Il manoscritto da cui sono tratti questi “Ricordi” è conservato nell'Archivio Storico del Comune di Marradi. Felice Antonio scrive le cose qui di seguito un po' per sé ma anche per i posteri. Sua madre era Isabella d'Innocenzio di Fabio Fabroni, che oltre a lui ebbe altri quattro figli e cioè Carlo, Dorotea e Giuseppe e Carlo Antonio. Il primo Carlo morì a sei anni e Giuseppe morì a due mesi. Felice Antonio si definisce “fratel cugino” di Monsignor Angiolo Fabbroni in quanto con lui imparentato per parte paterna.
- I danni delle piene del Lamone e del Rio Salto
Il molino della polvere (sopra) e l'arco sotto palazzo Fabroni
... A dì 12 Settembre 1765 Ricordo come il d.o dì et anno a ore 21 venne una piena al Rio di Salto che passa sotto casa nostra, che d.a piena quasi copriva l'arco del Ponte delle Monache, e portò via più pezzi di muraglione lungo la nostra strada, e l'onde di detta aqua arivava sulla strada dalla nostra porta. Al fiume Lamone gli venne un'altra piena quasi come quella della notte del dì 6 settembre 1762 sichè unita questa con la sudd.a vol credere chi legerà il presente ricordo come fu copiosa la d.a piena; e dirò che verso Codignone di Sopra che aveva recato del danno a più sig.ri più di 30.000 scudi, dico trentamila scudi (e questo lo fo per quelli che non sapranno leggere i numeri)
- La costruzione della chiesa del Suffragio
ipio alla Chiesa d.a Il Suffragio di Marradi posta vicina alla casa del Cap.no Gio. Fran.co d'Inocenzio Fabroni mio zio materno e dall'altra parte la scala con la porta principale sulla Piazza dirimpetto agli Ubaldini. Il benefattore di detta d.a Chiesa fu Alessandro Bandini di Galliana ma domiciliato in Marradi e il costo di fabbrica più di tremila scudi, e i direttori furono Don Sebastiano di Jacopo Fabroni, dove ci guadagnarono due poderi cioè Castelletto e Mandria che li comprarono da (….) e Jov Pietro Toriani e poi giù nel cantone verso settentrione giù nel fondamento di d.a chiesa vi è una pietra grossa un braccio e larga il simile che nella quale ci sono incastrate a guisa di un chiusino varie reliquie agnius dei Io Felice Antonio del fu Dottor Ettore Fabroni ci fui presente in età di anni sette a testimoniarlo.- Nel 1765 finì il periodo della Reggenza del Granducato e il nuovo Granduca, Leopoldo I, arrivò a Firenze. Da allora i Fabbroni non furono più i referenti del Granduca, come al tempo dei Medici, perché i Lorena governavano alla tedesca, con funzionari propri e senza delegare niente ai nobili
- Come nacque la fortuna della Famiglia Piani
te, ma non sa leggere il suo nome e pure arrivò a esser Parroco di Val Nera e questo per pecunia fatta sinora hanno un capitale di 20 milla scudi finora che siamo al dì 22 agosto 1773.
Villa Piani, al Poggio
Ed ecco fatto la storia di costoro che dal nulla son divenuti in bon auge, e di già se ne pavoneggiano, ma non vi maravigliate, o miei posteri, perché è il proprio di tal gentaglia, e così va le cose del mondo.
- Lavori di ampliamento di palazzo Fabroni, in Piazza Scalelle
e Luca e Francesco, fratelli Fabroni rinnovarono e alzarono la loro casa che hanno in Piazza con farci un altro piano di sopra, tutte le finestre nove di pietra nova con l'arme e di dentro buttarono giù tutti i palchi e fecero tutte volte alla volterrana. Vi principiarono a lavorare il dì 14 marzo 1777 e in un anno la resero abitabile, circa spesero da due milla scudi e perchè non li avevano gli trovarono scambio in qua e in là, e di già ne avevano altri tre o 4 milla tolti avanti da' Cantoni di Faenza.31 maggio 1793 Ricordo come la sera del detto dì a ore cinque oltremattina venne la neve e si imbiancò il monte delle Scarabattole, monte Colombo e i monti di …… e seguì la ghiacciata alla Pozze di detti laghi e il dì 1 giugno alla istessa ora ritornò una nuova neve con ghiacciata la notte seguente e sui detti monti si siede la neve bianca per più di 24 ore. La campagna ora non si vede che abbia patito.
- Il testamento
Casa Vigoli e monte Colombo
Fonti: Documenti dell' Archivio storico del Comune di Marradi.
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