinale.
A vederli da lontano questi monti sembravano meno duri. Dopo un'ora di salita in un sentiero aspro raggiungiamo il crinale. Ormai è notte.
Ogni tanto dal bosco si vede il fondovalle.
Il monastero è illuminato
e si vede benissimo.
Qui siamo vicino al podere La Bruciata. La casa poderale ha questo nome anche nel catasto del 1822 e quindi il disastro capitò qui nel Settecento.
Al bivio per il Monte del Tesoro:
comincia la discesa al lume
delle torce. Oggi qui c'erano 34°C
ma ora c'è una piacevole frescura.
Si attraversa l'Acerreta al ponte di Val della casa e si risale verso la chiesa.
Si dice Acerreta o Acereta? Nelle carte antiche si trovano di volta in volta tutti e due i nomi, in quelle moderne prevale la dizione con due erre.
Il veterinario Francesco Cattani, nativo della valle e proprietario del B&B dove siamo diretti non ha dubbi: il nome giusto è quello con una erre, perché qui ci sono tanti aceri e pochissimi cerri.
Sotto l'ex fienile, ora sala da pranzo
all'aperto, fervono i preparativi.
E' arrivato il diacono di Lutirano, con le chiavi della cripta e della chiesa. Dunque, intanto che si fa ora di cena, andiamo a visitare l'interno dell'ex monastero.
Si entra da una porticina in una specie
di atrio in cui campeggia l'immagine
del santo fondatore.
Della cripta rimane la muratura ad arco,
intatta e la colonna centrale.
Questi locali furono vuotati in tempi
antichi e utilizzati come cantina
per conservare il vino.
Con una scaletta interna si arriva
alla canonica.
A Badia della Valle il prete non c'è
più da tanti anni, perché i poderi qui attorno
sono disabitati e le ex case coloniche,
ben ristrutturate, ora sono residenze estive.
Mette un po' di tristezza vedere la canonica
con gli arredi sacri alla rinfusa, però
il tutto è naturale: se non ci sono
i fedeli non c'è nemmeno chi dice messa.
L'aspetto della chiesa attuale è recente
e c'è poco da vedere, però la fabbrica è antica.
E' officiata solo quattro o cinque volte all'anno:
e c'è poco da vedere, però la fabbrica è antica.
E' officiata solo quattro o cinque volte all'anno:
per san Giovanni Battista, al quale
è dedicata, per la celebrazione annuale
del fondatore e in qualche altra occasione.
Al muro una lapide scolpita con dei bei caratteri latini dice:
Questo edificio, iniziato nell'anno 1329 e portato a termine nel 1334, al tempo di papa Giovanni XXII, papa piissimo, dal reverendo signor Andrea di Vidigliano, degnissimo abate di questo monastero.
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