di Claudio Mercatali
Giorgio Ballerini, genovese e
marradese d'adozione, dal 1989 cittadino onorario del nostro paese, amava
definirsi "evasore del pensiero" per la grande importanza che secondo
lui avevano l'immaginazione e la fantasia.
Poeta dilettante, le sue poesie
sono delicate e piacevoli, spesso con una punta di nostalgia, come questa qui
accanto.
Chi era Giorgio Ballerini? Accanto
c'è una sintesi della sua biografia, ricavata dalla documentazione per la
proposta della cittadinanza onoraria, che gli venne conferita con la delibera
qui sopra, del 20 giungo 1989.
con Francesco Cappelli
in una delle ultime sue foto.
Genova 10 settembre 2005
Alessandro Massobrio
.... Giorgio Ballerini appartiene a quella ristretta
stirpe di artisti che una volta si definivano universali. È poeta (ha scritto
cinque volumi di poesie, la maggior parte dei quali sono stati stampati da quel
mecenate che fu l’editore Carpena), è fine incisore su bronzo e pietra (i
ciottoli levigati dal mare di Bogliasco, su cui ha «ricamato» velieri, pesci e
immagini sacre, ispirate alle formelle del Ghiberti) ed è, soprattutto, un
marito affettuoso e preoccupato. E quel libro, i Canti Orfici, è un po’ il
simbolo di questa volontà di restare .... «Vede - mi dice Ballerini - vede la
data? È del 1914. Questa è la prima edizione, quella che Campana stampò dopo
che Soffici gli smarrì il manoscritto originale. Tre ce ne sono. Di queste tre
una appartiene al sottoscritto. È una copia ancora intonsa e venne ritrovata
dopo le vicissitudini dell’ultima guerra nella casa di Campana, a Marradi. E
vede quanto è lacera e sporca? Colpa dei bombardamenti. Marradi si trovava
infatti proprio sulla Linea Gotica e dunque anche la biblioteca del poeta fu
coinvolta dalla furia dei proiettili». Ma lei come l’ha avuta? «Me l’ha donata
Elda Campana, la nipote di Dino, per premiare la mia modesta opera di poeta ed
incisore.
Marradi nelle incisioni di Giorgio Ballerini sulle pietre: la torre del
Comune,
la Badia del borgo, Gamogna, il Castellone.
Pensi che Gianpiero Mughini che, come me, con i Campana è legato da vincoli di parentela, ha confessato, durante un’intervista, che la copia in suo possesso era più rara di una piovra degli abissi. Gli ho telefonato subito e gli ho detto: “Caro Gianpiero, se vuoi vedere una piovra degli abissi in tutto uguale alla tua, vieni qui, sul lungomare di Bogliasco e la tua curiosità sarà soddisfatta”». Scusi la mia insistenza, ma l’altra copia che fine ha fatto? «Appartiene alla famiglia di Lello Campana, cugino di Dino, mio grande amico e forse poeta ancora più grande del suo più
celebre parente. Ma guardi attentamente la copertina del libro. Come vede il primo editore dei Canti Orfici fu un povero tipografo di Marradi. Ravagli si chiamava. Una bravissima persona ma che non aveva nessuna intenzione di danneggiare i propri interessi, neppure in nome di un capolavoro della poesia. In altre parole, conoscendo il Campana, non si fidava di lui, temeva che i quattrini non arrivassero e dunque pretendeva un garante». E questo garante fu alla fine trovato? «Altroché. Pensi che si trattò di un mio prozio, il nobile Camillo dei conti Fabroni, un signore alto e distinto, che pareva il ritratto sputato di Umberto I, con quei suoi baffoni a manubrio. Un patriota come ce n’erano una volta. Pensi che aveva dipinto di bianco rosso e verde i tronchi degli alberi del suo giardino e pure il manico del martello. Ebbene, il nobile Camillo prestò al suo concittadino Campana i soldi per stampare il libro e così i Canti Orfici finalmente videro la luce... ».
"Verde Lamone"
Il Pozzo dell'Annunziata
La Cascata
Muschieto
per avere una comoda lettura
"Tornerò, verde, amico paese ..."
che è la raccolta più nota e da "Sprazzi di sole in trappole di sassi". I disegni di accompagnamento a La Cascata e ad Autunno furono fatti da Lanfranco Raparo appositamente.
che è la raccolta più nota e da "Sprazzi di sole in trappole di sassi". I disegni di accompagnamento a La Cascata e ad Autunno furono fatti da Lanfranco Raparo appositamente.
Una poesia da "Fiele e
Miele" (1939)
La Casettina (casa Ghirelli)
La Casettina (casa Ghirelli)
Fonti: Le immagini dei sassi e una parte delle notizie sono di Francesco Cappelli. L'occhiello d'apertura è ricavato da una stampa fatta fare a suo tempo dal dr. Silvano Ciottoli. Le immagini derivate sono dell'autore.
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