allo zenit in novembre
ricerca di Claudio
Mercatali
L'Auriga secondo
Johannes Hevelius (1690)
Il nostro obiettivo questa notte
è la costellazione dell'Auriga. Alla metà di novembre, verso le 10 di sera è veramente facile trovarla perché è allo zenit,
cioè sulla verticale sopra di noi. Puntate l'indice a braccio teso sopra la
vostra testa e guardate: quasi certamente avete centrato Capella, la stella
principale di questa costellazione. Secondo la mitologia l'auriga sarebbe
Erittonio, l'inventore della quadriga, ma le stelle formano un semplice
quadrilatero e non disegnano nessuna figura.
Capella è una stella gialla di
prima grandezza, che a voler essere precisi in realtà è una binaria, cioè è
formata da due stelle vicine che alla vista sembrano una sola.
Per scrutare in questa
costellazione l'occhio nudo non basta e serve un binocolo.
Accanto a Capella c'è un piccolo
triangolo di stelle noto come i Capretti, contrassegnate con lettere
dell'alfabeto greco. Il motivo di questo nome non si sa, però è antico e nelle
vecchie stampe come quella qui sopra l'Auriga è spesso rappresentato con un
capretto in spalla.
Epsilon (ɛ) ogni 27 anni cala di
luminosità perché un corpo in orbita attorno a lei, forse una nebulosa, le
passa davanti e in parte la oscura. L'ultima volta è successo nel 2011.
L'aspetto complessivo della costellazione
dell'Auriga è questo.
L'Auriga è una costellazione
ricca di Oggetti non stellari. Con un buon binocolo e un po' di pazienza si
possono trovare gli ammassi M36, M37 e M38.
Gli ammassi sono degli enormi
raggruppamenti di stelle lontanissime e sono sempre poco evidenti. L'astronomo
siciliano Giovanni Battista Hodierna alla metà del Seicento fu veramente bravo
a vederli con un telescopio rudimentale. Poi nel Settecento l'astronomo Messier
li inserì nel suo Catalogo e per questo il numero è preceduto dalla lettera "M".
L'Auriga si vede bene nel cielo terso di Marradi, specialmente se la luna non è piena, come alla metà di novembre 2015.
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