ricerca di Claudio
Mercatali
La via classica dal Passo
dell'Eremo a Gamogna parte dal podere Case Nuove, dove c'è un sentiero segnato
chiaramente. Questa strada campestre nel primo tratto è recente.
La viabilità antica era più in alto, nel sito detto La Spingarda, ma era disagevole e negli anni Cinquanta l' ing. Bubani, del Consorzio di Bonifica di Brisighella, la sostituì con quella odierna, per dare finalmente un accesso agevole al monastero.
Il lavoro rimase incompiuto, perché con l'abbandono delle campagne era diventato quasi inutile.
La via che interessa ora passava dal podere Fontana Bianca, a metà fra i Passi
dell' Eremo e della Peschiera, e l'imbocco oggi è fra questi due valichi nel
punto più basso della strada Marradi - S.Benedetto, dove comincia la campestre che
scende ai Molinelli.
Qui accanto si vede la zona di Fontana Bianca nel 1994, quando ancora c'era qualche rudere.
La stessa zona nel 2014
Oggi Fontana Bianca è solo un mucchio di sassi, lungo la campestre che scende ai Molinelli.
Negli anni Novanta qui è stato costruito il Metanodotto Algerino ed è rimasta la traccia di un' ampia strada dell'ex cantiere.
L'imbocco è a valle
della strada provinciale, facile da trovare perché é l'unica diramazione che
c'è qui. Si tratta di scendere fino al primo podere, Poggiolo del Forcone, e di
proseguire per due o trecento metri.
Ora cerchiamo l'inizio del mitico
Sentìr dla preghìra o Sentiero del Rosario, come lo chiamano a
Marradi.
Si dice che nei festivi i devoti contadini dell' alta valle Acerreta lo percorressero pregando, quando andavano a Gamogna per soddisfare il precetto.
Si dice che nei festivi i devoti contadini dell' alta valle Acerreta lo percorressero pregando, quando andavano a Gamogna per soddisfare il precetto.
... si pesticcia un po' di fango ... e si imbocca il Sentiero della Preghiera (o del rosario).... poi la via diventa ampia ed agevole ...
Andiamo per questa via, nel suo
tracciato settecentesco, cartografato nel Catasto Leopoldino del 1822 ma
riconoscibile anche nella carta IGM del 1929.
Ricordo che prima del 1994, dopo
le piogge d'autunno, dalle sorgenti qui vicino sgorgava veloce un fiotto limpido
e forse da questo viene il nome del podere. Oggi la fonte principale in parte
si è persa, e attorno gemono delle sorgentelle che versano un filo d'acqua.
Il fosso che scende dal Passo dell'Eremo tracima spesso e si riversa lungo la strada, però si guada facilmente.
Il fosso che scende dal Passo dell'Eremo tracima spesso e si riversa lungo la strada, però si guada facilmente.
Si pesticcia un po' il fango
fatto dall'acqua delle sorgentelle disperse e poi si prende il sentiero a mezza
costa, accidentato ma con pochi dislivelli, visto che Fontana Bianca e Gamogna
sono circa a 800m di altitudine. La direzione è esattamente a nord e avendo una
bussola ci si può orientare anche così, al bivio dei tanti sentierini che si
incontrano strada facendo.
All'inizio il sentiero non
incoraggia per niente, perché i rami dei
pruni e delle rose canine fanno corona e intralciano il passo. Poi la via
diventa ampia e agevole, quasi fino al podere Perticozze, di cui rimane solo
una stesa di sassi senza nemmeno un muro sbrecciato. Qui il muschio e i ginepri
hanno preso il sopravvento, la natura ha cancellato la casa, che fu la prima di questa zona ad
essere abbandonata, nel 1918, quando si perse la sorgente.
Lungo il percorso si incontrano
diverse risorgive, perché le condizioni sono favorevoli e c'è l'acqua
migliore del Comune di Marradi.
Si vedono tante cose dalle
Perticozze, il sito è in alto, nell' orlo di un dirupo: si vede la
traccia del sentiero già percorso, quello ancora da percorrere (in giallo qui sopra), e anche il
torrente Acerreta fino a Ponte della Valle.
Non viene spontaneo pensare che qui siamo nella valle dell' Acerreta (quella di Lutirano) perché questo sentiero insolito confonde un po' i riferimenti. Però dalle Perticozze tutto si chiarisce. Ora la via corre in piano, a mezza costa, e va diritto al Vallone di Gamogna.
Dalle Perticozze comincia una parte poco agevole del trekking, perché per qualche centinaio di metri il sentiero si restringe e c'è appena il posto per mettere i piedi. Ad un certo punto una frana lo interrompe e costringe ad un passaggio difficile, a carponi, sull'orlo di una riva non tanto rassicurante. Nel 2013 la situazione era così.
... a un certo punto una frana lo interrompe ...
Poi il sentiero spiana e senza problemi si arriva al fosso del Vallone.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
L'incrocio con la classica mulattiera per Gamogna è proprio accanto alle rovine di questo podere abbandonato.
Il podere Vallone di Gamogna,
crocevia della viabilità in questi siti.
Come riferimento cartografico si può usare una normale tavoletta IGM o una carta dei sentieri, ma è più elegante la cartografia del Granduca Leopoldo (1822) visto che il sentiero era già allora praticabile come oggi.
Un rosario dura una mezzoretta ma
io ho impiegato di più per arrivare al Vallone. Evidentemente chi abitava da
queste parti aveva le gambe più allenate delle mie.
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