nei
ricordi di Domenico Rossi
Nella prima metà degli anni '50 la Curia di Modigliana, l' Arciprete Mons. Giuseppe Rossi e il fratello Dino iniziarono i lavori di costruzione del Cinema - Teatro " Giosuè Borsi".
Giosuè Borsi, livornese, fu scrittore, giornalista, poeta, attore, dicitore e soprattutto profondamente credente, morì il 10 novembre 1915 da sottotenente alla testa del suo plotone nella Grande Guerra.
Per la costruzione del cinema era
necessario eliminare una piccola Cappella, e ciò provocò non pochi
malumori in alcuni marradesi. Il funzionamento del Cinema Borsi,
iniziò nei primi anni il sabato sera e la domenica pomeriggio e sera. Volendo
si potevano prenotare i posti durante la settimana, al negozio "Caccia e pesca"
allora di Dino Rossi.
Il riscaldamento era con due
stufe a legna posizionate ai lati della platea che venivano
ricaricate anche durante la proiezione del film.
Poi si aggiunse il giovedì sera
con una pellicola diversa. Dopo alcuni anni, con l' avvento della trasmissione televisiva "Lascia o raddoppia" di Mike Buongiorno, per ovviare alla
scarsa presenza di spettatori, i gestori (Dino Rossi e Lina Farolfi) pensarono
bene di installare un televisore in platea, rimandando a dopo la trasmissione,
la visione dei film.
Successivamente fu inserita un'
altra proiezione il martedì sera con pellicola diversa e la domenica pomeriggio
con un film per i ragazzi.
... pensarono bene di installare
un televisore in platea ...
Le "pizze" contenenti
le pellicole, divise in quattro o cinque scatole di ferro, venivano ritirate e
riportate a Firenze in Via Fiume, tutti i martedì e venerdì. La programmazione
veniva fatta da Dino Rossi mese per mese. Nella gabina cinematografica si sono
succeduti diversi operatori marradesi, qui ricordiamo Biffi, Naldoni, e
Gherardelli. Alla "cassa" era stabilmente Lina Farolfi con una
Signora di nome Caterina. Al servizio bar e "maschera" si alternava
la Sig.ra Giulia Naldoni.
I film ambientati nell'antica
Roma erano di moda
nei primi anni Sessanta
Naturalmente in quegli anni le
macchine cinematografiche ogni tanto rompevano la pellicola, e gli spettatori
se la prendevano a voce alta con gli operatori di turno: così, saliva in alto
un coro di: "Biffi!,
"Biffi"!
Alla fine degli anni '70 un
incendio causò svariati danni, tali da dover cambiare tutte le poltrone ed il
rifacimento completo del solaio.
Con l' arrivo dell' Arciprete Don
Ulderigo Nuvoli, la gestione e conduzione dell' intero Cinema passarono ad
altri per pochi anni, diventando poi, come è ancora
oggi, Sala Parrocchiale.
Il cinema "Borsi"
funzionò sino alla fine degli anni '70, esattamente fino al 30 giugno 1977.
Le commedie musicali furono un altro
filone cinematografico di successo
negli anni Sessanta
Agli inizi degli anni Settanta
vennero di moda i cosiddetti
"western
all'italiana"
girati a Cinecittà, cioè a Roma.
Relativamente al Teatro degli
Animosi, si ricorda che, nell’anno 1954, il teatro era gestito dal Club
Sportivo Culturale Marradese per conto dell' ENAL (Ente Nazionale Assistenza
Lavoratori). Limitandosi il CSCM ad
organizzare feste, commedie e veglioni, per un utilizzo completo della
struttura si affidò a Dino Rossi, dietro pagamento di un affitto, la conduzione
del Cinema e la sua programmazione.
Marradi per diversi anni ebbe
così il cinema sia al "G. Borsi" che agli "Animosi",
compreso il lunedì pomeriggio, giorno di mercato.
L' Animosi alla fine degli anni
'60 era talmente malridotto che le porte dei palchetti, in corso di
deterioramento, lanciavano a tratti "spifferi" e "botte"
tanto che, nel corso della visione del "Il pozzo ed il pendolo"
tratto dal testo di E. A. Poe, fra le paure che suscitava il film, il rumore
della pioggia scrosciante fuori ed il vento che faceva sbattere le porte dei
palchi improvvisamente, i pochi spettatori sparsi per comodità nell' intera
platea, alla fine del film si trovarono impauriti uno vicino all' altro!
Di contro ed in positivo, molto
positivo per gli innamorati e fidanzati, era ritrovarsi chiusi a chiave a
guardare (!?) il film nel palchetto.
Al riscaldamento del teatro si
provvedeva con una grande caldaia a legna.
Alla "Cassa" si
alternava tutta la famiglia di Dino Rossi ed in gabina ruotavano gli operatori
del G. Borsi.
La gestione Dino Rossi terminò
con la chiusura del Teatro che, dopo essere stato acquisito dal Comune di
Marradi fu ampiamente restaurato a partire dal 1968.
... i pochi spettatori alla fine del film si
trovarono
impauriti uno vicino all'altro!
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