Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

domenica 18 dicembre 2022

La cronaca di Marradi nel 1910 - 1911

Il paese negli articoli
della stampa locale

ricerca di Claudio Mercatali




Il Lamone e Il Piccolo erano due settimanali di Faenza in perenne polemica perché il primo era la voce del Partito Repubblicano e il secondo del Partito Popolare. Ambedue erano in vendita a Marradi ma il Piccolo era più letto perché questo era ed è un paese di profonda cultura cattolica.




Nel febbraio 1910 il passaggio della cometa di Halley fu uno spettacolo astronomico. Nella nosra zona destò meraviglia o preoccupazione a seconda delle idee di ognuno, come si può leggere qui accanto.




I due periodici si occupavano di cronaca locale più o meno condìta con spunti politici e polemici ma anche di cultura dialettale. 







La ferrovia Faentina, con i suoi disservizi, era spesso citata.
Nel 1910 la Cassa Rurale di Palazzuolo subì un grave danno di immagine per la cattiva amministrazione e siccome era una banca cattolica il periodico Il Lamone rimarcò il fatto.




I Clericali vinsero le elezione e Il Piccolo non mancò di rilevare e rimarcare la sconfitta dei Popolari (Socialisti, Repubblicani e altri laici).


A Lutirano cominciò l'attività della Cassa Rurale, una piccola banca gestita in parrocchia e naturalmente Il Piccolo scrisse e Il Lamone tacque.
Ci furono anche tante proteste perché il medico condotto rifiutava di risiedere sul posto (il dr. Ghetti era di Tredozio).


Il silenzio del Lamone non durò molto e attaccò don Claudio Bulgarelli parroco di Lutirano, definito prete baiocco per la sua attività di amministratore della Cassa Rurale.




Deragliò un treno a Brisighella


Il Piccolo polemizzò con Il Lamone sempre a proposito della Cassa Rurale di Lutirano.


Crisi comunale a Marradi, i Clericali erano in disaccordo per la nomina del sindaco. Arrivò il commissario prefettizio e Il Lamone rilevò che era andato a far visita all'arciprete don Montuschi, fondatore del Circolo democristiano del paese.



23 consiglieri comunali su trenta si dimisero e si andò a nuove elezioni amministrative (il Commissario prefettizio per legge resta in carica solo per pochi mesi poi bisognava votare).


L'arciprete deluso dalle liti dei consiglieri che aveva contribuito ad eleggere meditò di lasciare il paese e Il Lamone infierì.

Le elezioni erano fissate per il 23 ottobre.


Vinsero di nuovo i Clericali. Nella minoranza venne eletto Anacleto Francini, giornalista, scrittore di operette teatrali e direttore del periodico locale Il Marciapiede.


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Venne eletto sindaco l'ing. Vincenzo Mughini, che rimase in carica quattro anni.

L'articolista che si firma Lafrode (è quasi certamente l'avvocato Zacchini di Camurano) polemizzò duramente con don Edmondo Massimelli, ossia l'arciprete don Montuschi.



Scioperarono le filandaie della Filanda Guadagni e si radunarono in piazza.


Continuarono le conferenze dell'Università Popolare. che consistevano in una serie di incontri su temi vari tenuti da esperti venuti da Firenze.







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