degli anni Cinquanta
ricerca di Claudio Mercatali
Negli anni Venti e Trenta le
poesie di Dino Campana erano andate poco oltre il ristretto ambito dei
conoscenti, dei critici letterari fiorentini più qualche altro studioso. Poi negli
anni Quaranta ci fu la riscoperta soprattutto in seguito agli studi di Enrico
Falqui e negli anni Cinquanta nacque il mito. Giovanni Papini, ormai vecchio,
ne diede una spiegazione dura e sarcastica, in un articolo sul periodico L'Ultima
(1946) con un titolo che è tutto un programma: "Pazzi in rialzo":
... Allorché, a causa
dell'accertata notizia che "in
questi ultimi tempi si sono discusse o si stanno preparando per lauree in
lettere nelle Università italiane ben quattro tesi sul poeta Dino Campana"
nel paragrafo Pazzi in rialzo non si
trattenne dallo strapazzare e svalutare "l'infelice poeta di Marradi", e lanciò qualche altra sassata
contro il presunto malinteso nazionalismo di taluni critici ermetici, rei di
aver gonfiato Campana "con l'aria
trionfante di chi dice: anche l'Italia ha il suo poeta maudit, il suo
mentecatto di genio".
Ma questa è solo acredine di un
critico ormai solo e indispettito. Il mondo letterario e il grande pubblico
avevano riconosciuto il valore del poeta. Di certo contò molto anche la vicenda
umana, perché in Campana la poesia è tutt' uno con la sua storia di vita.
Lasciamo i critici letterari alle loro dispute e vediamo come i settimanali di cronaca, gossip, attualità e
cultura di quegli anni presentarono al grande pubblico il mito di Dino Campana.
EPOCA
OGGI
Tempo era un periodico della Mondadori, «Settimanale di
politica, informazione, letteratura e arte».
Iniziò le pubblicazioni il 1 giugno 1939 e cessò nel 1976. Come Epoca si ispirava al settimanale statunitense Life ed era un concorrente di Oggi. Trattava in modo semplice vari temi descrivendo bene i protagonisti e i personaggi che potevano interessare al grande pubblico.
Per questo la copertina del N° 17 del 22 aprile 1957 che si vede qui accanto è dedicata a Lilli Cerasoli, un' attrice divenuta famosa quell' anno e della quale poi non si sentì più parlare.
Gli episodi della vita di Campana descritti qui di seguito non sono del tutto esatti.
L'EUROPEO
L'Europeo cominciò le
pubblicazioni il 4 novembre 1945. Nel primo numero c'era
un editoriale di Bertrand Russel e questa rivista
assunse ben presto un tono culturale alto. Alla Rizzoli c'erano le migliori
firme del giornalismo di quegli anni: Manlio Cancogni, Camilla Cederna, Oriana Fallaci e Ugo Stille (corrispondente da New York).
Le vendite negli anni Cinquanta andarono bene e toccarono il massimo alla metà
dei Sessanta con 230.000 copie. Alla fine degli anni Ottanta cominciò il
declino, fino alla chiusura nel 1995.
In un ambiente editoriale così
frizzante non poteva sfuggire la novità letteraria di allora, cioè la
riscoperta di Campana e così il settimanale chiese un commento al critico Emilio Cecchi, amico del poeta ai tempi della storia con Sibilla
Aleramo. Egli, nel numero del 24 maggio 1953 a proposito di Campana dice che:
"Genio poetico egli ebbe forse più di ogni altro della sua generazione. se avesse potuto maturarlo e svilupparlo a fondo. Italiano dello stipite di Giotto, Masaccio e Andrea del Castagno. L'atto del poetare proveniva in lui da uno schiettissimo incanto di realtà. C'era un contrassegno direi carnale e fatale, a suggello autentico della sua genialità ...".
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lettura
EPOCA
Epoca era un periodico
Mondadori edito dal 1950 al 1997.
Si distingueva da Oggi e L'Europeo per l'elevata qualità di stampa. Questo era
però anche il suo limite, a causa dei costi di edizione. Si specializzò nell' informazione
più che nella cronaca, con inserti speciali, inchieste e rubriche. Nel 1952 in Italia non era facile
trovare un settimanale con una grafica e una quadricromia come questa. Il
critico Giuseppe Ravegnani in Epoca del 2 aprile 1952 disegnò la figura del nostro
poeta ridimensionando un po' il carattere leggendario e rocambolesco con il
quale i giornalisti di quegli anni presentavano al grande pubblico la vita di
Campana e concluse il suo articolo con una frase molto bella ...
“… Amico di Campana, che conobbi
nel 1915 e che rividi nel 1917, e con il quale fui in attiva corrispondenza,
posso dire che il lievito della sua follia terrestre fu la celeste sua umanità”.
OGGI
Il settimanale Oggi, della
Rizzoli, fu fondato nel 1939 da Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti ma venne chiuso da fascisti nel
1942 e tornò in edicola solo dopo la guerra.
Ebbe un successo incredibile, per
la sua facilità di lettura, e una vera e propria cultura dello scoop. Negli anni
Cinquanta si mantenne su una media di 500.000 copie a settimana.
Tempestivo sulle notizie, prese a
modello i rotocalchi americani tipo Life e nel 1962 aveva una bella veste a
colori e una tiratura di un milione di copie. E’ tuttora in edicola.
Nel 1955 gli scoop di Oggi
riguardavano i personaggi più noti al grande pubblico, soprattutto quelli
imparentati con i protagonisti del Ventennio, come le principesse Annamaria e
Beatrice di Savoia, figlie del re Umberto II e Myriam Petacci, sorella di
Claretta Petacci, l'amante del Duce fucilata forse per errore assieme a lui nel
1945.
In questo stesso numero fu
pubblicato un lungo articolo di Oreste del Buono su Dino Campana.
Il linguaggio
di questo abile giornalista era semplice ed efficace quanto basta per rivolgersi
a un’ampia platea di non addetti ai lavori. Il testo è qui di seguito e
conviene leggerlo in originale.
Oreste del Buono dà grande
rilievo alla figura umana di Campana ma non ne riconosce quasi per niente il suo
valore poetico:
" ... Soprattutto dopo la
sua morte i letterati si impossessarono di lui, della sua figura dolorosa. Ne
fecero un poeta maledetto, alla francese. Altri poeti, sani di mente, gli
rifecero il verso, svilupparono certi temi da lui appena accennati nel
vaneggiare della sua febbre, ne rielaborarono oscure esercitazioni letterarie.
Per questo Campana è considerato il precursore delle poesia italiana moderna.
In verità Campana non fu un precursore e, forse, neppure un poeta: anche se ci
ha lasciato versi belli, liriche folgorazioni, Dino Campana fu soprattutto la
vittima patetica d'una terribile, spietata malattia".
Chi era Oreste del Buono? La sua foto è qui accanto. Fu anche un noto opinionista spesso in televisione. Cultore di fumetti di qualità diresse la rivista Linus, una pietra miliare in questo genere di editoria.
TEMPO
Iniziò le pubblicazioni il 1 giugno 1939 e cessò nel 1976. Come Epoca si ispirava al settimanale statunitense Life ed era un concorrente di Oggi. Trattava in modo semplice vari temi descrivendo bene i protagonisti e i personaggi che potevano interessare al grande pubblico.
Per questo la copertina del N° 17 del 22 aprile 1957 che si vede qui accanto è dedicata a Lilli Cerasoli, un' attrice divenuta famosa quell' anno e della quale poi non si sentì più parlare.
In questo numero della rivista c'è un lungo editoriale di Giancarlo Vigorelli, che parla del nostro poeta in modo non sempre lusinghiero.
… Papini lesse in quadernetto, e avvertì i lampi della poesia: lo passò a Soffici, che ne fu ancora più folgorato …
… "Cosa strana" riferisce Soffici, ma sembra piuttosto una scusa o una pia bugia "cosa strana, durante tutto il tempo di cui parlo (le settimana cioè della Giubbe Rosse) non fece mai parola né con Papini né con me del taccuino affidatoci né del suo desiderio di vedersi stampato nella nostra rivista": veramente il povero Campana avrà atteso che fossero Papini e Soffici a parlargliene!
… "ma si" egli mi disse "è stato il dottore, il farmacista, il prete, l'ufficiale della posta, tutti quegli idioti di Marradi, che ogni sera al caffè facevano quei discorsi da ignoranti e da scemi".
… Anche Emilio Cecchi, nel recente libro Di giorno in giorno, si è lasciato andare a questo ricordo, a questo ritratto folgorante: "Ho conosciuto alcuni poeti, nostrani e forestieri, non pretenderò che fossero dei poeti immensi …".
Gli episodi della vita di Campana descritti qui di seguito non sono del tutto esatti.
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